lunedì 26 maggio 2014

Mega sorpresona!


Questa notte non potevo credere ai risultati degli exit pool per cui ho deciso di aspettare la luce del di per commentare.
Ancora una volta i sondaggi preelettiorali sono da buttare nel cestino: non ne hanno azzeccata una che sia una. Nemmeno la mega vittoria Pd.

Malgrado la situazione ai limiti dell’allucinazione, le cose stavano proprio così come annunciate fra le 23 e mezzanotte. Persino i giornalisti di fede piddina ieri erano increduli. Anche perché molti di loro sono critici con Renzi, ed ora con una valanga elettorale del genere devono starsene zitti. Come dovranno farlo i vecchi dirigenti del Pd che aspettavano il Matteo al varco per vendicarsi. Ora Renzi ha veramente in pugno il partito.

Certo c’è da rimanere esterrefatti: ma allora non è vero che l’Italia è in crisi, che la linea economica dell’Europa ci uccide, che c’è una disoccupazione di tipo bellico, che le aziende chiudono ecc. ecc. Gli elettori piddini sembrano dire tutto va bene. Continuiamo così. Sinceramente la politica italiana è sempre più avvincente. I colpi di scena si susseguono. Ti aspetti un andamento e succede l’opposto. Quello che non si capisce più è come ragionano i nostri compatrioti: forse ha ragione Travaglio, gli italiani sentivano l’esigenza di aggrapparsi ad un nuovo “ducetto”, visto che ormai il vecchio satiro non garantisce più un avvenire.

Questa volta sono bastate promesse e slogan già ben collaudati, gli italiani conoscono bene i messaggini dei noti cioccolatini della Perugina…

Anche andando a scavare più a fondo sul voto, tenendo conto del calo di affluenza, si può vedere un aumento dei voti al Pd renziano, rispetto a quello bersaniano del 2013:

- nel 2013 il Pd sotto Bersani prese il 25,42% dei voti (alla Camera), che con una partecipazione del 75,19% significa un voto effettivo del 19,11% (furono 8.644.523 milioni di voti);

- ieri 2014 il Pd con Renzi prende il 40,81% dei voti, con una partecipazione del 57,22%, quindi un voto effettivo del 23,35% (11.200.000 milioni circa di voti);

Come si può constatare l’incremento è effettivo. Sono gli altri a crollare. Grillo perde quasi 3.000.000 di voti, e Forza Italia/Pdl 1.500.000 di voti (considerando anche la scissione Ncd). Si potrà dire che gli elettori grillini e di Berlusconi sono quelli rimasti a casa, il che è possibile visto che hanno votato 7.000.000 di persone in meno. Ma non è una scusa. Evidentemente non erano sufficientemente motivati, o lo erano di più dagli 80 euro di Renzi.

Ora parafrasando Grillo, se c’è qualcuno che può pretendere il 51% dei voti, è proprio il Pd renziano. E secondo me ce la può fare. Basta mantenere il ritmo di promesse e di bacchettate ai vecchi esponenti piddini quando le cose vanno male. Certo ora gli avversari sono così spaventati che non so dove andranno a finire le riforme costituzionali. Forza Italia ridotta a gravitare intorno al 15%, e Ncd assestato al 4% con il rischio di scomparire, potrebbero avere comportamenti contraddittori: cioè potrebbero fare di tutto per arrivare fino al 2018 per avere il tempo di riorganizzarsi e nello stesso tempo impedire a Renzi di avere altri successi nel suo curriculum.

Lo stesso vale per il M5s che se prima ambiva a qualche moderata collaborazione, ora probabilmente chiuderà le porte in faccia al Pd ogni volta che questi chiederà aiuto.

Non so in questo momento dire se il mega successo renziano porterà anche fortuna all’attuale legislatura. E’ probabile che molti più esponenti Pd critici diventeranno renziani. E’ anche probabile che molti esponenti della sinistra residuale (tipo Sel) o del centro inesistente (casiniani, montani, anche Ncd ecc.) salteranno il fosso per dare una mano al vincente e poter così prolungare la propria carriera politica. In questo caso Renzi potrebbe contare su numeri in crescita in Parlamento e tentare di portare a termine le riforme. Ma se lo farà non sarà probabilmente aiutato da Berlusconi.

Forza Italia invece deve ripensarsi completamente. Il centro destra dovrà decidere come riorganizzarsi senza Berlusconi una buona volta. Anche perché ormai il vecchio leader non porta più voti. Faranno le primarie? Arriverà Marina B.? I vari partitini si fonderanno di nuovo in un nuovo Pdl? Credo faranno molta fatica a prendere queste decisioni, poiché non hanno nel centro destra un nuovo leader carismatico come Renzi che decide per tutti.

Anche Grillo deve ripensare alla sua strategia. Ma qui sinceramente non saprei in che modo. Non vedo come contaminando il movimento con collaborazioni di governo questo possa averne un vantaggio. Diventerebbe esattamente un partito come gli altri. Probabilmente gli italiani non sono ancora pronti per questo tipo di politica diretta e pulita, hanno un problema di autoconsapevolezza della propria situazione economica-sociale. E’ vero che il messaggio grillino è spesso troppo lugubre, troppo triste, troppo crudo e pessimista. Ma purtroppo dire la verità molto spesso non è divertente. Come dice Travaglio gli italiani hanno bisogna di qualcuno che li imbonisca di messaggi positivi, anche se il momento è del tutto diverso e richiederebbe appunto consapevolezza. Così gli italiani rischiano di punire chi li vorrebbe salvare e di premiare i propri aguzzini. Ma che si può fare? Una terapia psichiatrica di gruppo?

Mentre la Francia sembra ribellarsi all’austerità tedesca, gli italiani non comprendono la situazione e votano pro governo. E’ pur vero che anche quello italiano è un voto populista. Ma un populismo governativo, in stile più sudamericano che rivoluzionario.

Intanto lo spread torna a scendere, e le cose procedono come prima. Ma lo stesso accadrà nel resto d’Europa, poiché l’Italia fa scuola. Nel 2013 il M5s è apparso all’improvviso spaventando i tecnocrati europei, ma un anno dopo è già in declino. Se fossi nella testa dei dirigenti di quest’Europa antidemocratica penserei che lo stesso destino si paleserà fra un anno per Farange e la Le Pen. Quindi quello che devono fare per vincere, è resistere un altro anno facendo esattamente quello che hanno fatto finora, senza cambiare di una virgola le loro politiche economiche suicide.

Torno alla mia vecchia convinzione. L’unico modo per uscire da questa situazione assurda, è un scontro truculento con la realtà. Quando economie e nazioni salteranno perché insostenibili, allora usciremo dall’icubo. Ma sarà come la sveglia al mattino: un trauma per molti e la fine dei sogni per tutti.

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