sabato 11 gennaio 2014

Il risanamento economico in stile renziano


Il Casaleggio di Renzi si chiama Davide Serra. Non ha inquietanti capelli lunghi e soprattutto inquietanti mitologie cospirative da proporre, ma forse è inquietante per motivi ben più seri:

"Intervistato un anno fa, Renzi diceva: “... non è vero che l’Italia e l’Europa sono state distrutte dal liberismo ma che al contrario distrutte dal liberismo ma che al contrario il liberismo è un concetto di sinistra, e che le idee degli Zingales, degli Ichino e dei Blair non possono essere dei tratti marginali dell’identità del nostro partito, ma ne devono essere il cuore”. In cosa consista questo cuore lo spiega il suo consigliere economico e finanziatore, Davide Serra
...
Questo stronz.o vive a Londra da una vita, anzi si vanta di non mettere piede in Italia da quando si è laureato per cui vive in un paese il cui governo invece di "trovare" 50 miliardi per ridurre il deficit a zero a forza di austerità, dal 2009 fa il contrario, tiene il deficit tra il 10 e il 6% del PIL e la Banca di Inghilterra ha accreditato lei al governo l'equivalente di più di 500 MILIARDI DI EURO. Dove vive questo figlio di buona donna lo stato non dissangua imprese e lavoratori, si fa finanziare dalla Banca Centrale, gratis, con moneta, non con debito. Per cui i titoli di stato inglesi non hanno la "spread"....

(Serra è con Gutgeld di McKinsey uno dei suoi consiglieri e gestisce un fondo hedge specializzato in arbitraggio sui tassi di interesse, cioè specula sulla "spread" di mestiere. Infatti parla solo di "spread", per lui tutto fa perno sulla spread, bisogna sacrificare imprese e lavoratori sull'altare della spread. Attenzione però che una cosa di sinistra la propone, l' aumento delle tasse sulle rendite finanziarie di dieci punti percentuali, dal 20 al 30 per cento, cosa che operando lui con un fondo offshore non lo toccherebbe)

Poi il Serra finanziere fa venire la lacrimuccia, racconta che ha creato con la moglie una fondazione in Kenia con due missionari che tiene dietro ad "alcune migliaia di bambini", cioè: la mettiamo in quel posto a milioni di italiani tagliando altri 50 miliardi di euro e portando la spread a 100 così il mio fondo hedge ci fa 100 milioni...però finanzio missionari in Kenia (che non devono costare tanto e dice che ne paga due...). Tutti questi figli di buona donna a New York o Londra, dopo che hanno spolpato aziende o stati con manipolazione finanziarie rovinando indirettamente tante famiglie del loro paese poi però danno sempre alla fine un poco di soldi ai negri (o alla "Shoa"). Quelli più splendidi a quelli dei ghetti in America o in Inghilterra, che oggi ne ha parecchi, e quelli più oculati in Africa che costa 1/10.."

(www.cobraf.com)

Comunque fatta la tara al personaggio, è più interessante analizzare il pensiero di Serra in merito al caso Italia, che poi diventerà immediatamente il mantra di Renzi (un suggerimento per Crozza, si studi Serra per avere in anticipo le battute su Renzi...):

"Davide Serra svela il Renzi-pensiero in economia

Davvero impressionante sentire Davide Serra, il finanziere amico di Renzi. Si notano 2 cose: quel che dice, e’ ripetuto da Renzi alla lettera. Qui travate l’articolo del Sole 24 Ore a riguardo: riportiamo gli stralci piu’ significativi.

AUMENTO ALIQUOTA RENDITE FINANZIARIE DAL 20% AL 30%

Tra le più importanti misure proposte da Serra per salvare l’Italia c’è l’aumento delle tasse sulle rendite finanziarie, e non di poco, addirittura di dieci punti percentuali, dal 20 al 30 per cento. Una cosa di sinistra. Serra propone di trovare un punto di Pil, circa 10 miliardi di euro, dai profitti sulle attività finanziarie, cioè proprio sul suo business."

Come scrive Zibordi/Cobraf, questa proposta non lo tocca, in fondo Serra vive e opera in Inghilterra dove non si pagano praticamente tasse in ambito finanziario. Comunque, se si analizza la cosa da un punto di vista dello Stato è evidente che le prossime vittima sacrificali saranno i risparmi parcheggiati sotto qualsiasi forma. Il lavoro è già iper tassato, gli immobili pure. Non resta che il risparmio, che sia conto corrente o speculazione in borsa. 
Ne parlano ormai tutti, dall'Fmi alle commissioni europee. Io credo che il prelievo forzoso o il metodo Cipro, o come vorranno chiamarlo, sarà l'ultimo atto dell'era euro. La storia recente italiana insegna (vedi "Facciamo tesoro degli insegnamenti del passato")

"RIDUZIONE TASSAZIONE SU IMPRESE E LAVORATORI

Il maggiore gettito per le casse dello Stato andrebbe a compensare, secondo Serra, una riduzione del 10 per cento delle tasse sulle imprese, per renderle competitive rispetto alle equivalenti europee, e delle imposte sui lavoratori."

Questa è la scusa per aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie. E' il secondo tempo. Come noto in Italia parte puntuale sempre il "primo tempo", cioè la stangata, ma il "secondo tempo", un po' di godimento per il contribuente, non arriva mai. Quindi ho qualche dubbio, non vorrei che poi tutto si traducesse in una manciata di euro aggiuntiva alla mensilità degli italiani. Come ha fatto Letta facendo un tremenda figuraccia.

"APPLICARE IL FISCAL COMPACT E TROVARE 50 MILIARDI

Dobbiamo trovare 50 miliardi di euro l’anno per dieci anni, come dice il Fiscal compact che abbiamo firmato. Del resto quando un’azienda è sovraindebitata, non devi far altro che aggiustare la struttura del debito. Sono dolori, ma l’alternativa è saltare in aria. Il saldo degli aumenti e delle riduzioni non fa zero, per cui resterebbero da recuperare altri 10 o 15 miliardi di euro con precise misure anti evasione (che vedremo subito) e con la riduzione degli sprechi pubblici attraverso il metodo della Consip sui costi standard dell’amministrazione pubblica."

Qui non so se piangere o ridere o tutte e due assieme. Mi pare pura fantascienza reperire 50 milardi di euro quando abbiamo assistito a quasi un anno di balletti di Saccomanni, Letta e Alfano per abolire l'Imu da 2 o 3 miliardi, poi sostituita da una tassa più salata.

Ma voglio provare a dar credito alla proposta di Serra, perché più avanti tenta di spiegare come farebbe a recuperare la cifra incredibile che equivale al 3% del Pil e al 6% della spesa pubblica.

"FARE PRESTO….

Sono dolori, ma l’alternativa è saltare in aria. Abbiamo il terzo debito del mondo, l’ottavo Pil che va verso il decimo, la terza disoccupazione giovanile e siamo 49esimi in competitività. Ogni anno perdiamo giri: o si prendono le decisioni o si salta.

SPOSTARE L’INDEBITAMENTO DAL PUBBLICO AL PRIVATO

Il primo problema è il debito sbilanciato: troppo debito pubblico, poco privato e poco delle aziende. Questo blocca la crescita."

Mi pare un'idea bislacca e inutile. Nei paesi anglosassoni, ma in generale fuori dall'Italia, i privati tendono ad indebitarsi molto di più di quanto fanno gli italiani. Il debito è usato nei paesi anglosassoni in particolare per far crescere la domanda. La domanda interna in effetti è quella che attualmente manca in Italia, ma ormai in tutto l'Occidente. Ma il problema della mancanza di domanda interna è dovuta alla progressiva scomparsa della classe media a causa di delocazioni produttive ed alla compressione dei salari.

Ciò che serve per creare domanda interna e crescita di salario, non più debito privato. L'eccesso di debito privato produce poi le crisi dei mutui subprime, per esempio.

Se poi invece Serra intende solo il debito delle imprese, cioè che le banche dovrebbero smettere di acquistare bond e cominciare a finanziare le aziende, è ancora peggio. Non perché non sia un bene, ma perché oggi c'è già un eccesso di produzione. Continuare ad agire dal lato dell'offerta non serve a molto.

"TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA

Il settore pubblico è la metà del nostro Pil, e non è il miglior operatore, anche a causa della corruzione congenita del nostro sistema. Prendiamo i numeri: abbiamo 2.000 miliardi di debito e un prodotto interno lordo di 1.600 miliardi, 850 dei quali sono spesa pubblica: pensioni, sanità, spesa corrente e interessi sul debito. Lo spread va abbattuto perché non incide soltanto sui 80 miliardi di interessi che paghiamo sul debito, ma anche sul costo del denaro che le banche prestano ai privati e alle aziende. C’è una sola soluzione: tagliare la spesa pubblica e riqualificarla togliendo sprechi e allocando correttamente le risorse, anche per migliorare i servizi.

LOTTA ALL’EVASIONE ELIMINANDO LE DEDUZIONI ED ABOLENDO IL CONTANTE

C’è da recuperare denaro dall’evasione, una delle cause del debito, e c’è da semplificare il sistema tributario che è una cosa da pazzi. Quando in Inghilterra faccio la dichiarazione, il mese dopo mi dicono quanto gli devo, e non ci sono deducibilità. Semplice. Le deducibilità sono fatte per comprare voti. Ci vuole una semplificazione totale. Siamo primi nell’economia sommersa: l’ultimo dato è del 21,5 per cento. Fino a qualche anno fa in Corea del Sud era al 20 per cento, ma il Fondo monetario ha imposto l’uso delle carte e in poco tempo l’evasione si è ridotta al 5 per cento. Da noi abolirei il contante e per i controlli farei incrociare le dichiarazioni dei redditi e il flusso di cassa a un operatore non italiano, a Google o al software usato dallo Stato francese. Altra cosa: i lavoratori autonomi sono il 32 per cento, ma valgono soltanto l’8 per cento delle entrate fiscali: 13 miliardi sui 165 del gettito da lavoro. I non dipendenti dovrebbero pagare una cinquantina di miliardi in più, una cifra intorno al 3 per cento del Pil. Senza questa evasione ventennale avremmo un rapporto debito-Pil del 60 per cento invece che del 130. E a noi basta arrivare al 100."

Rispetto a molti italiani le cui menti sono state forgiate da anni e anni di propaganda anti evasione, ho molte perplessità rispetto alla lotta all'evasione. Sicuramente abolendo il contante si elimina una fetta di nero. Questo è indubbio. Certo non è così facile: se un pensionato americano gestisce agevolmente una carta di credito che gli hanno messo in mano dagli anni '60, un pensionato italiano con conto alla Posta dovrà essere "rieducato" nell'uso dei soldi. Ci sono cioè alcune difficoltà tecniche da superare. Ci sono anche molte persone che non hanno un conto corrente perché non se lo possono permettere o perché non lo vogliono. E quindi non possiedono carte di debito. E comunque non trovo giusto abolire il contante nei pagamenti, perché significa continuare ad arricchire le banche con laute commissioni.

E poi penso che l'evasione descritta dalla propaganda di Stato sia un po' sopravvalutata. Non sono gli scontrini mancati o le fatture menzoniere a fare i buchi nell'erario. Sono le grandi aziende multinazionali a pagare pochissime tasse rispetto al loro giro d'affari. Su queste non si agisce mai.

"RIDURRE I DIRIGENTI NEL PUBBLICO IMPIEGO

Torniamo ai dati: abbiamo meno dipendenti pubblici dei nostri partner, ma li paghiamo di più, non nella parte bassa, ma in quella alta. Gli altri spendono il 13 per cento in meno rispetto a noi. L’impatto è devastante: uccidiamo la competitività, diventiamo deboli nei settori innovativi, ammazziamo le imprese e aumenta la corruzione.

TAGLI ALLE SPESE PUBBLICHE PER 30 MILIARDI COI COSTI STANDARD

Va dunque tagliata la spesa del 20 per cento, per un risparmio pari al 2 per cento del Pil. Come si fa? Tagliando i costi della politica, intanto: via il Senato, via le Province. E tutto il resto a costo standard, come prova a fare la Consip: cioè si prende l’esempio più virtuoso della Pubblica amministrazione ed entro tre anni tutti si devono adeguare. Nessuna scusa."

In effetti in Italia ci sono sempre stati troppi generali e poca truppa, non solo in ambito pubblico. Si può risparmiare qualcosa effettivamente, ma credo poco ad un intervento sui dirigenti pubblici. Qui si vanno a toccare delicati equilibri politici. Ci vuole una forza enorme per superare certi veti e resistenze politiche.

Per quanto riguarda i costi standard e l'acquisto centralizzato (Consip), sono sempre stato favorevole alla loro introduzione. Quello che mi sono chiesto da sempre è il motivo per cui l'idea sia stata accantonata. Anche qui ci devono essere delle resistenze politiche e burocratiche notevoli. Altrimenti non si capisce perché nemmeno Monti che aveva le mani libere dalla politica, non abbia tentato questa strada.

Invece mi sembrano propagandistiche le cancellazioni di pezzi di democrazia, come "via il Senato, via le Province". Il risparmio dovuto alla cancellazione del Senato attuale è più che altro simbolico, ma incide pochissimo sui conti dello Stato. Il risparmio per la cancellazione delle Province sembra importante, ma è un miraggio anche questo. Pura propaganda: cancellando le Province non si cancellano le spese per le scuole provinciali (licei e professionali), per le strade provinciali e per altri mille servizi territoriali. Qualcun altro dovrà gestire e spendere lo stesso denaro per mantenere in funzione questi servizi provinciali. E il personale delle Province? Non si può licenziare. L'unico risparmio è nei costi dei consigli provinciali, una fetta minima dei costi delle Province.

"PENSIONI: CONTRIBUTIVO PER TUTTI

C’è una profonda ingiustizia tra chi è andato in pensione col sistema retributivo e chi ci andrà col contributivo. Nella gran parte dei casi i primi prendono più soldi di quanti ne hanno versati. Va fatta una revisione caso per caso o categoria per categoria, applicando a tutti lo standard contributivo. Se c’è chi prende 20 o 30 per cento in più di quanto ha contribuito magari glielo si lascia, così come a chi sta sotto certe fasce, ma se c’è chi prende una pensione superiore di 3 o 4 volte rispetto a quello che ha versato, be’, mi dispiace, si applica il contributivo. Che questa cosa non sia discussa è incredibile. Sono certo che ci sarà anche chi ha versato di più con il retributivo, ma questo dimostra l’illogicità del sistema. Nel 1983 si andava in pensione, in media, a 55 anni. Nel 2050 si andrà in pensione 15 anni dopo e si prenderà il 20 per cento in meno. Questo è un furto intergenerazionale, non diritti acquisiti."

Questo potrebbe essere un intervento di giustizia sociale. Peccato che sia al contrario. Invece di innalzare le pensioni di chi andrà con il contributivo, si abbassano quelle degli altri.

Ma a parte gli scherzi, credo sia inattuabile. Si genererebbero un numero impressionante di ricorsi e di citazioni in giudizio ecc. Si è già visto cosa è successo con le "pensioni d'oro" che si è tentato di tagliare. Qui si avrebbe una rivolta dei pensionati di ogni categoria. Evidentemente il successo di Monti ha galvanizzato tutti, e si pensa di replicare.

"PRIVATIZZAZIONI PER 120 MILIARDI

Vanno anche ceduti immobili per 70-80 miliardi e partecipazioni per 40 miliardi."
(scenarieconomici.it)

Quella delle privatizzazioni e delle vendite immobiliari è un'altra mitologia ormai sfatata dai fatti. Le privatizzazioni portano pochi introiti che finisco diluiti in mille rivoli. Gli immobili semplicemente non si vendono. Spesso si svendono e deludono le aspettative dell'amministrazione pubblica.

"SINTESI FINALE

3 o 4 punti di Pil dall’evasione, altri 2 punti dal costo eccessivo della spesa pubblica, poi 4 punti e mezzo dalle pensioni. Abbiamo 10 punti di Pil ingiustificato aggredibile, il Fiscal compact ce ne impone due, due all’anno, in modo strutturale. Non è una missione impossibile. È realizzabile, matematicamente»."

10 punti di Pil sono quindi 160 miliardi. Non male, forse esagerati. Ma fossero anche solo la metà, sarebbe un buon risultato. Purtroppo però senza interventi per la crescita in contemporanea (solo il cuneo fiscale mi pare poco) si andrà a produrre ancora recessione. Si tratterebbe di denaro sottratto dall'economia pubblica e quindi privata, e quindi alla crescita.

Si gira sempre intorno al problema come in un moto perpetuo impossibile. Il problema è che ormai senza pesanti investimenti pubblici, dalla crisi non si esce. Se non si stampa denaro da investire nell'economia reale, da questo pantano non se ne esce. Le misure pensate da Serra sono nel solco delle politiche economiche europee: politiche che tolgono e non politiche che incrementano. Come si fa a creare crescita sottraendo denaro al settore pubblico e privato? Non si può.

Quindi per quel che mi riguarda, le proposte economiche renziane, non le reputo risolutive. Anzi probabilmente saranno molto dannose, soprattutto l'idea folle di difendere a tutti i costi il fiscal compact. Che io credo non riusciremo a rispettare e se si cercherà di farlo, scoppierà veramente la rivoluzione.
Si tratta in sostanza di proposte recessive che prevedono tagli pesanti, soprattutto alle pensioni e ai risparmi degli italiani, con scarse contropartite per la crescita limitate ad una riduzione di tassazione sul lavoro tutta da verificare.

Oltre alle proposte che fanno capo a Serra, in questi giorni si parla molto di Jobs Act, il piano sul lavoro. Ancora una volta si usa un termine inglese, spero non serva per nascondere qualche fregatura.
Ecco in sintesi le proposte renziane conosciute al momento sul lavoro:

"Energia. ... Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese
...
Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più
...
Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
...
Eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio
...
Intervento di semplificazione amministrativa ... sul modello che vale oggi per gli interventi militari. I Sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza dei servizi che di valutazione di impatto ambientale. Eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo."

(www.europaquotidiano.it)

L'avesse scritto un Brunetta qualsiasi, la semplificazione estrema della spesa pubblica, i piddini gli sarebbero saltati agli occhi. Evidentemente i tempi sono proprio cambiati. Il berlusconismo ha vinto, e si è preso il Pd.

"amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato.
...
Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.

a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.
b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l’artigianato e per i makers)
c) ICT
d) Green Economy
e) Nuovo Welfare
f) Edilizia
g) Manifattura
...
Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti
...
Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40,
...
Assegno universale per chi perde il posto di lavoro,
...
Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico
...
Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego
...
Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende."

(www.europaquotidiano.it)

Ci sono cose buone e cose difficili se non impossibili. Piani industriali, semplificazioni, trasparenza, democrazia in azienda sono cose ottime. Lo è anche l'assegno universale ma sarà possibile attuarlo in questo periodo di crisi della zona euro? Ne dubito. E poi rimane sempre quel maledetto dubbio sul nome del provvedimento:

"Qualcuno forse si domanderà perché non si possa parlare di piano per il lavoro e si debba ricorrere invece a un espressione pomposa e assieme ridicola come Job Act. La spiegazione è apparentemente semplice e banale: perché il provincialismo italiano si nutre di anglicismi per simulare la modernità o l’efficienza oppure semplicemente per nascondere la realtà, facendo dell’inglese il nuovo latinorum del manzoniano Azzeccagarbugli. E non c’è dubbio che Renzi sia un triplo concentrato di tutti questi elementi: così dare un nome “merricano” a un polpettone fatto con gli avanzi di cucina del berlusconismo, le bucce del modernismo cislino marchionnesco e ingredienti per i quali non ci sono le risorse, è sembrata un’ottima idea per trasformare una polpetta avvelenata in un manicaretto.
...
Il lavoro come noi lo intendiamo in inglese si dice work, mentre job ha un significato più limitato di compito, incarico, cottimo, mansione, affare, esecuzione,
...
E’ insomma la parola che più esprime la precarietà. E sebbene il suo etimo sia incerto è molto probabile, visto anche il suo uso secolare nelle attività illegali, che derivi dall’antico germanico gabban che ha portato all’italiano gabbare o nei dialetti dell’italia settentrionale anche a giobbare con il medesimo significato.

Inconsapevolmente ogni lingua si porta dietro una cultura, un modo di vedere il mondo e a volte operazioni di pura facciata, come quelle degli anglismi di maniera, finiscono per scoprire proprio le intenzioni, gli orientamenti, gli inganni che vorrebbero nascondere. E in questo caso basta davvero poco per ristabilire la verità: basta chiamarlo Giob Act."

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

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