mercoledì 26 giugno 2013

Crisi di governo in vista?


Il grafico di Bloomberg.com sui tassi di interesse del nostro debito parla chiaro: siamo tornati ai massimi di quest'anno, all'indomani delle elezioni che hanno shoccato i partiti che solitamente si spartivano seggi e prebende. I tassi di interesse si stanno impennando pericolosamente. Anche lo spread ha comunque risuperato quota 300 (308). Ma con l'aumento dei tassi d'interesse di tutti i paesi, compreso il Giappone banzai dell'abenomics, i nostri rischiano di diventare insostenibili.

A febbraio la crisi dello spread seguiva la crisi politica. Oggi potrebbe essere il contrario. Ma sul governo non pendono solo i problemi finanziari dell'Italia, che in pratica sono europei. E qui berlusconi ha già detto la sua (vedi "Berlusconi gioca pesante (2)"), cioè tiriamo dritto e facciamo come pare a noi e non come vuole l'Europa (e la Germania).

Ma sul governo si stanno accartocciando tutte le promesse megalomani di Letta, che all'insediamento pareva avere tutta la forza (residua) dell'Italia alle spalle, e che invece in Europa è andato a genuflettersi esattamente come Monti.

E sul governo si stanno scaricando le solite tensioni giudiziarie di Berlusconi. Che continueranno ad aumentare. Questa situazione in realtà potrebbe però anche rafforzare il governo:

"... è certo comunque che la pesantissima sentenza di Milano a cui si replica, senza un minimo lume di intelligenza e di fantasia, sempre con lo stesso disco rotto dei complotti, non mette minimamente in crisi il patto consociativo, anzi lo rafforza, nonostante Silvio sia costretto a far suonare il tamburo di guerra dai suoi fidi: il Cavaliere adesso ha bisogno di essere nella stanza dei bottoni per contrattare il suo salvacondotto, non può mettersi sulla strada di elezioni rischiosissime per lui, può solo minacciare la fine delle larghe intese per ottenere in cambio una via d’uscita. E d’altra parte il Pd si vede sfuggire uno degli elementi che lo tenevano insieme, il grande nemico che adesso fa meno paura e non può essere – non come prima almeno – un surrogato della politica: nemmeno lui può rischiare. La condanna di Berlusconi è un macigno per un’intera stagione della politica che non può fare un passo con lui e nemmeno senza di lui."(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

La situazione è comunque piuttosto instabile e già si stanno facendo prove di una nuova maggioranza, che non piacerà alle forze politiche inciuciste e nemmeno all'Europa:

"Ad agitare il governo è anche la grana F35 con la mozione sull'acquisto slittata a mercoledì. «Secondo me bisogna fare un'ulteriore istruttoria. Si può rimodulare questa spesa, ma ci sono diverse implicazioni di lavoro, industria, accordi internazionali. Credo che una revisione andrebbe fatta» ha detto sempre Delrio. «Non si può dire che sia semplicissimo - ha rilevato l'esponente Pd - ma dobbiamo fare di tutto per recuperare risorse per l'emergenza vera che non è quella della difesa ma del lavoro per i giovani. Non ha senso spendere risorse nel comparto militare». Pippo Civati, sempre del Pd, chiede apertamente la «sospensione dell'acquisto degli aerei da guerra anche per dare un segnale: ci ragioniamo bene in Commissione Difesa e a settembre facciamo un regalo agli italiani che risparmiamo qualche soldo. A me sembra una cosa che si può fare, così come del resto avevamo stabilito in campagna elettorale». Sulla stessa lunghezza d'onda Sel e Italia dei Valori."
(www.corriere.it)

"Il voto sulla mozione Sel-M5S (sostenuta da un gruppo di deputati del Pd) che chiede la sospensione del programma militare è slittato a domani. Questo ha concesso un po’ più di tempo ai mediatori che puntano ad una soluzione indolore per la maggioranza. L’obiettivo, cui si sta lavorando in particolare il Pd con Gian Piero Scanu, è quello di arrivare ad una mozione con cui avviare una indagine conoscitiva sul programma “Joint strike fighter” e, in sostanza, attuare la legge 244 che affida al Parlamento la competenza sulle spese militari. Per fare ciò, si chiederebbe la sospensione del programma degli F35 per un periodo di almeno 6 mesi. Il presidente della Commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre (Pd) racconta di “una discussione in corso in Parlamento alla quale bisogna guardare con rispetto, ma mi auguro che la discussione si concluda con una mozione della maggioranza, perché la mozione di Sel mira a mettere il governo in difficoltà”."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Il Pd rischia comunque sempre di scindersi, almeno in due parti. La vicenda degli F35 mette in evidenza la profonda differenza di vedute fra la vecchia dirigenza ormai abituata ai peggiori compromessi con il potere, e i nuovi eletti che si confrontano meglio con il Movimento 5 stelle e con Sel, che non con i propri leader.

O poi c'è ormai la telenovela dell'Iva e dell'Imu che seguendo le direttive dell'austerità non potrebbero che essere mantenute. Ma Letta si è impegnato in un accordo di governo, avallato da Napolitano e da tutti i tecnocrati a comando di Bruxelles e Berlino. Erano disposti a firmare un patto con il diavolo pur di continuare un governo diretta emanazione di quello di Monti. Era evidente. Già durante la campagna elettorale, un Pd dato vincente si era impegnato a trovare un accordo con Monti, che pareva potesse portare in dote molti voti e seggi. Per non deviare dalla strada tracciata dagli accordi europei.

Il Pd è sempre più in balia delle tecnocrazie europee. Il sospetto è che sia un partito, un sistema di potere, sotto ricatto. Anche il Pdl nella persona di Berlusconi è sotto ricatto, ma le sue vicende giudiziarie potrebbero indurlo a compiere qualche mossa della disperazione. In fondo Berlusconi e il Pdl si ritroverebbero molto bene all'opposizione, mentre un Pd diviso sarebbe costretto a una maggioranza con Sel e M5s o suoi transfughi. Un governo che lo porterebbe in rotta di collisione con l'Europa e gli eurofanatici.

E' difficile dire cosa accadrà, se il governo durerà o meno. Probabilmente durerà per mancanza di alternative: quella del governo Pd-Sel con una parte dei cinquestellati non è così facile da praticare. Ma si potrebbe anche arrivare ad una situazione di crisi economica acuta, in cui la fazione antieuropea del governo (vedi "Le due fazione nel governo"), potrebbe portare il ricatto sull'altra parte a livelli tali da costringere alla caduta dell'esecutivo. Potrebbe arrivare il momento più terribile, una vera crisi istituzionale e politica, con un governo questa volta nominato veramente dalla Troika.

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