giovedì 9 agosto 2012

Orgoglioni nazionali (4)



Prima puntata
Seconda puntata
Terza puntata

In questa puntata nessuna intervista al politico di turno. Sarebbe inutile, tutto l'arco politico parlamentare è indubbiamente schierato contro la richiesta di aiuti all'Europa. Anche se lo affermano in modo indiretto, spingendo il governo a ricercare soluzioni per l'abbattimento del debito e quindi per rendere inoffensivo lo spread. E anche molti intellettuali sono contrari alla richiesta formale di aiuto.

"Vi sono molte buone ragioni per cercare di farcela da soli, ma tre sopravanzano tutte le altre: (1) nessun aiuto è totalmente altruista e disinteressato; (2) nessun aiuto è privo di condizioni e restrizioni per chi viene aiutato; e soprattutto, (3) nessun aiuto ha la garanzia che funzionerà! Molto meglio provare quindi a far da soli che aspettare che si convincano le istituzioni europee."
www.ilsussidiario.net
 
Nel giorno in cui Draghi ci invita ufficialmente a fare ricorso agli aiuti del Efsf/ Mes, la politica italiana fa spallucce e si orienta in massa nella ricerca di soluzioni per tagliare il debito.

"La Banca centrale europea ribadisce poi di esser pronta a valutare nuove «operazioni di mercato definitive di entità adeguate» e «ulteriori misure non convenzionali», nell'ambito del suo mandato, posto che i governi mettano in piedi le «condizioni necessarie», tra cui i sistemi anti spread tramite i fondi salva-Stati, i cosiddetti Esfsf (Fondo europeo di stabilità finanziaria) e Esm (Meccanismo Europeo di Stabilità). Nello stesso bollettino si ribadisce comunque che l'euro è «irreversibile» e «i premi per il rischio connessi ai timori sulla reversibilità dell'euro sono inaccettabili e vanno affrontati in modo sostanziale»." 
www.corriere.it

Meglio vendere vecchie caserme e palazzi in disuso, piuttosto che sottomettersi ad ulteriori condizioni di austerità tedesche. Questo è l'orientamento generale.

"Da Alfano a Casini al Pd: "Priorità abbattere l'indebitamento"
Sul tavolo di Palazzo Chigi ci sono i numeri. Relazioni. Dettegli sullo spread e soprattutto una cifra: 1.966 miliardi. È il debito pubblico italiano accumulato negli anni. È su questo che ragiona il premier. Sui rischi che espongono l’Italia sul fronte dei mercati, su quello degli attacchi speculativi, sulle difficoltà e i timori per far fronte agli interessi alle stelle sui titoli del nostro debito pubblico.
...
in tanti, comunque, guardano al demanio e sfogliano la relazione Reviglio sul patrimonio immobiliare datata lo scorso anno(circa 42 miliardi di beni collocabili sul mercato). La tentazione è forte. Del resto, nei giorni scorsi alla commissione Bilancio della Camera si è anche discusso del valore totale immobiliare dello Stato (230-240 miliardi, pari a 220 milioni di metri quadrati) ma il 70% delle strutture è destinato ad attività istituzionali."

www.lastampa.it

"L’attacco al debito pubblico entra nella «hit parade» dei temi politici. Ne sono andati a discutere ieri con Monti dapprima Casini e poi, qualche ora più tardi, Alfano.
...
Cicchitto, «vogliamo tagliare il debito proprio per ridurre la pressione fiscale», quantificata in un punto all’anno per cinque anni nella proposta Alfano-Brunetta. Dove si suggeriscono al governo un mix di strumenti non sempre nuovi di zecca, via via elaborati da economisti come Forte, Savona, dagli stessi Amato e Bassanini. Si propone di vendere tutto il vendibile, e di riversare il resto in un apposito fondo privato che, a fronte degli asset pubblici ricevuti, emetterebbe obbligazioni volte a risanare il debito. Gli stessi proponenti riconoscono che 400 miliardi di ricavi li vedremmo con il binocolo. «Ma se non siamo ambiziosi», dicono, «non porteremo a casa nemmeno la metà della metà»." 

www.lastampa.it

Più articolato il piano per spianare il debito proposto da G. Amato. Un nome che quando si tratta di far cassa, continua a spaventare gli italiani. Ma a quanto pare non prevede ne prestiti forzosi, ne "una tantum" sui conti correnti:

"Il piano taglia debito della Fondazione Astrid
Nel piano ‘taglia debito’ presentato da undici esperti della Fondazione Astrid, tra i quali Giuliano Amato e Franco Bassanini, al Premier Mario Monti e al ministro dell’Economia Vittorio Grilli figurano la cessione di immobili per circa 72 miliardi (di cui: 30 dalla cessione agli inquilini dell’edilizia residenziale pubblica; 16 dalla dismissione di immobili di enti previdenziali; 15 da immobili di Regioni ed enti locali; 6 da caserme e sedi delle Province da smantellare; 5 dal cosiddetto federalismo demaniale). Trenta miliardi potrebbero venire dalla capitalizzazione delle concessioni (le sole lotterie danno 1,6 miliardi l’anno); 40 miliardi valgono le partecipazioni (Eni, Enel, Finmeccanica, St Microelectronics ed ex municipalizzate quotate); 15 miliardi potrebbero venire imponendo agli enti previdenziali degli ordini professionali di aumentare la quota dei loro investimenti in titoli di Stato di lungo periodo, oggi ferma al 10% del portafoglio (considerando i maneggi sugli immobili, ne avrebbero giovamento i pensionati futuri); 16-17 miliardi potrebbe essere il flusso nel quinquennio proveniente dalla tassazione dei capitali clandestinamente costituiti da italiani in Svizzera, previo accordo con il governo di Berna; 5 miliardi potrebbero venire da incentivi e disincentivi fiscali volti all’allungamento delle scadenze e alla riduzione del costo medio del debito pubblico."

www.ilfattoquotidiano.it

Funzioneranno questi piani? da esponenti di sinistra si pone più di un dubbio, e si propone di ricorrere ad un vecchio vizietto di quella parte politica: la tassazione straordinaria:
" L’incognita con cui tutte queste ipotesi devono fare i conti, però, secondo quanto ha fatto notare nei giorni scorsi il sottosegretario Antonio Catricalà, è che «oggi il mercato non ha domanda». E in quest’ottica merita attenzione una proposta differente che proviene dall’ex ministro prodiano Giulio Santagata con Giacomo Portas, che hanno parlato di una “patrimoniale volontaria”: ogni cittadino potrebbe devolvere allo Stato 100, 1000, 10mila euro per ridurre il debito vedendosi restituire l’intera somma sotto forma di detrazione fiscale in dieci anni, ma senza percepire interessi. "

Certo non è nulla di nuovo e assomiglia molto all'eurotassa di Prodi per entrare in Europa, anche se quella non era volontaria. Ma nel caso la vendita immobiliare vada a rilento, il che è abbastanza scontato, potrebbe essere la soluzione più rapida. Basta ricordare che ultimamente gli immobili messi in vendita dai divi di Hollywood, probabilmente causa crisi, trovano con difficoltà degli acquirenti. E quando li trovano gli sconti vanno dal 30 al 50%!
Sulla possibilità di ricomprarci il debito ho scritto un post, dove ho calcolate le quote di competenza per fasce di reddito (Paghiamo il debito?):

" - 49% contribuenti sotto 15.000 euro - 1536 mld x 17% = 261 mld, corrispondenti a 15.600 euro per persona in media;

- 30% contribuenti tra 15.000 e 26.000 euro - 1536 mld x 20% = 307 mld, corrispondenti a 30.100 euro a persona in media;

- 20% contribuenti tra 26.000 e 100.000 euro - 1536 mld x 54% = 829 mld, corrispondenti a 121.900 euro a persona in media;

- 1% contribuenti oltre 100.000 euro - i restanti 139 mld, corrispondenti a 409.000 euro a persona in media. "


Sono cifre elevate, ma se si considera a quali valori immobiliari gli italiani hanno effettuato acquisti di case in questi anni, non sono neppure così esagerate. Ed inoltre queste cifre si riferiscono all'intero debito (di competenza alle persone fisiche), per arrivare ad un rapporto debito/ Pil del 60%, sarebbe necessario "saldare" la metà di queste cifre.

Il Sole24re non si allinea a questa scelta editoriale patriottico-immobiliare taglia debito. Nell'intervista rilascita da Bersani, non viene fatta nessuna domanda circa gli aiuti Efsf/ Mes e su quali scelte fare. Nel pezzo su Alfano si precisa che il Pdl non vuole svendere Eni, Enel e Rai, che invece è favorevole ad un fondo immobiliare, ma non viene spiegato perchè improvvisamente i partiti vogliono puntare sulla riduzione del debito. Ai partiti lo spread fa paura e ancora di più gli aiuti della Bce-Efsf-Mes. Il Sole24ore invece sembra condividere maggiormente le scelte e le richieste di Draghi.

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