sabato 11 agosto 2012

Orgoglioni nazionali (5)


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E' la volta di F. Profumo, Ministro del governo Monti, che nega anch'egli la necessità per l'Italia di ricorrere ad aiuti. Più aumentano le smentite, più c'è il sospetto che il momento fatidico si avvicini. Come si comporteranno il governo e la politica nazionale? Ci sarà un dibattito pubblico, o tutto precipiterà in decisioni frettolose in Consiglio dei Ministri e voti di fiducia silenti in Parlamento?

"Il governo del primo ministro Mario Monti ha tenuto un lungo colloquio sulla possibilita' di chiedere un piano di aiuti europeo che si occupi di comprare bond italiani.

L'esecutivo, ha riferito un ministro a Bloomberg, non prevede che all'Italia vengano imposte nuove condizioni in cambio. Oggi si riunisce il Consiglio dei Ministri. (10 agosto ndr)
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"Abbiamo ancora tempo per discuterne; vedremo quali saranno le condizioni", ha dichiarato in un'intervista da Roma il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo
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"Abbiamo una conoscenza dettagliata dell'argomento e credo anche che abbiamo gli strumenti per prendere decisioni".
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Profumo ha precisato che "non c'e' stata un alunga discussione" al Consiglio dei Ministri
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Monti ha gia' annunciato che non vede il motivo per attingere al fondo di salvataggio dell'Eurozona.
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Profumo ha detto che il governo ha fiducia nel fatto che i partner dell'area euro si accontenteranno delle manovre gia' adottate dall'esecutivo e che non imporranno il varo di ulteriori misure di austerita'."

(www.wallstreetitalia.com)

Su La 7 (video), a domanda specifica il prof. Borghi ha risposto che è inevitabile per l'Italia ricorrere agli aiuti prima o poi. I provvedimenti sugli immobili difficilmente funzioneranno, non hanno funzionato finora per i comuni. Nuove tasse, anche se si chiamano "patrimoniali", sono improponibili, perchè finiranno per diminuire il gettito. Ed in effetti sta già avvenendo. Lo spread rimane stabile in questo agosto, in quanto gli operatori  sono in attesa delle direttive Bce per accedere agli aiuti. Anche i tecnici e i politici quindi stanno attendendo per poter prendere le opportune decisioni.




Aggiungo un intervento di un intellettuale di destra che sposta il punto di vista dai conteggi impellenti, ad una panoramica più vasta. La crisi non è solo una questione di matematica finanziaria, ma anche di decisioni che dovrebbero essere prese da istituzioni forti.
Marcello Veneziani la butta in filosofia patriottica, si rifiuta di fare conti o proposte di abbattimento del debito, o capricci contro gli imminenti aiuti Efsf/Mes.

Un orgoglio nazionalistico che va dritto alla questione centrale del problema europeo. Del resto da un pensatore di destra non ci si poteva aspettare un adattamento alla situazione, ma un svolta radicale, anzi una inversione di marcia a "U":

Riprendiamoci la sovranità: sarà più facile battere la crisi
( www.ilgiornale.it )

"Il male principale della nostra epoca è la riduzione dei processi storici e umani a puro auto­matismo: ovvero non si può fare che in questo modo, la tecnica o i bi­lanci hanno delle esigenze indero­gabili, matematiche, da cui non si può prescindere e tantomeno mo­dificare. Sovrano è colui che libera l’uomo dall’automa e lo restituisce alla responsabilità di decidere.
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La sovranità in questa fase si ribella al fatalismo della tecnica e della fi­nanza, non sottosta al suo diktat ma si pone appunto sopra e restituisce facoltà di decidere non solo le azio­ni ma anche le norme su cui fonda­re l’autonomia."


Veneziani auspica che la politica torni a primeggiare sull'economia:

"Sovranità politica rispetto all’eco­nomia e ai mercati perché la politi­ca resta, nonostante tutto, il luogo in cui si rappresentano e si tutelano gli interessi generali e i principi con­divisi, il luogo in cui l’identità di un popolo si fa volontà di destino. La tecnica espleta le procedure, alla politica tocca però decidere l’orien­tamento, la direzione, le priorità."

Ma la politica in questo periodo, non è solo in "vacanza" a causa della chiusura del Parlamento. Ha preferito delegare pavidamente le incombenze di governo ai tecnici venuti dall'esterno. E purtroppo non si salva nessuno, neppure la vecchia opposizione, che ha mostrato maggior timore della precedente maggioranza di centro destra. Avrebbe potuto vincere le elezioni, ma ha preferito mettersi in disparte. E leggendo l'intervista di Bersani sul Sole24ore si comprende perchè: idee zero.
E quindi, prosegue Veneziani:

"Anche nel­la prospettiva europea non si può saltare, per esempio col fiscal com­pact, il gradino della sovranità na­zionale. È possibile integrare nel contesto europeo le sovranità nai­zonale, nondis-integrarle. Sovrani­tà pop­olare perché non si può calpe­stare la volontà di un popolo espres­sa dalla sua maggioranza subordi­nando un paese alle oligarchie fi­nanziarie e tecnocratiche, burocra­tiche e giudiziarie, ideologiche e mediatiche.
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Sovranità monetaria perché un paese resta sovrano se dispone del­la sua moneta, se è ingrado di gover­narla e non di esserne succube, se non è strozzato dagli imperativi fi­nanziari o dalle ingiunzioni delle agenzie di rating. La moneta dev’es­sere al servizio dei cittadini, e non il contrario.

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Infine sovranità statuale perché uno Stato non può fallire ed elemo­sinare aiuti dalle banche, la nostra economia reale è solida, le nostre ri­serve aure­e sono rilevanti e le fami­glie italiane dispongono di beni rea­li come le case.

Non può lo Stato ab­dicare in favore dei mercati, delle banche o di poteri per definizione ir­responsabili nel senso che non ri­spondono a nessuno."

Per superare le carenze della politica, Veneziani propone di trovare un nuovo simbolo dell'unità statuale:

"Per rendere vivente e non so­lo vigente la tradizione di un popo­lo, sorse la monarchia che dà un no­me, un volto e una storia regale alla sovranità.
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La crisi si fronteggia con la sovranità, che implica la parteci­pazione del popolo sovrano e la de­cisione di chi è stato eletto per gui­darlo. Rispetto a questa domanda di sovranità, il governo dei tecnici è estraneo e la politica presente è ina­deguata. Sono buone ragioni per nutrire sfiducia ma non sono ragio­ni sufficienti per rimuovere l’urgen­za di ripristinare la sovranità. La ri­fondazione della polis riparte dalla sovranità."


Cioè detto in soldoni, per Veneziani sarebbe auspicabile trasformare in presidenziale o semipresidenziale la repubblica italiana. Questo per ritrovare la sovranità simbolica. Temo che comunque non servirebbe a molto, se poi venisse eletto un M. Monti o un M. Rajoy, pronti a firmare qualsiasi memorandum con l'Europa.

La proposta di riprendersi la sovranità, dovrebbe essere valutata secondo un duplice aspetto: 
1) come arma di difese temporanea in attesa che attraverso negoziati serrati si giunga a una migliore configurazione dell'Unione Europea, cioè che si realizzino compiutamente e politicamente gli Stati Uniti d'Europa;
2) Oppure, il ritorno alla sovranità, con abbandono di ogni sogno europeo. E quindi il ritorno a politiche nazionali(stiche) entro i nostri confini di stato. 

La proposta di Veneziani mi pare più aderente alla seconda ipotesi. E per questo non la condivido completamente. Comunque è un altro singulto di nazionalismo di ritorno, in un momento in cui la sovranità italiana sembra sempre più minacciata da interventi esterni europei.

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