giovedì 2 gennaio 2014

2014: anno della consapevolezza


Volevo già scrivere ieri un post sulle previsioni per il 2014, ma in realtà non c'è molto da dire. E soprattutto è difficile fare come Letta, Saccomanni o Napolitano, prospettare cioè aspettative positive per il futuro anno. Quando sarà la ripresa? nel secondo trimestre, nell'ultimo? si accettano scommesse... Loro possono anche provaci, ma noi che viviamo immersi nei problemi quotidiani di quest'Italia, difficilmente possiamo avere speranze di miglioramento. O meglio, abbiamo solo quella, la speranza.

Le previsioni su quel ci aspetta nel 2014 sono in generale negative. Si aspetta che la catastrofe bussi alla porta da un giorno all'altro. Due esempi di blogger e di previsioni per niente rosee:

Dal blog "Il realista" (che potrebbe cambiare nome in "Il pessimista"):
Perché l’Italia è morta e perché è giusto abbandonarla

"Tutti coloro che seguono con attenzione l’evolversi di questa interminabile “crisi” economica e di valori, si saranno resi conto che ormai la situazione in cui l’Europa intera e l’Italia in particolare sono piombate, è irrecuperabile.

Senza speranza di salvezza alcuna!

Non si tratta di pessimismo come alcuni potrebbero pensare, ma di logica, derivante da una attenta osservazione di tutti quei fattori e parametri socio-economici i quali, in maniera inequivocabile ci stanno dicendo che il banco è saltato.
...
Il 2014 sarà l’anno in cui l’Italia richiederà gli “aiuti” al FMI"

Ma la domanda sorge spontanea: il Fmi riuscirà ad aiutare l'Italia? Ne dubito. E che aiuti potrebbe fornirci, ci acquisterà il debito pubblico facendo quello che non vuol fare la Bce? Non cito tutto il post, ma è in pratica un lungo elenco di cose negative che ci aspettano nel nuovo anno.

Molto interessanti e precise le previsioni di Fannyking su Rischio Calcolato:
Previsioni Politiche, Fiscali, Economiche e Sportive per l’Italia del 2014 (fk the Prophet)

E' un post lungo e condivisibile, suddiviso in temi cruciali:
- la politica: il M5s continuerà ad avere successo, già nelle prossime europee. Per forza, come potrebbe essere diversamente dopo le prestazioni deludenti di berlusconiani, piddini, montiani, lettiani, alfaniani...
- Il fisco: le tasse aumenteranno. Previsione semplice. Si inventeranno tasse nuove, come per esempio sui depositi bancari. Previsione semplice. E' il ciclo di Frenkel.
- economia: continuerà la recessione, aumenteranno delocalizzazioni ed emigrazione, aumenterà la disoccupazione, diminuirà il gettito fiscale (è la curva di Laffer) ecc. Tra l'altro da oggi la Crysler è italiana, il che significa in realtà che la Fiat è americana. Quindi è già da considerarsi delocalizzata e in fuga dall'Italia.

In ogni caso il 2014 sarà un anno cruciale, perché la situazione non potrà continuare a trascinarsi così all'infinito. Il 2012 è stato l'anno del salvataggio/affossamento di Monti, il 2013 l'anno dei rinvii e delle non decisioni di Letta. Il 2014 sarà l'anno della consapevolezza, cioè della presa di coscienza del fatto che in questa situazione italiana ed europea non ce la faremo mai. Spero che quindi diventi anche un anno di svolta, una volta che si diventi consapevoli che continuando così non ci sono soluzioni.

Poco alla volta anche a Bruxelles si comincerà a fare ragionamenti su come uscire da una situazione bloccata. Berlino nel 2014 sarà sempre più sola, soprattutto se il Parlamento europeo verrà rinnovato con una quota molto alta di partiti antieuropeisti. Un'avvisaglia si è avuta nell'ultimo vertice dei capi di Stato in cui la Merkel si è trovata isolata dal veto degli altri europei:
"Angela Merkel allora propone di rimandare la decisione al dicembre 2014: "Non voglio che qualcuno mi dica che ha perso le elezioni", a causa dei contratti." (contratti fra Commissione e governi per aiuti finanziari in cambio di un controllo diretto europeo sulle riforme, vedi: "Le Monde: Cronaca di una cena del Consiglio Europeo - Tutti contro Merkel (ma Letta c'era?)").

"Se l’UE non abbandonerà rapidamente la visione ideologica dell’”Ortodossia di Maastricht”, l’Unione europea crollerà, mette in guardia il Commissario europeo per il lavoro e gli affari sociali László Andor.

Andor ricorda che il 2013 è stato un anno di stagnazione, con un numero di disoccupati nell’Unione europea attorno a 26.6 milioni di persone, una previsione di crescita nulla e un’inflazione inferiore a 1%.
Dietro queste cifre vi sono profonde divergenze fra i paesi del nord Europa e quelli periferici del sud e lo scarto continua a aumentare.
Anni di recessione e disoccupazione hanno compromesso la fiducia nella crescita nei paesi del sud europeo, ma malgrado questo in seno all’UE il dibattito sembra essersi arenato in un “consenso Bruxellois” elitario e che minaccia il futuro dell’Unione.

La gestione politica è sbagliata e frutto dell’improvvisazione, scrive Andor. Una politica che è il risultato della “Ortodossia di Maastricht”, che altri chiamano “il consenso di Berlino”.

(www.rischiocalcolato.it)


Andor in pratica smonta tutti i principali dogmi europei, riassumendo:
non può esserci un'Unione politica senza politiche fiscali coordinate o simili, e senza solidarietà; la svalutazione interna non funziona; il surplus di bilancio Statale è dannoso, non produce nessun vantaggio; la disoccupazione non può diminuire se si agisce solo sull'offerta; la mission della Banca Centrale Europea è largamente insufficiente, non può occuparsi solo dell'inflazione tedesca; trattare in modo moralistico la crisi dei paesi periferici invece di emettere eurobond non porta alla soluzione della crisi.

Si tratta di analisi ampiamente trattate quasi solo (purtroppo) dalla rete e dai media non schierati e non controllati dai poteri politici ed economici. Si tratta di diagnosi ampiamente condivisibili. Per esempio molte dissertazioni di Andor sono state trattate dal prof. Bagnai (come nell'ultimo post con annesso video: Audizione informale alla Commissione Finanze: il mio discorso di fine anno).

Quindi un po' alla volta tutti giungono alle stesse conclusioni: l'euro così com'è non funziona. Persino la cancelliera Merkel ha compreso che la situazione non potrà proseguire così a lungo. Ma è sulle risposte da dare alla crisi dell'euro che ci si divide: per i tedeschi si devono fare più "riforme" (meno welfare e riduzioni salariali) e più austerità; per gli europeisti a tutti i costi ci vuole "più Europa" che significa tutto e niente; per i realisti è ora di abbandonare l'euro. Ma nessuna delle tre opzioni sarà scelta nel 2014, saranno gli eventi a precipitare e a decidere per tutti. Non so quando, ma è inevitabile: nel 1992 la lira e la sterlina uscirono dallo Sme, e la crisi finì; nel 2002 l'Argentina dovette abbandonare la parità pesos-dollaro per superare la tremenda crisi.

La storia insegna che le unioni monetarie non funzionano se uniscono economie non omogenee. Non so se la zona euro finirà nel 2014, ma è un anno che si candida a svolte storiche.

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