domenica 23 febbraio 2014

Se cede la Cina crolla tutto


Ci troviamo in quei periodi di quiete che precedono la tempesta. Non esistono economie mondiali che eccellono particolarmente. Solo quella tedesca grazie al vantaggio ottenuto dall'euro pare essere in equilibrio. In realtà è un'economia fortemente sbilanciata sulle esportazioni che rischia di schiantarsi violentemente quando tutto il mondo smetterà di crescere.

L'Europa la conosciamo bene, è quella è. Un centro più o meno in salute, ma con crescita anemica, una periferia in recessione sempre più pesante. Gli Usa hanno ancora una crescita che farebbe invidia anche ai tedeschi, ma mentono sulle reali condizioni della loro economia per darsi coraggio. Hanno stampato miliardi di dollari per comprarsi un po' di questo coraggio, ma che non hanno reso in termini di Pil quel che avrebbero dovuto. Hanno rischiato di far diventare carta straccia sia il dollaro che i loro titoli di Stato, con il rischio che la Cina li vendesse in blocco per disfarsene e quindi di perdere la loro egemonia planetria. Invece ora anche la Cina rischia di veder svalutare la sua moneta come carta straccia a causa degli enormi investimenti immobiliari fallimentari e volti al sostegno ad un manifatturiero in sovra produzione.

"Negli ultimi giorni vi abbiamo avvisato che l’economia USA non gode affatto di buona salute, specie si consideriamo il fondamentale settore immobiliare che attualmente è in piena contrazione.
Ora vorrei farvi vedere come anche l’altro gigante, la Cina, stia vivendo un momento quantomeno di rallentamento attraverso alcuni inequivocabili indicatori:
1 -Patiamo come sempre dalle aspettative dei manager che lavorano nel settore manifatturiero (indice PMI):
...
Media di Stato cinesi hanno a lungo accusato analisti stranieri di essere troppo al ribasso per l'economia cinese. Gli analisti guardando dall'esterno sono spesso detto di essere troppo ansiosi di essere "declino cantando"-chang Shuai-quando si tratta di prospettive dell'economia.
Questa volta, proprio gli economisti cinesi sembrano cantare una canzone pessimista sulle prospettive di crescita. Forse non sono così negative come quelle fastidiose controparti-che stranieri secondo almeno un rapporto dei media statali cinesi sono raccontate al fine di evitare, ma sono sempre più franco circa il rallentamento della crescita e l'aumento del rischio finanziario.
"Ora siamo in una fase dolorosa", ha detto l'economista Wang Luolin un seminario di questa settimana. "Non dobbiamo cercare di vestire le cose", ha detto il consulente per l'Accademia Cinese delle Scienze Sociali, un governo think tank.
Yu Bin, ricercatore senior presso l'influente Development Research Center nell'ambito del Consiglio di Stato, ha una visione simile pessimista.
"Il fatto è che la crescita economica della Cina sta affrontando notevole pressione al ribasso", ha detto. "Non credo che dovremmo ottenere le nostre speranze per la crescita di quest'anno."

2- poi c’è un fatto epocale, la Banca Centrale Cinese ha ricominciato a svalutare lo Yuan sul dollaro, un fatto che non accadeva da quattro anni (di lento apprezzamento). Cio significa che al di la dei proclami ufficiali (comunistoidi, roba da vomito) la PBOC pensa che sia necessario un intervento monetario sul siststema il che significa pessimismo.
 

3- Il prezzo del Carbone Australiano (non potendo avere dati su quello cinese) continua ad essere basso, e come noto l’Austrialia è il principale fornitore di Carbone per la Cina. Escluderi un trend di passaggio alle energie nucleari o rinnovabili della Cina (nel breve periodo). Si tratta di minore domanda.

4. Infine la cosa più significativa, ovvero l’inversione sempre più accentuata della curva dei tassi interbancari, cioè su scadenze più brevi ci sono tassi più alti. Questa è una situazione che statisticamente prelude ad un forte rallentamento dell’economia reale (spesso una vera e propria recessione)

Conclusione: mentre le borse cinesi stanno già scontando un forte rallentamento quelle occidentali e il Nikkey scontano tassi di crescita insostenibili. Nella mia opinione siamo in una situazione simile alla bolla internet del 2000 solo che è una bolla ben suddivisa fra obbligazionario sovrano e corporate occidentale e borse occidentali. Entrambi mercati con premi al rischio RIDICOLI.

(www.rischiocalcolato.it)

Lo shock proveniente dall'esterno impattante sull'eurozona, farebbe saltare tutti i calcoli della Germania, la quale intende fare il minimo per vivacchiare e far galleggiare in agonia i paesi periferici:

"La nebbia sui dati macro durerà ancora almeno due-tre settimane e non è chiaro se il mercato riuscirà a mantenersi così ottimista.

Al momento, quindi, vediamo nel breve più potenziale di ribasso (non necessariamente pronunciato) che di rialzo. Per metà anno, invece, le borse potrebbero essere benissimo sopra i livelli attuali.

Il Fondo Monetario, dal canto suo, lancia un monito sulla fragilità della ripresa e sui rischi di deflazione. Il suo rapporto al G-20 (un appello accorato a mantenere politiche monetarie accomodanti) sembra scritto, dalla prima all’ultima riga, per la signora Merkel. Lagarde e Blanchard, che ne sono gli ispiratori, sono cittadini di quella Francia che si sente soffocare ed è costretta a vendere ai cinesi un suo gioiello come la Peugeot.

Il problema, per l’Europa e per il mondo, è che la Germania è perfettamente soddisfatta per come stanno andando le cose a casa sua. Certo, ci sono problemi strutturali come la caotica politica sull’energia (decisa peraltro in totale autonomia), ma per il resto tutto va per il meglio.

L’inflazione è prevista tra l’1.5 e il 2 per cento da qui al 2018, la produzione industriale va bene, così come l’export e l’occupazione. I conti pubblici sono sotto controllo senza nessuno sforzo, il debito scende di anno in anno, l’euro va benissimo dove sta. La Germania non ha nessuno stimolo a cambiare alcunché. Se l’Europa mediterranea veleggia verso l’inflazione zero va benissimo, così recupera competitività. Se inflazione zero e Pil reale a zero significano debito-Pil in continua salita per l’Italia, non c’è problema. Visto che non ha voluto fare le riforme e tagliare la spesa, che ristrutturi il debito o si tassi di più.

Se l’America cresce come previsto, calcola la Germania, l’Italia può andare avanti a galleggiare, mentre gli altri (Spagna, Irlanda e Portogallo), che si sono dati da fare di più, possono continuare a curarsi e a guarire. La Francia è grande e si può arrangiare da sola.

Quella tedesca è una scommessa, ma non è così irrazionale. Il punto debole è che, al presentarsi di uno shock esogeno, la fragilità dell’impianto verrebbe alla luce."

(www.wallstreetitalia.com)

La Germania è un castello di carte pronto a crollare. Le sue banche sono marce fino al midollo, ricolme di scommesse in derivati che non potranno mai essere soddisfatte. La sua domanda interna è bassissima come nel resto d'Europa. Le sue esportazioni però vanno a gonfie vele, fin tanto che non arriverà lo shock esterno. E sta già arrivando, poiché la Germania scommetteva sulle economie emergenti, che invece stanno crollando una ad una. Dovrà accontentarsi del mercato Usa ed europeo, che come già detto non sono in buona forma. E se dovesse arrivare qualche cattiva notizia dalla locomotiva cinese, si fermerebbero anche le piccolissime riprese americane ed europee.

Forse a quel punto la Germania aprirà gli occhi sulle politiche monetarie sbagliate dell'euro. Ma saremo ancora in tempo?

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