venerdì 8 maggio 2015

Sta succedendo qualcosa di strano



Ieri è successo qualcosa di strano, forse di molto grave. Sono stati riversati sul mercato grandi quantità di bund tedeschi. Quei titoli di Stato che erano considerati dei beni rifugio mondiali, malgrado rendessero zero, o peggio avessero rendimenti a volte negativi. Perché la sicura Germania è stata scaricata così violentemente dai portafogli di qualche investitore piuttosto importante?

"Ieri mattina i mercati hanno conosciuto una sell-off sull’obbligazionario sovrano europeo (ma anche sui Treasuries Usa) di proporzioni epiche, tanto che il Bund ha segnato la peggior performance a livello settimanale della sua storia, arrivando a toccare un rendimento dello 0,76%, più 17 punti base, il calo maggiore e più veloce di sempre a livello di prezzo. Ma tutti hanno pagato uno scotto, Btp e Bonos compresi, saliti sopra il 2% rispettivamente per la prima volta da inizio 2015 e dal 24 novembre dello scorso anno. E attenzione, perché se ieri non fosse successo qualcosa di “miracoloso”, sarebbe stato il classico “Black Thursday” per i mercati, roba da 2011. Già, perché poco dopo mezzogiorno, quando la svendita sui bond europei era al picco, casualmente Euronext avvertiva in anticipo che ci sarebbero stati problemi per i collegamenti legati al mercato dei derivati, un’anomalia poiché di solito si avvisa a guaio avvenuto chiedendo scusa e avvertendo rispetto ai tempi di ripristino dell’attività. Come facevano a sapere prima dei guasti? O, peggio, perché fare manutenzione a mercati aperti se la criticità era nota? Bene, puntualissimo, alle 13.10 il servizio si è bloccato per riprendere poi alle 13.39"
(www.rischiocalcolato.it)

Il Sole24ore prone in questo articolo alcune risposte:

1) in Germania cresce l'inflazione, quindi i rendimenti scarsi dei bund non sono più appetibili. L'inflazione come si sa si mangia gli interessi. Ma mi pare una ragione poco plausibile. Da quando in qua gli investitori si sono messi a guardare i fondamentali? Investivano in bund anche se non rendevano nulla solo e proprio perché ritenuti sicuri rispetto ad altri investimenti equivalenti più remunerativi me meno sicuri.

2) Il prezzo del petrolio torna a salire, quindi meglio disfarsi del bund sicuro ma poco redditizio, e saltare sul carro della speculazione sul brent. Questo mi pare un motivo più valido, anche se l'impennata improvvisa di muzza di altro. Di solito questi travasi finanziari avvengono meno violentemente.

3) Il Quantitative easing potrebbe interrompersi, poichè in Germania aumenta l'inflazione e quindi la Bce avrebbe raggiunto l'obiettivo prefissato. Ma non ci sono stati annunci o avvertimenti dalla Bce in tal senso, e mi pare un troppo presto per interrompere gli stimoli monetari. Proprio ora che c'è l'incancrenirsi della crisi greca, sarebbe pericoloso interrompere il Qe europeo.

4) C'è poca liquidità nel mercato, e quindi si può assistere a brusche variazioni di prezzo e rendimenti. Solo la Bce (e le altre banche centrali) in questo momento agiscono sul mercato. Grosse operazioni di questi maxi operatori possono creare alte "onde finanziarie". Tale motivazione potrebbe non essere del tutto falsa: credo che molti operatori di grandi dimensioni, tipo fondi pensione o di investimento, in questo periodo stiano rimodulando i loro portafogli. Del resto l'Europa non è così affidabile in questo periodo.

5) I sistemi informatici che agiscono in automatico, utilizzando complicati algoritmi, possono creare momentanee situazioni incontrollate. Fra tutti questa mi pare la motivazione più inconsistente, ma non è da escludere a priori.

Per quanto mi riguarda, in questo balzo improvviso del bund io ci ho letto un avvertimento mafioso alla Germania, che si è scontrata in questi giorni con l'americana Fmi sulle sorti della Grecia. In pratica l'Fmi si è dimostrata favorevole ad un parziale default del debito greco, naturalmente da scaricare su Bce, banche europee e quindi sui governi europei. La Germania si è naturalmente opposta, come ha sempre fatto quando è balenata la possibilità che i debiti dei Piigs venissero diluiti in qualche socializzazione delle perdite, o venissero inglobati, di fatto cancellandoli, all'interno di eurobond.

Credo che qualcuno di grosso (Usa?) abbia voluto dimostrare che non solo i Piigs, ma anche la Germania potrebbe ballare la tarantella dello spread, se non segue la linea tracciata a Washinghton.

Per M. Bottarelli invece c'è lo zampino della banca centrale svizzera, che per qualche motivo è improvvisamente impazzita.

"Qualcuno di molto grosso e potente, ieri ha salvato un’altra volta il mondo comprando obbligazioni in proporzioni drammatiche. Che si fa però, ci si inventa interruzioni del servizio su Euronext un paio di volte alla settimana d’ora in poi? Ma chi è stato, poi, a comprare quella messe di titoli? Già una volta vi ho detto che le Banche centrali sono i principali indiziati
...
La Banca centrale svizzera è di fatto un hedge fund! Le sue detenzioni di titoli azionari Usa sono salite nel primo trimestre di quest’anno – proprio quando si sono registrati i primi, consistenti outflows dal mercato equities – sono salite del 40% a quota 37 miliardi di dollari! Di più, al 31 marzo soltanto di Apple la SNB deteneva 1,1 miliardi di azioni, contro i 614,5 milioni del 31 dicembre scorso! Tanto per capirci, l’istituto centrale elvetico ha in portafoglio circa 100 miliardi di titoli azionari, equivalenti al 15% del Pil del Paese! Ovviamente nessuno sa se sia stata la SNB a intervenire ieri e io ne dubito fortemente ma qualcuno lo ha fatto, altrimenti un’inversione di tendenza simile e acquisti su quei volumi non si possono spiegare se non facendo ricorso alla psichiatria."
(www.rischiocalcolato.it)

Ma anche Bottarelli teme una mossa da oltre oceano, non solo per ammorbidire la Germania, ma addirittura per mandare a gambe all'aria l'intera architettura finanziaria europea.

"E se per caso gli Stati Uniti stessero utilizzando Wall Street per appiccare un altro incendio doloso nell’eurozona, utilizzando i bond sovrani e la questione greca (stranamente a rialzare la tensione ci ha pensato l’irrigidimento dell’Fmi, guidato sì da una francese ma di stretta osservanza yankee) come accelerante nella speranza di innescare una correzione il cui conto principale sia pagato dall’Ue, salvo poi riattivare la stamperia con il QE4 e salvare Wall Street dal suo destino di Lehman 2.0? Una cosa è certa, se quella di ieri è stata la prova generale di tenuta dei mercati da un attacco speculativo in grande stile, c’è poco da stare allegri e le voci di un assalto all’Italia per metà giugno ormai si sprecano negli ambienti finanziari. Probabilmente è soltanto dietrologia ma l’accelerazione decisionista del governo Renzi in quest’ultimo periodo, con il coté dell’Abi che spinge molto preoccupata perché la “bad bank” diventi priorità dell’esecutivo, sono segnali che aprono interrogativi."
(www.rischiocalcolato.it)

Una cosa è certa. Troppi nodi stanno venendo al pettine in questo 2015. La Fed che non sa più cosa fare esattamente, che ha armi spuntate, e getta nell'insicurezza i mercati mondiali. Lo stesso le altre grandi banche centrali. Le mega bolle finanziarie mondiali che sembrano prossime ad esplodere. La ripresa mondiale che non si vede, anzi pare che gli Usa stiano per entrare in recessione (altro segnale qui, non fidatevi troppo delle statistiche manipolate sul lavoro), che anche la Cina precipiti velocemnte verso recessione e crisi da debito eccessivo. Inutile parlare dell'Europa: un morto che cammina. Qualcosa di grosso e deleterio dovrà accadere quanto prima. E' matematico.


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