giovedì 27 giugno 2013

Se fossimo più tedeschi


Se fossimo più tedeschi non avremmo problemi con la Germania. Questa è la tesi del commentatore cinese Lao Xi sulla situazione italiana. Un po' come dire che "se mio nonno aveva le ruote era un treno".

"C’è stata qualche riforma radicale dell’economia, dell'industria o dello Stato italiano dal momento in cui Enrico Letta ha assunto il posto di capo del governo? A vedere l'Italia dalla Cina sembra di no"
(www.ilsussidiario.net)

Anche dall'Italia posso confermare che le cose stanno così... ma Lao Xi poi la prende da molto lontano:

"L’Italia si è voluta unire per un’idea nazionale, simile a quelle romantiche tipiche dell'Europa nell’800.
Tale idea è rimasta debole per oltre un secolo a motivo dell’incapacità di integrare il nord con il sud, il nord efficiente economicamente, il sud arretrato e vessato dalla criminalità organizzata. Tale debolezza è diventata spaccatura con la nascita della Lega Nord, tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, esplosa insieme alla contemporanea dissoluzione del sistema dei partiti a causa di una campagna civile contro la corruzione e alla fine della guerra fredda. La Lega poneva, in forma nuova, il vecchio problema dell’arretratezza meridionale proponendo stavolta non di occupare il sud (ipotesi piemontese dal 1861 al 1943) né di adattarlo al nord (tentativo democristiano dal 1950 al 1990) ma di abbandonarlo."
(www.ilsussidiario.net)

E' un po' irritante farsi diagnosticare i problemi da chi ci osserva dall'estero, in questo caso da molto lontano, ma purtroppo non si può non ammettere che Lao Xi ha centrato il problema: ci portiamo dietro dall'800 sempre gli stessi problemi. Quelli di un'Italia che non è mai riuscita ad unirsi completamente, e soprattutto a diventare una nazione omogenea al suo interno. In realtà nessuna nazione europea ha regioni tutte omogenee, neppure quelle più piccole come il Belgio. La peculiarità dell'Italia è che le differenze tra nord e sud sono molto più evidenti che in altri paesi.

Il problema però è culturale, ed è difficile superare certi comportamenti sociali atavici. Non sono bastati 150 anni. L'Italia è una nazione mal riuscita, e non ci sono vere soluzioni per modificarla. Se ci fossero state sarebbero già state adottate con successo. Anche la soluzione della Lega non era una soluzione, perché l'abbandono del sud avrebbe di certo creato una nazione molto problematica, in mano alla criminalità, al confine con il resto d'Italia "più migliore".

Che fare allora? Ricette miracolose non ce ne sono. Si può solo insistere, insistere e insistere con politiche di integrazione e riequilibrio fra nord e sud.
Ma secondo Lao Xi, questa situazione ci impedisce di essere simili alla Germania e in definitiva ci condanna a non essere competitivi.

"Né Berlusconi, né i suoi avversari sono riusciti a dare una svolta al paese in questi 20 anni, periodo in cui il paese è entrato nella moneta unica senza adeguarsi alle nuove regole economiche e di competitività dettate dalla Germania nell'Europa.
La crisi del 2008 ha accelerato i tempi, ma il risultato era già scritto. Questi quattro anni, passati nell’incapacità di reagire con decisione e radicalità agli eventi, si sono di fatto accumulati sui 20 anni di liti non risolte e difficoltà a integrarsi nell’Europa dell’euro. La crisi attuale così travalica l’annosa questione meridionale e la innesta nel problema nuovo di come l’Italia può integrarsi in Europa, o viceversa può uscirne, dopo 20 anni di mancata preparazione e di integrazione meridionale non risolta.
Questi problemi di lungo termine si sono cristallizzati in questi mesi in cui l’economia, pur tirata per la coda a un centimetro dal baratro, resta debolissima, mancano prospettive e la gente sta semplicemente abbandonando la partecipazione politica.
...
Da lontano il dibattito sull’Europa sembra quello che si leggeva sui libri di storia patriottici ai tempi dell'occupazione italiana da parte dell’Austria. “Andiamo a Berlino e chiediamo di più! Sforate quel 3% di deficit impostoci dalla Germania! Guastiamo le uov a nel paniere europeo (cioè tedesco)”. Come se l’Italia fosse un paese occupato dall’Europa al pari di come era occupato dall’Austria 200 anni fa!
...
La sensazione è che quella storia si ripeta come in una farsa di second’ordine. Infatti, che c’entrano l’Europa e la Germania col fatto che l’Italia non ha risolto la questione meridionale e per 20 anni ha fatto la cicala mentre a Berlino lavoravano come formiche? Ma soprattutto il problema dovrebbe essere:
come può contribuire l’Italia all’Europa in questo momento? Senza questa risposta la politica italiana pare in realtà in attesa degli eventi, due in particolare"
(www.ilsussidiario.net)

Il primo evento è l'imminente crisi finanziaria che ho trattato in vari post: Siamo sul crinale, Segnali di impatto imminente, Convulsioni, Avviso ai naviganti: burrasche in arrivo, Futuro nero, primavera triste, ecc.

L'altro evento è la speranza che dalle elezioni tedesche esca un risultato favorevole a politiche espansionistiche, o almeno contro l'austerità. La politica italiana non decide più, ha delegato i suoi compiti alla Germania.

"Qui in sostanza il problema è che l’Italia, pur con oltre 2mila miliardi di debito pubblico, ha ricchezza privata per 8mila miliardi, forse più che in Germania. In queste condizioni non si può chiedere a tedeschi ed europei di pagare i debiti pubblici per l’Italia quando gli Italiani (o meglio: alcuni italiani) sono più ricchi dei tedeschi."
(www.ilsussidiario.net)

Questa mi pare la solita mitologia da quattro soldi. E purtroppo ci casca anche Grillo. Il debito è troppo alto! dobbiamo ristrutturare! Innanzi tutto, come insegna Bagnai il problema dell'Italia è nato dalle partite correnti (cioè più dal debito privato) e non dal debito pubblico.

E poi non è detto che sia il debito ad essere alto, potrebbe essere il Pil troppo basso, cioè aumentando la produzione si ritornerebbe a un rapporto fra debito e Pil migliore, e quindi a un debito pubblico sostenibile. E' sulla crescita che ci si dovrebbe concentrare. Peccato che l'Europa ci blocca i bilanci impedendoci di investire a deficit per aumentare la nostra capacità produttiva. Ma qui non c'è solo una cattiva teoria economica da incolpare, ma anche la cattiva coscienza della Germania che con l'austerità comprime i suoi competitori industriali e si avvantaggia.

E poi la seconda leggenda metropolitana sono gli 8.000 miliardi di ricchezza degli italiani. Probabilmente sono solo 6.000 visto il calo dei valori immobiliari. Ma fossero anche 8.000 miliardi si tratta più che altro di un valore virtuale, perché i tre quarti è rappresentato da immobili ed aziende, solo una piccola parte è cash. Chi ci potrebbe acquistare un valore, anche solo di 2.000 miliardi in immobili ed aziende? Se un tale volume di beni venisse immesso sul mercato, si svaluterebbe di colpo. Gli 8.000 miliardi sono pura leggenda.

Per Lao Xi quindi abbiamo due possibilità, le uniche in effetti:

"Quindi l’Italia può essere aiutata, ma mettendola davvero sotto tutela, magari anche con una spinta di centralizzazione del sistema fiscale."

Cioè aiuti in cambio di un intervento diretto della Troika sul controllo fiscale dello Stato italiano. L'ultima definitiva perdita di sovranità...

 "Oppure, l’Italia viene espulsa dall’euro. In entrambi i casi, il Paese deve trovare un nuovo senso di sé, e lo deve fare rapidamente perché le elezioni tedesche sono a fine settembre."

Su una cosa comunque il commentatore cinese ha ragione: uscendo dall'euro probabilmente si tornerebbe a respirare e a crescere, ma i problemi italiani che ci trasciniamo dal 1861 e non abbiamo mai risolto, continuerebbero a zavorrare il nostro cammino.

Nessun commento:

Posta un commento