mercoledì 30 aprile 2014

Si fa la qualunque pur di negare la crisi dell'euro


A volte mi viene da sorridere leggendo di tutti i sotterfugi piccoli e grandi che si stanno mettendo in atto pur di nascondere in occidente il cattivo stato dell'economia reale, ed in Europa il cattivo regime creato dall'euro. Ormai Tremonti, accusato tempo addietro di finanza creativa, dovrebbe fare corsi serali di recupero. Siamo già oltre la piccola menzogna, siamo alla bugia codificata per legge.

In casa nostra Renzi e Padoan producono un Def pieno di speranze e vuoto di coperture, eppure va bene così. L'avesse mai fatto il governo Berlusconi... sarebbero comparse copertine patinate "Unfit" in ogni dove del vecchio continente. Ma lasciamo perdere, del resto la politica è fatta così, si fa in fretta ad accusare l'avversario di malafede e altrettanto in fretta a comportarsi nello stesso modo.

Renzi comunque la si voglia vedere, è il classico esemplare umano che si può definire "nato con la camicia" (o con gran lato "B"). Infatti entro breve in Italia si vedrà finalmente l'agognata crescita e il nostro premier potrà intestarsi meriti da statista... peccato che sarà un mezzo falso:

"La Commissione europea oggi (16/01/2014 ndr) ha pubblicato un documento (http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-14-21_en.htm) in cui delinea la nuova metodologia per il calcolo delle statistiche pubbliche dei Paesi membri da parte di Eurostat, che potrebbe tramutarsi per l'Italia in un incremento tra l'1% e il 2% del dato pregresso del pil 2011.

Una previsione analoga viene fatta per la Spagna e il Portogallo. Mentre per la Germania e la Francia il beneficio sarebbe maggiore, compreso tra 2 e 3 punti percentuali di pil. Addirittura per la Finlandia e la Svezia il contributo positivo della nuova metodologia potrebbe arrivare fino al 5% del pil 2011.

La nuova metodologia ha già portato negli Usa, dove è stata adottata nell'agosto 2013, a un incremento del pil del 3,5% per gli anni dal 2010 al 2012. L'Europa intende recepirla nel 2014, in modo coordinato. Ma quali sono i principali cambiamenti che verranno introdotti?

In primis, il riconoscimento che la spesa in ricerca e sviluppo ha natura di investimento. Le spese in ricerca e sviluppo sono registrate come investimenti fissi lordi e non più come spesa corrente. Ciò permetterà di aumentare il prodotto interno lordo dell'Unione europea di circa l'1,9%
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In secondo luogo, il riconoscimento che la spesa per gli armamenti ha carattere di investimento. A causa della loro natura potenzialmente distruttiva, in precedenza gli armamenti venivano registrati come consumi immediati. Il nuovo sistema, invece, riconosce realisticamente il loro potenziale produttivo per la sicurezza esterna di un Paese, nell'arco di diversi anni. Questo li identifica come investimenti fissi lordi. Ciò consentirà di aumentare il prodotto interno lordo dell'Unione europea di circa lo 0,1%.

In terzo luogo, il valore dei beni inviati all'estero per l'elaborazione non avrà più un impatto sulle esportazioni lorde
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ESA 2010 registra solo un servizio di esportazione. Ciò ridurrà leggermente il livello delle esportazioni e delle importazioni, ma non influenzerà il saldo globale.

In quarto luogo, è stata presentata un'analisi più dettagliata dei regimi pensionistici. Una tabella complementare obbligatoria mostrerà infatti in modo trasparente le responsabilità di tutti i regimi pensionistici, al fine di migliorare la comparabilità tra i Paesi. ESA 2010 dovrebbe anche migliorare significativamente la misura del contributo dei servizi assicurativi al pil.

In base al sistema precedente, questo contributo era basato sulla differenza tra premi e sinistri. Dato che il livello dei sinistri può essere molto volatile (le catastrofi sono sempre più frequenti), il risultato era volatile."

(www.milanofinanza.it)

Per ora il governo nostrano deve comunque accontentarsi barcamenandosi con vecchi barbatrucchi che nemmeno Silvan...




"Come si osserva, dal 2000 fino al 2007/2008, le traiettorie del debito pubblico e del Pil sono del tutto analoghe, con una lieve diminuzione del rapporto tra debito e Pil (linea verde) durante gli anni di maggiore espansione economica.
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Ad oggi la situazione è imparagonabile rispetto ad allora, sotto tutti i punti di vista.
La più grave crisi economica che si è abbattuta sull'Italia in tempo di pace, ha generato qualche milioni di inoccupati (o sottoccupati) in più rispetto ad allora. Le condizioni del sistema creditizio italiano, con oltre 160 miliardi di euro di sofferenze sulle spalle, sono assai più fragili rispetto ad allora, solo per usare un eufemismo.
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Una parte significativa del sistema produttivo è andata perduta, mentre le statistiche più aggiornate ci informano che quasi 10 milioni di individui ballano sulla soglia della povertà. Il debito, dalla fine del 2008 è esploso ed è aumentato di 400 miliardi di euro (ecc. ecc. ndr)
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Ciononostante, il Governo, nella stesura del DEf appare assai ottimista circa l'inversione di tendenza della dinamica del debito pubblico nei prossimi anni, stante anche la fallacia delle previsioni di crescita contenute nello stesso DEF, già superiori rispetto alle previsioni elaborate da altre istituzioni internazionali, peraltro anch'esse assai ottimistiche.

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Si osserva che il debito pubblico,dopo un ulteriore incremento al 134.9% nel 2014, inverte repentinamente la tendenza, fino ad arrivare, nel 2018, al 120,5% (116% al netto dei sostegni ai vari fondi di salvataggio europei), ossia 15 punti percentuali in meno rispetto ai massimi del 2014, in soli 4 anni.
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A parer di chi scrive, la riduzione del debito prevista dal governo è del tutto fantasiosa e non esiste una sola possibilità su un milione che il l'Italia riesca a ridurre il debito pubblico nella misura e nei tempi previsti nel DEF."

(www.wallstreetitalia.com)

Ma il sorriso (amaro), quasi un ghigno,  mi è comparso leggendo il post su vocidallestero.blogspot.it che è un vero spasso, degno del miglior Totò venditore di Fontana di Trevi.

Prendiamo esempio dalla Spagna, come periodicamente si sente dire in Italia. In effetti sono dei fenomeni!

"Secondo la banca di Spagna, l'economia spagnola ha continuato a crescere nel primo trimestre, e l’ha fatto a ritmo accelerato, con un + 0,4% rispetto ai 3 mesi precedenti.
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Il PIL è un dato aggregato ottenuto sommando un certo numero di componenti. Tra queste le principali sono i consumi e investimenti privati, i consumi e investimenti pubblici, e il saldo commerciale.
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Poiché le importazioni sono scese più delle esportazioni, il contributo al saldo commerciale è stato positivo e ha aggiunto uno 0,2% di crescita (metà della crescita complessiva). Se solo le importazioni fossero calate meno, diciamo solo dello 0,6%, il PIL spagnolo sarebbe cresciuto la metà (0,2%), tali sono le stranezze dei calcoli del PIL. Ma certamente non è una notizia totalmente buona il fatto di dover contare su una caduta delle importazioni per avere la miglior crescita registrata negli ultimi anni."

(vocidallestero.blogspot.it)

La Spagna cresce contraendo l'economia... non è geniale? impariamo qualcosa da questi nostri cugini iberici una volta tanto.

Ma veniamo alle vere chicche spagnole:

"Come è noto, alla Spagna è stato dato più tempo per abbattere il deficit pubblico sotto il 3% del PIL da parte della Commissione UE – altri 2 anni. In realtà il paese ha compiuto enormi sforzi per ridurre il deficit, ma i risultati di tali sforzi sono stati spesso molto più limitati di quanto si sperasse. Dopo aver toccato un picco dell’11,2% del PIL nel 2009, il disavanzo è passato dal 9,7% nel 2010, al 9,6% nel 2011 fino al 10,8% nel 2012, per raggiungere infine il 6,6% nel 2013. Ovviamente, questo disavanzo record ha prodotto un aumento enorme del livello del debito pubblico, dal 36% del PIL all'inizio della crisi nel 2007 al livello attuale di quasi il 100%.
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Ma anche questo numero del 6,6% del 2013 non è quel che sembra, dal momento che il governo è stato costretto ad attingere circa il 2% di PIL supplementare dal fondo pensione di riserva ... e un ulteriore 1% del PIL dal Fondo Fornitori
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Anche in questo modo, per ottenere il 6,6% ... il governo è stato costretto a chiudere il bilancio dello stato il 25 novembre."

(vocidallestero.blogspot.it)

Questa è fantastica, ce la dobbiamo proprio segnare. Ecco come si fa a far scendere il deficit, si chiude il bilancio prima. Prima di fare spesa!

"Da qui discende l’enigmatica affermazione della Banca di Spagna che sia i consumi pubblici che gli investimenti sono cresciuti nel primo trimestre dopo “la loro brusca discesa nei mesi finali del 2013”. La brusca discesa era in parte dovuta al limite temporale..."
(vocidallestero.blogspot.it)

Ecco come si comportano i grandi statisti, con i trucchi da casinò. E poi c'è sempre una regola d'oro per vivere tranquilli, non dire mai in giro quanti debiti hai. Tenersi sempre un po' sul vago aiuta ad allungare la vita (contabile).

"In realtà, la misura di contabilità EDP sta diventando uno strumento sempre più spuntato per misurare l'entità della spesa pubblica spagnola e la dinamica del suo debito. Secondo i dati della Banca di Spagna c'erano qualcosa come 1.350 miliardi di euro di obbligazioni governative spagnole in circolazione alla fine del 2013, rispetto ai 961 miliardi di euro che vengono conteggiati come debito secondo le regole dell’EDP. Mi sono dedicato a questa questione qualche anno fa, ma lasciando perdere i dettagli - grosso modo - è chiaro che c’è in giro molto più debito spagnolo di quanto molti credano.
...
Non si vuole qui suggerire che il debito sovrano lordo spagnolo è del 132% del PIL (come suggerirebbe una lettura superficiale) – la realtà è più complicata – ma che è certamente molto più alto rispetto al 93,9% del PIL che risulta a Bruxelles secondo i criteri dell'EDP. "

(vocidallestero.blogspot.it)

Hai capito lo spagnolo parsimonioso? Mica come gli italiani che hanno fatto il debitone negli anni '80 con diccì, piccì e psi, e nei 2.000 eravamo già oltre il rapporto depito/Pil del 100%. Loro, gli spagnoli, nel 2007 erano al 36% e oggi, zitti, zitti (nel senso che lo tengono nascosto) ci hanno raggiunti in un baleno al 132%! Accipicchia, un incremento del 267% in soli sette anni! Sono veramente dei geni dell'economia...

Ma come dicono tutti, come già molti affermavano all'epoca di Zapatero, prendiamo esempio dagli spagnoli. Vuoi vedere che questa volta la Fontana di Trevi non la vendiamo solo nei film?

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