domenica 29 settembre 2013

Va tutto in Vacca: crisi di governo



"Sono state le parole di Silvio Berlusconi a sancire la fine del governo Letta con l'apertura di fatto della crisi di governo. Alla vigilia del suo compleanno e nella quiete di Villa San Martino il Cavaliere ha dato il rompere le righe alla squadra di governo targata Pdl, invitando i ministri a rassegnare le dimissioni. A stretto giro il vice premier Angelino Alfano ha confermato che il governo Letta non esiste più. «I ministri del Pdl stanno rassegnando le loro dimissioni»
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«Ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà a valutare l'opportunità di presentare immediatamente le dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani» ha detto Silvio Berlusconi.
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«La decisione assunta da Enrico Letta, di congelare l'attività di governo, determinando in questo modo l'aumento dell'Iva è una grave violazione dei patti su cui si fonda questo governo -ha detto- e contraddice il programma presentato alle Camere dallo stesso Premier e ci costringerebbe a violare gli impegni presi con i nostri elettori durante la campagna elettorale e al momento in cui votammo la fiducia a questo esecutivo da noi fortemente voluto»."


Incredibile. Berlusconi alla sua età riesce ancora a fare salti mortali carpiati! Dopo aver fatto uscire il Pdl dal Parlamento riesce con una giravolta a dare la colpa della caduta del governo a Letta e all'aumento Iva. Non ci sono più parole. Nemmeno parolacce. Solo rassegnazione.

Vent'anni di contraddizioni italiane, generate da uno scontro continuo fra certi poteri oligarchici e certi poteri populisti si concentrano in pochi giorni. Anche se a ben vedere questa situazione si protrae da più di vent'anni: il berlusconismo è a sua volta la continuazione del craxismo declinato in salsa miliardaria e l'antiberlusconismo è la continuazione della rivoluzione della "fantasia al potere" fatta dai figli di papà di pasoliniana memoria.

In mezzo il popolo bue tradito sia da uno che dall'altro schieramento. A pagare come sempre Pantalone, Arlecchino e Pulcinella, i popolani che hanno solo il potere di prendersi le bastonate in testa come i pupazzi di pezza del teatro dei piccoli. Non mi schiero fra queste due fazioni che non hanno mai concluso nulla. Non riesco a trovare un solo onesto fra le fila di questi folli.

"Sembra impossibile, ma alle volte Berlusconi riesce a starmi simpatico. ... Stamattina mi sono sentito inondare di simpatia per la mummia fasciata da Caraceni, quando sono stato travolto dalla massa di richiami alla Costituzione che dal Colle si è diffusa fin nelle latebre del governicchio lettiano per condannare il bluff delle dimissioni di massa dei barabba del Cavaliere e accorrere al capezzale delle larghe intese ossia dell’alleanza con il medesimo individuo.

E mi sono domandato: è forse la stessa Costituzione che intendono manomettere assieme al condannato, a quello che fa strame della giustizia per sterilizzarne il progetto e la visione sociale che essa contiene? E’ la stessa magna carta che vogliono stravolgere con la deroga all’articolo 138 per continuare a produrre o a tenersi leggi elettorali illegali e arrivare a quella repubblica presidenziale che è stato cavallo di battaglia di Berlusconi? Purtroppo sì ed automatico provare antipatia per gli ipocriti che gridano allo scandalo dal pulpito dei complici come se avessero pensato fino ad ora che Silvio fosse Maria Goretti."

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Ed infatti non li capisco più, il Cavaliere era buono se stava buono e votava l'austerità, ma se torna a fare il suo mestiere di populista arrembapopoli per i suoi interessi, improvvisamente ci si ricorda chi è. E diventa di colpo il capro espiatorio di comodo per tutte le negligenze e miserie di questa misera classe dirigente italiana. Aumenta l'Iva? E' colpa di B. Aumenta lo spread? E' colpa di B. Ci degradano il debito pubblico? E' colpa di B. Facile così.

"Dagospia flash:

FLASH! – AL MINISTERO DELLE FINANZE GIRA L’INDISCREZIONE CHE STANDARD & POOR’S VOLEVA DOWNGRADARCI DI UN GRADINO OGGI. SACCOMANNI HA PIANTO AL TELEFONO MA SENZA RISULTATI. POI HA CHIAMATO DRAGHI CHE HA CHIAMATO S&P. FRA POCO SAPREMO IL RISULTATO DELLE PRESSIONI…

Non mi stupirei affatto se nella giornata di oggi o domani l’agenzia S&P abbassasse il nostro merito di credito, non tanto per il peggioramento della situazione economica italiana ma come al solito, come forma di pressione che crei il clima di “emergenza nazionale” necessario a rinforzare la “stabilità politica”.
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Dagospia riporta che Mario Draghi avrebbe telefonato all’agenzia per intercedere… beh forse, ma se dovessi scommettere solo per assicurarsi che il taglio non fosse di DUE scalini.

Perchè come al solito un bel Downgrade oggi fa comodo, ci vuole il solito ridicolo clima di “emergenza nazionale” che giustifichi un nuovo patto per la “stabilità”."

(www.rischiocalcolato.it)

In questa guerra di potere non si lesinano colpi bassi per vincere: ma il problema non è questo, il problema è che siamo noi "sudditi" a farci sempre del male, non loro.

Avere in casa un Berlusconi nel congelatore, è la massima comodità per la massaia governativa piddina: ti risolve qualsiasi problema nel caso si palesi improvviso un commensale imprevisto. Spero che gli italiani possano comprendere che la crisi italiana è stata cucinata in casa, ma infornata in Europa. Che gli ultimi due anni di crisi in cui ci hanno governati i "salvatori" Monti e Letta sono stati peggio di tutti quelli sommati in cui ci ha governato Berlusconi con tutti i suoi limiti e incompetenze.

Spero che gli italiani, almeno quelli che non hanno interessi diretti nella politica, la smettano di sostenere alle elezioni sempre questi due poli rappresentati da Pd e Pdl (che non a caso cambiano sempre nome per confondere l'elettore...), e che li costringano in una minoranza dove non possano più fare danni. Speranza vana, lo so. Agli italiani piace un mondo giocare ai berlusconiani e antiberlusconiani. E per fare questo gioco sono disposti a distruggere il loro paese.

I giovani italiani sono una minoranza derelitta senza potere e speranza, i vecchi sono maggioranza che non ama cambiare, soprattutto per difendere i residui vantaggi accumulati. E così non c'è speranza che per il popolo, per la gente comune che lavora ormai precariamente, o che non ha più il lavoro, le cose possano migliorare. Almeno finché questa guerra civile non sarà terminata. 
Ma temo che anche nel caso finisse con la sconfitta di una delle parti, lo schieramento vincitore avrebbe ancora più mano libera nel massacrarci, riducendo le nostre possibilità di sussistenza, smantellando la società del benessere e picconando ancor più impetuosamente le conquiste sociali raggiunte finora.

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