martedì 28 aprile 2015

La crescita Usa solo un mito



L'esempio da seguire sono gli Stati Uniti. Li' la crescita è evidente. Così evidente che alla Fed cominciano ad avere seri dubbi: sarà il caso di alzare i tassi di interesse, o di continuare il quantitative easing? La ripresa in atto è così forte da sopportare un aumento dei tassi di sconto, o piuttosto è così fragile che un loro aumento causerebbe la caduta del mercato azionario, che vive una stagione straordinaria grazie solo e soltanto ai tassi a zero?

"Come previsto, anzi come inevitabile comincia a farsi strada la teoria secondo la quale l’aumento della massa monetaria indotto dall’acquisto di debito pubblico (e poi qualsiasi altra cosa) debba essere reso permanente. Un Tool sempre a disposizione e utilizzabile alla bisogna (cioè sempre e in aumento geometrico).
Zero hedge riporta: 

Considerato tutto questo, non siamo sorpresi di apprendere che in un nuovo documento intitolato "Parliamo di quali strumenti politici La Fed dovrebbero usare 'normalmente' ", il Boston Fed sta suggerendo che il QE deve diventare uno strumento permanente a disposizione della Fed. Dopo tutto, la "stabilità finanziaria" dipende da questo ...

     Durante l'inizio di una crisi economica e finanziaria molto grave, nel 2008, il tasso dei fondi federali ha raggiunto la soglia zero (ZLB). Con questo strumento di politica monetaria primaria quindi reso inefficace, nel novembre 2008, la Federal Reserve ha iniziato a utilizzare il suo bilancio come strumento di politica alternativa quando ha cominciato gli acquisti di asset su larga scala. Ora l'attenzione si rivolge al modo in cui la Fed dovrebbe passare di nuovo ad un orientamento di politica monetaria più convenzionale. In gran parte manca una discussioni sull' "exit strategy" della Fed è una considerazione che forse dovrebbe mantenere, non eliminare, gli strumenti di bilancio.


Sempre più nel territorio inesplorato, anche se una profezia si sta avverando, NON E’ POSSIBILE TORNARE INDIETRO SENZA UN COLLASSO FINANZIARIO"
(www.rischiocalcolato.it)

Non è possibile tornare indietro. Si va avanti alla cieca, perché anche continuare su questa strada potrebbe portare al disastro: mercato azionario inflazionato all'inverosimile, crescita dell'economia reale del tutto insufficiente. Prima a poi un evento qualsiasi potrebbe provocare il panico e i mercati potrebbero crollare ugualmente, perché la bolla finanziaria è gonfiata al limite. I nervi degli investitori sono tesi come corde di violino.

"È ufficiale, gli Usa sono in recessione. E non lo dice il sottoscritto (che tra l’altro lo ripete da settimane), ma cominciano a dirlo gli stessi organi di informazione e analisti statunitensi, allarmati dall’ininterrotta messe di dati macro negativi, culminati la scorsa settimana in una vera e propria apoteosi, con il Surprise Index di Bloomberg che venerdì ha toccato un livello raggiunto l’ultima volta proprio durante la grande recessione. A quota -0,783, l’indice nei suoi 15 anni di vita sta infatti seguendo la traiettoria in negativo toccata soltanto altre due volte:
all’inizio del 2009 con il record di -0,996 e a marzo 2011, quando arrivò a -0,950. E la cosa più importante è che il Surprise misura i dati relativamente alle proiezioni degli economisti, quindi di fatto sbugiarda quanto finora predetto, costringendo tutti a una revisione al ribasso di stime troppo ottimistiche per il 2015.


Soltanto tra giovedì e venerdì scorso i vari enti governativi Usa hanno reso noto che le richieste di disoccupazione iniziali nella settimana conclusasi il 18 aprile sono salite a 295mila unità dalle 294mila della settimana precedente, ma soprattutto contro un consensus orientato verso un calo a 287mila; il sondaggio mensile di Markit tra i responsabili acquisti delle aziende manifatturiere ha mostrato un rallentamento nell’attività rispetto ai dati preliminari di aprile, con l’indice principale calato a 54,2 da 55,7 e contro un consensus orientato verso un dato invariato; la vendita di nuove case a marzo è letteralmente crollata dell’11,4% contro un calo medio atteso del 4,5%; il misuratore mensile dell’attività manifatturiera della Fed di Kansas City è sceso a -7 in aprile dopo il -4 di marzo, contro una stima attesa di un aumento a -2; gli ordinativi di beni non legati alla difesa sono scesi del 4,6% a marzo su base annualizzata. E per finire, come ci mostrano i primi due grafici a fondo pagina, la crescita dell’export è negativa, come si è notato durante le due ultime recessioni e i dati macro Usa nel loro complesso ora sono al minimo da sei anni.


Dopodomani si conoscerà il dato del Pil del primo trimestre, con gli economisti interpellati da Bloomberg che si attendono un +1%, nettamente al ribasso rispetto al +2,2% delle previsioni di fine 2014. E di più, cominciano i timori anche per l’eventuale rimbalzo della crescita nel secondo trimestre. Già oggi il consensus della Macroeconomic Advisers Llc di St. Louis prevede per il periodo aprile-giugno una crescita del 2,2% contro un dato precedente del 2,4% e addirittura il +2,8% soltanto del 7 aprile scorso

...
Insomma, anche chi fino a ieri negava la
nuova crisi, ora deve ammettere che i calcoli sono stati fatti male - o comunque sull’onda di un eccessivo
ottimismo - e si ricomincia a calciare in avanti la lattina, nella speranza di un miracolo o di una guerra in piena
regola.

...
Guardate il primo grafico a fondo pagina, ci mostra come l’intera bolla tecnologica che ha mandato lo scorsa settimana il Nasdaq ai massimi storici dal marzo 2000 (con tg e grande stampa pronti a leggere quel picco come la riprova della turbo economia statunitense) sia tenuta in vita unicamente da un’azienda, ovvero Apple. Stando a dati di FactSet, il dato annualizzato del primo trimestre riguardo la crescita della ratio utile per azione nel settore Information Technology è allo 0,7%, ma escludendo Apple questo crolla a -5,1%.



 ...
Per chi poi teme le coincidenze con il demoniaco, la correzione ribassista che abbiamo vissuto l’ultima volta portò lo Standard&Poor’s al minimo di 666 punti: per capirci, oggi siamo a 2117. E che la correzione potrebbe essere senza precedenti ce lo dimostra anche il fatto che in contemporanea ai multipli da tso obbligatorio di Wall Street, abbiamo un mercato equities cinese completamente in bolla e basato sul margin trading: la follia collettiva cinese per il mercato azionario è infatti ormai fuori controllo, visto che solo la scorsa settimana sono stati aperti 3,25 milioni di conti titoli, il doppio di quanto registrato nel picco dell’euforia della bolla del 2007! Non è quindi un caso che venerdì scorso, il numero uno di Saxobank, Steen Jakobsen, di ritorno da un road-show mondiale, ha descritto in questi termini la situazione globale dell’economia: «Gli imprenditori a livello mondiale stanno annegando in questa realtà di nulla. Viviamo in un mondo di zero crescita, zero inflazione e zero speranza. Se la Fed alzerà i tassi, questo atto si tramuterà in una margin call sull’economia globale»."
(www.ilsussidiario.net)

Secondo Bottarelli, l'unico modo per risollevare l'economia reale Usa, è una guerra. E purtroppo sono d'accordo, in quanto i vari Qe miliardari non hanno prodotto risultati tangibili. E a quanto pare anche parte dell'amministrazione Usa è conscia di questa situazione. Non mi spiego altrimenti tutti gli interventi militari inconcludenti fatti dagli americani nel medio oriente. Tentano di fomentare una guerra mondiale, di creare l'incidente perfetto? Per non parlare dell'Ucraina e della campagna diffamatoria verso Putin e la Russia.

Sta di fatto che la crescita Usa, come qualla italiana del resto, è solo un mito inventato dai media. Un tentativo di infondere ottimismo, di far avverare un auspicio. Ma non funziona più. Solo la pubblicità senza la sostanza, non è in grado di trascinare l'economia americana.
Una recessione in Usa, ovviamente avrà ripercussioni poi in Europa. Dove sarà sempre più difficili per i partiti tradizionali avere il consenso necessario per governare. Si aprono praterie elettorali per nuovi movimenti, ma purtroppo anche per vecchie ideologie che si pensava di aver superato dopo la sconfitta del nazismo.

Nessun commento:

Posta un commento