giovedì 23 aprile 2015

Il vallo Libico



La storia è sempre difficile da interpretare. In effetti ci sono mille tipi di storia, quanti sono i criteri adottati dagli storici per spiegarci i fatti del passato. Sicuramente, comunque, una delle cause attribuite alla caduta dell'Impero Romano, è l'invasione dei popoli barbari. L'Impero Romano non era solo uno Stato, era una civiltà, un sistema di valori e di vita di milioni di cittadini/sudditi abitanti attorno al Mediterraneo.

I barbari erano abitanti del nord ed est Europa con valori ben distanti e diversi. Sicuramente erano meno raffinati e dotati di una cultura sommaria non confrontabile con quella dei cittadini romani. Ma erano portatori di sangue fresco e rinnovato. Mentre i cittadini romani avevo raggiunto un certo benessere e si erano "inflacciditi" ed impigriti. Troppe terme, troppi giochi gladiatori, troppe corse di bighe, troppi lussi e stravizi... a poco a poco il mito del rude centurione che marcia sul mondo era andato sbiadendo. Ai giovani non interessava più girare e conquistare il mondo al seguito di una legione.

"Le invasioni dei barbari sfasciarono l'Impero Romano: è questa una proposizione formalmente corretta, ma sostanzialmente superficiale: quindi, inesatta. Già alla fine del II secolo d.C. i confini dell'Impero si aprono per accogliere pacificamente nuclei sempre più consistenti di "barbari", destinati a riempire i vuoti nelle legioni e a presidiare le terre di frontiera. I Romani non vogliono più combattere: tra l'altro, si avvertono le prime avvisaglie della crisi demografica, che è provocata non da carestie o dal tracollo della produzione agraria (lo dimostrò Rostovzev), ma dal fatto che si alza dovunque, e in tutti i ceti, anche se in misura diversa, il tenore di vita. Sono tempi agitati: e anche i ricchi non vogliono figli. Nell'ultimo secolo della sua storia, a difendere l'impero dalla minaccia dei "barbari" sono generali "barbari". "
(www.ilmediano.it)

Evidentemente qualche parallelo lo si può fare con il presente. Oggi i barbari non scendono più dalle valli alpine con gli spadoni, ma si riversano da sud sui barconi (forse domani imbracciando un'arma utomatica). Ed anche oggi noi occidentali siamo in declino, in pesante crisi demografica. Siamo vecchi e spaventati dalle masse di giovani affamati e disperati che tentano di invaderci dal sud del mondo. Dove la percentuale di giovani supera quella dei vecchi al contrario di quanto sta avvenendo ormai ovunque in occidente. I nostri eserciti poi non sono più popolari, ma composti da professionisti come quelli della fine del periodo imperiale romano.

"Il 20 giugno 451, quando si scontrò con il generale "romano" Ezio ai Campi Catalaunici, tra Troyes e Chalons, Attila controllava, direttamente o indirettamente, quasi tutta l'Europa centrale. In questa battaglia, che fu vinta da Ezio e che prolungò per poco più di un ventennio l'agonia dell'Impero, non c'erano italici: c'erano, anche divisi tra le due parti, Ostrogoti, Visigoti, Franchi, Sarmati, Gepidi, Eruli. E Unni, ovviamente."
(www.ilmediano.it)

Forse è una storia che si ripete sempre uguale. I popoli affamati di pane e gloria si avventano su quelli vecchi e deboli, come i leoni sulle prede più deboli in coda ai branchi.
Seguendo un documentario televisivo ho constatato che la stessa cosa successa ai romani, accadde ai cinesi quando i Mongoli scesero dal nord dell'Asia. Anche in quel caso, i cinesi si erano impigriti ed avevano demandato le difese dell'Impero Celeste ad eserciti di mercenari. Che immancabilmente cambiavano fronte alleandosi con il più forte. Spero che non ci tocchi la stessa sorte con i moderni eserciti di contractors. La storia cinese poi ci insegna che erigere muri, anche i più poderosi e lunghi mai realizzati dall'umanità, non serve a nulla. Come non servirono i vari valli romani a fermare germanici ed atri barbari.

L'impressione che si ha di questi tempi, è che anche per noi il tempo stia per scadere. I valli marittimi che stiamo costruende, che si chiamino "mare nostrum" o "triton" non saranno mai efficaci. Ci salva ancora la superiorita tecnologica. Ma forse non basterà. Non bastò ai romani che erano grandi costruttori di difese e macchine da guerra, non bastò ai cinesi che possedevano micidiali catapulte con proiettili incendiari. Forse non ci basteranno F35, droni e cruise.

Sicuramente blocchi navali, bombardamenti selettivi ed altri valli a dividere il Mediterraneo non saranno sufficienti e fermare l'inevitabile invasione di sangue fresco dal sud del mondo. I nostri figli e nipoti dovranno essere disposti a mettere in discussione certi fondamenti della nostra civiltà, se vorranno vivere in un mondo privo di conflitti. I vari Salvini, e lo stesso Renzi che vorrebbe bombardare i barconi sulle spiagge libiche, si illudono e ci illudono di fermare una forza distruttice e trasformatrice. La nostra epoca classica volge al termine. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che sta per tornare un'epoca da medioevo.

Già si avvertono le avvisaglie, con dichiarazioni di autorità ecclesiastiche islamiche radicali, rappresentanti della nuova cultura che ci invaderà, che sembrano farci ritornare indietro di mille anni: per esempio si sostiene  che la Terra è piatta e il sole vi gira attorno, o che se un'uomo mentre amoreggia con sua moglie pensa ad un'altra il figlio nascerà gay...
Non ho un'idea chiara di quale fosse la cultura di Attila, ma dubito che leggesse Aristotele od Omero. Parte della nostra cultura adrà persa e sarà riscoperta in futuro, come avvenne per i classici.

E' difficile invertire le sorti di una società matura come la nostra. Proprio perché matura, non è più in grado di pensare spericolatamente come fanno i giovani, ma si trincera in difesa. E chi resta in difesa ha già cominciato a perdere la battaglia.


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