sabato 14 settembre 2013

Non sono scemi, sono ricattati


Secondo il super funzionario bancario L. Bini-Smaghi nel 2011 Berlusconi ed il suo governo stilarono un piano per uscire dall'euro. Se fosse vero aumenterebbe di molto la mia stima verso il centro destra italiano, e di conseguenza continuerebbe a calare quella verso il centro sinistra.

Certo Berlusconi e la sua parte politica hanno mille tragici difetti, ma se avessero intuito i pericoli dell'euro, e avessero preparato un piano per uscire dalla prigione Europa, significa che le grandi élite italiane non sono stupide. Hanno compreso perfettamente il meccanismo perverso delle aree valutarie non omogenee, dello squilibrio della bilancia commerciale, dell'impossibilità di effettuare svalutazioni competitive, della perdita di sovranità ecc. ecc.
Ma evidentemente i ricatti messi in essere dalle nazioni più forti d'Europa sulla nostra classe dirigente, sono molto potenti e difficilmente contrastabili.

E naturalmente la cosa vale anche per la parte dirigente che ha come referenti i partiti di centro sinistra. Ma qui il problema è che c'è anche una questione d'orgoglio. Per questa parte si tratta di difendere a tutti i costi un'icona, un dogma di fede, cioè l'euro. L'euro e l'Europa dopo la caduta del muro di Berlino e quindi delle ideologie, sono diventati la nuova bandiera della sinistra italiana.

E' normale per la sinistra questo comportamento. Come per il socialismo reale, la sinistra difende fino all'ultimo le sue idee ed ideali, anche se sbagliati, anche se danneggiano proprio coloro che la sinistra dovrebbe difendere. E l'euro infatti danneggia innanzi tutto i ceti deboli, visto che per poterlo mantenere nei paesi deboli è necessario realizzare una svalutazione interna su prezzi e salari.

"Telegraph: Nel 2011 l'Italia aveva formulato dei piani per uscire dall'euro (parole di Bini Smaghi)
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nell'ottobre/novembre del 2011 Silvio Berlusconi aveva seriamente proposto dei piani per tirare l'Italia fuori dall'euro, provocando così la sua immediata rimozione dall'incarico e decapitazione politica da parte dei gendarmi delle politiche dell'eurozona.

Un ex membro della BCE, Lorenzo Bini-Smaghi, nel suo nuovo libro "Morire di Austerità", ... ha placidamente sganciato delle vere e proprie bombe .
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Silvio Berlusconi è stato rovesciato dall'incarico di premier Italiano nel novembre 2011, non appena ha iniziato a scuotere sul serio la gabbia dell'eurozona.

Più precisamente avrebbe discusso (minacciato?) un'uscita dell'Italia dall'euro nel corso di una riunione privata con altri uomini di governo dell'eurozona, presumibilmente con la cancelliera Angela Merkel ed il francese Nicolas Sarkozy, dato che lui non fa negoziati coi subalterni.
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Il signor Bini-Smaghi rivela anche che la Merkel ha continuato a pensare che la Grecia avrebbe potuto essere fatta uscire dall'euro senza rischi fino all'inizio dell'autunno 2012, quando ad un certo punto lo Pfenning ha affermato che ciò avrebbe scatenato l'inferno, con reazioni a catena che avrebbero inghiottito l'intero sistema. A quel punto ha invertito la rotta,
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Egli conferma poi che la Germania si trova in una situazione davvero difficile per i 547 miliardi di euro di crediti della Bundesbank alle banche centrali di Grecia, Portogallo, Irlanda, Italia, Cipro e Slovenia.

Siamo sempre stati rassicurati sul fatto che i cosiddetti crediti Target2 nel sistema dei pagamenti interni della BCE erano delle regolazioni di tipo tecnico, senza rischi significativi.

Il signor Bini-Smaghi dichiara che qualsiasi Stato dell'eurozona che lasci l'euro dovrebbe probabilmente affrontare un default sulle obbligazioni estere. "La banca centrale nazionale non sarebbe in grado di ripagare i debiti accumulati verso altri membri del sistema euro, che sono registrati nel sistema interno dei pagamenti dell'Unione (noto come Target2). L'insolvenza provocherebbe grosse perdite per le controparti in altri paesi dell'eurozona, compresi banche centrali e Stati."
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la Bundesbank (così come le banche centrali di Finlandia, Olanda e Lussemburgo) compensa i creditiTarget2 sul Club Med [il blocco dei paesi mediterranei, ndt] vendendo titoli alle banche con sede in Germania.
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Ciò significa che se l'euro salta, la Bundesbank è ancora in debito di questo denaro verso le stesse banche private, che potrebbero essere Deutsche Bank, ma anche Nomura, Citigroup o Barclays. Non è una bufala. La Bundesbank non può fare default su questi titoli.
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devo ancora sentire una spiegazione soddisfacente su come tutto ciò possa essere scongiurato senza danni
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La posizione ufficiale della Bundesbank è che la controversia su Target2 è in realtà una tempesta in un bicchier d'acqua. Il fatto è che non ci credono nemmeno loro. Un banchiere della Bundesbank con una responsabilità diretta in Target2 ha detto in mia presenza che "la cosa lo preoccupa ogni notte". Il presidente stesso della banca, Jens Weidmann, ha ammesso l'anno scorso che gli squilibri sono un "rischio inaccettabile"."

(vocidallestero.blogspot.it)

"La dichiarazione dell'ex membro della Bce arriva dopo un resoconto di Fabrizio Gori,a il quale riporta che nel 2011 il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso avrebbe detto a uno dei ministri del governo Italiano, che "era necessario staccare la spina a Berlusconi ".

" In quel momento Barroso ha rivelato quale era la strategia: una raffica di dichiarazioni contro l'allora primo ministro da tutti i fronti, da ogni policy maker europeo. Il messaggio da inviare era uno e uno solo : Berlusconi è inadeguato." scrive Goria.

In risposta alla notizia , il leader dell'UKIP Nigel Farage ha detto all' Huffington Post UK: "Già nel febbraio 2010 avevo predetto che l'UE sarebbe stata l'”assassino silenzioso della democrazia europea” , nel novembre dell'anno successivo, ora abbiamo la conferma delsecondo assassinio politico di un leader europeo democraticamente eletto, quello del primo ministro italiano Silvio Berlusconi, subito dopo che anche il primo ministro greco è stato messo da parte. Il loro crimine? George Papendreou avevaminacciato un referendum sull'appartenenza all'Euro, e Berlusconiaveva minacciato di tirar fuori l'Italia dalla moneta unica .

"Ieri il presidente della Commissione Ue ha parlato di valori europei - ma dobbiamo chiedergli di quali valori sta parlando. Forse di quellipromossi nel mondo di lingua inglese, quelli della democrazia parlamentare, dell'autonomia, della libertà, dello stato di diritto e del fair play, o stava rifacendosi a un vecchio e oscuro insieme di valori che hanno imperato nel continente per centinaia d'anni, di autocrazia, controllo centralizzato, demagogia e obbedienza?

" Che si sia a favore o contro questi due leader, la loro rapida rimozione da posizioni di governo a seguito di pressioni da parte dell'Unione Europea è un qualcosa di cui essere profondamente preoccupati"."

(vocidallestero.blogspot.it)

Non si può che essere d'accordo con Farange. Berlusconi o non Berlusconi, prima di tutto va difesa la democrazia. Ma qui il problema è che un errore iniziale, cioè la realizzazione dell'euro in un'area economica non omogenea, è sfuggita di mano improvvisamente, come del resto succede sempre in questi casi secondo gli studi di molti economisti, per esempio Bagnai in Italia.

Cosa ha sbagliato Berlusconi? La strategia. Certe cose si fanno e non si preannunciano. Probabilmente avrebbe potuto decidere per una politica più soft come la creazione di una moneta complementare, senza abbandonare del tutto l'euro.

Perché il governo del Cavaliere si sarebbe imbarcato in una faccenda così impegnativa e in uno scontro così impari? Penso che per un verso abbiano influito le teorie tremontiane dei "mostri" della crisi arrivati dall'esterno, per un altro il governo Berlusconi potrebbe essere stato abbagliato dalle politiche espansive della Fed, e non ultimo e meno importante, probabilmente in Berlusconi ed il suo governo c'era anche un desiderio di vendetta. Alcune potenze europee, in primis la Francia, avevano appena rotto il "giocattolo" libico, faticosamente assemblato proprio dal governo Berlusconi.

Ma alla base di tutto c'è stata la crisi innescata dall'euro.
I "poteri forti" d'Europa sono rimasti terrorizzati dall'entità dei debiti inesigibili delle aree più depresse del continente, e quindi dei relativi crediti che potrebbero mandare a gambe all'aria le banche del centro Europa. 
E quindi hanno reagito immediatamente, ma nei modi più sbagliati: sopprimendo di fatto la democrazia e sottoponendo i popoli europei a stress inutili, mentre avrebbero semplicemente dovuto preparare un piano sincero e alla luce del sole, per coordinare a livello continentale delle misure per superare la crisi vera: quella dell'area euro non omogenea dal punto di vista economico e normativo. 

Ma per fare ciò avrebbero dovuto modificare in senso democratico le istituzioni europee, e pervenire ad una effettiva omogeneizzazione dei sistemi europei. Dalle normative tecnico-economiche, al welfare, con un sistema centralizzato a Bruxelles di gestione delle politiche economiche. E quindi dotando il governo e parlamento europeo, oltre che delle necessarie garanzie democratiche, anche di un possente bilancio. A questo punto la funzione dell'euro avrebbe avuto quel senso unificante previsto dalla precedente generazione di leader europei.

Ma come al solito hanno prevalso le resistenze dei molti tecnocrati e burocrati nazionali che avrebbero visto distrutti i loro giardini e orticelli di competenza. Quindi il loro potere ridursi pericolosamente. Così oggi si tenta di tenere assieme tutto l'incoerente sistema europeo con dei rappezzi qui e la. Ma la pressione di tutto il sistema economico-sociale continua a salire, perché la crisi dei Piigs non accenna ad estinguersi. Come potrà rimanere in piedi tutta la baracca senza esplodere?

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