lunedì 30 settembre 2013

L'Europa scopre che l'Italia è ingovernabile


Abituati a dividerci in fazioni in costante guerra fra di loro, e in costante occupazione del potere senza concludere nulla, ci sfuggono i termini essenziali della situazione attuale. Tre quarti (ma forse di più) degli italiani hanno una visione ristretta della situazione italiana, e fomentati dai disonesti media italiani, non vedono al di la della barriera fumogena che prende il nome di "Berlusconi".

Certo il Cavaliere è un personaggio non secondario della vita pubblica italiana, fa parlare di se da vent'anni e più se si considera la sua guerra precedente contro la tv pubblica. Molti si sono fatti "il sangue marcio" a forza di odio indotto dai media sussidiati verso il miliardario di Arcore. Ma purtroppo il berlusconismo e l'antiberlusconismo oggi come oggi sono inutili, anzi sono una droga che consente ai veri "cattivi" di manovrarci meglio, ed in alcuni casi di trasformarci addirittura in loro complici.

La guerra a Berlusconi è stata dichiarata dall'Europa il giorno dei sorrisi denigratori di Merkel e Sarkozy al suo indirizzo. Per quasi tutti i commentatori questo era dovuto alla presa di coscienza dell'Europa "seria" dell'inaffidabilità del Cavaliere. La lettera della Bce giunta subito dopo chiariva quali erano i motivi dell'inaffidabilità: Berlusconi si rifiutava o procedeva troppo lentamente verso lo smantellamento del welfare (vedi pensioni) e verso l'austerità richiesta dal nord Europa.

Bisogna essere consapevoli che è in atto una guerra finanziaria interna all'Europa, dove il nord Europa sta tentando (e probabilmente riuscendo) di liberarsi della concorrenza del sud Europa, togliendogli ogni sovranità economica e di conseguenza politica. Per ottenere questo risultato si sta facendo leva sui debiti pubblici, sulla crisi provocata dall'euro, sui trattati europei congegnati in maniera da diventare strumenti di repressione. E' ovvio che le due nazioni che più necessitano di questo "trattamento" sono Italia e Spagna, le due nazioni che più infastidiscono l'industria, la finanza e le strategie geopolitiche del centro Europa.
Basta ricordarsi di quanto si siano arrabbiati francesi e tedeschi per le iniziative energetiche del governo Berlusconi con il gasdotto southstream e con il riallaccio dei rapporti con la Libia e i suoi giacimenti petroliferi.

Tutti i governi del sud Europa sono stati sostituiti con governi "amici" dei commissari europei e quindi della Germania. La sfilata indegna di Monti, Letta (persino Renzi) presso la cancelleria tedesca è sintomatica della situazione attuale in Europa. Comunque è evidente quello che è successo: in Grecia e Italia sono stati cacciati i governi ritenuti inaffidabili, in Portogallo e Spagna i governi appena eletti sono stati costretti a conformarsi ai voleri di Bruxelles. In Spagna il governo rimane al suo posto malgrado gli scandali del primo ministro, in Portogallo il governo travolto dalla crisi stava per lasciare, ma la falla è stata tamponata all'ultimo su pressione europea.

Ma nelle guerre non va sempre tutto liscio. Non tutte le battaglie vengono vinte. La strategia che sta mettendo in atto l'Europa del centro-nord è complicata da sostenere. La perdita di sovranità degli Stati periferici sta creando instabilità sociali all'interno dei medesimi. Ovviamente la popolazione non accetta volentieri di vedersi ridurre i diritti acquisiti in anni di lotte, di vedersi sparire il lavoro, o di vedersi deflazionato lo stipendio. Non è sufficiente decantare sperticatamente le lodi di governi commissariali per la loro serietà e competenza come è avvenuto con Monti e Letta dopo. La gente non si accontenta di chiacchiere e nemmeno di glorificare i premier in loden nei telegiornali.

C'è un legame tra la situazione italiana e quello che accade in Grecia. In entrambi i casi c'è il rischio che la nazione sfugga di mano all'Europa e ai suoi interessi. La Grecia rischiava di sfuggire addirittura con le armi: non appena si è diffusa la percezione di un possibile colpo di Stato, si è proceduto a cercare velocemente un pretesto per arrestare il capo di Alba Dorata.
L'Italia rischia di sfuggire alle grinfie dell'Europa per instabilità politica: si farà di tutto per creare dal nulla un nuovo governo (l'ho già scritto in "Sceneggiatura politica usuale"), un Letta bis o un Saccomanni first fa lo stesso. L'importante è che si continui sulla strada stabilita dall'Europa e che l'Italia non tenti di ritrovare l'indipendenza politica.

"«C’è sgomento. E viva preoccupazione». Così commenta a caldo a Linkiesta un alto funzionario della Commissione europea.
...
«Sapevamo che la situazione era seria. Ora è d’emergenza», avverte un funzionario dialogando con Linkiesta. Il clima non ricorda nemmeno quello del novembre 2011, quando l’Italia era vicina a perdere l’accesso ai mercati obbligazionari. Questa volta potrebbe persino essere peggio. Perché il tempo al Paese è stato dato. Perché la fiducia era tornata. Perché c’era la speranza che con Enrico Letta ci fosse una svolta. Invece no. La rabbia e la frustrazione di Olli Rehn, commissario Ue agli Affari economici e monetari, durante l’incontro della scorsa settimana con il ministro delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, resterà negli annali. Era il preludio a ciò che si sta vivendo oggi, cioè lo show-down del governo Letta.
...
La Commissione europea guarda con estrema attenzione all’Italia. Il triste balletto fra IMU e IVA rappresentano il peggior biglietto da visita che potesse dare questo governo, frutto di una larga intesa forzata fra PDL e PD che sulla carta non avrebbe mai funzionato. Detto, fatto. Eppure, la fiducia c’era. Si è dato tempo. Si è chiusa una procedura d’infrazione per deficit eccessivo aperta nel 2009. «È stato un segnale, un premio per i vostri sforzi. Questo è il risultato», continua il funzionario comunitario, evitando del tutto di mascherare l’impotenza di fronte a tutto ciò che sta succedendo in Italia."

(www.linkiesta.it)

E vengo al punto di questa analisi: Berlusconi è l'ultimo baluardo nazionale contro l'Europa degli interessi finanziari del nord, come Alba Dorata lo è per la Grecia. Purtroppo.
Il Pd, il centro sinistra, la così detta parte "seria" e affidabile del paese è in realtà pronto a svendere l'Italia allo straniero. All'interno del centro sinistra si sono facilmente insinuati i tentacoli delle élite finanziarie europee, di cui Letta è uno dei più degni rappresentanti (vedi "Mai sentito in tv"). Ma non penso che per esempio nel Pd tutti siano complici della finanza franco-tedesca o del Fmi. Per esempio ascoltando una frase di Fassina si comprende la confusione che regna all'interno di quel partito:

"E l’ipotesi di elezioni anticipate? 
Faremmo un danno enorme al Paese. Senza la legge di stabilità, ci sarebbe l’impennata dello spread e la recessione. E arriverebbe la troika che aggraverebbe con ricette sbagliate la situazione del nostro Paese."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Si è vero che la mancata approvazione della legge di stabilità provoca dei problemi. Ma è assurdo temere le ricette sbagliate della troika quando il governo Letta era (come quello Monti) incaricato proprio di mettere in atto le ricette della troika. Forse con l'unico vantaggio di applicare quelle ricette con tempi più dilatati. Ritrovo una certa ingenuità negli esponenti del centro sinistra alla Fassina, che vorrebbero contemporaneamente rappresentare i bisogni dei più deboli e nello stesso tempo applicare le politiche economiche di austerità. Ma del resto questi sono gli stessi crucci che hanno personalità molto più importanti del sottoscritto, come per esempio il prof. Bagnai (goofynomics.blogspot.it).

Questo comunque non è un invito a votare per il Cavaliere, ma piuttosto a prendere coscienza di quanto accade oggi in Europa. Del resto non voterò per Berlusconi nemmeno io. Chi ha letto altri post di questo blog conosce le mie simpatie politiche.
Una presa di coscienza necessaria per comprendere che cos'è l'Europa oggi per noi italiani. E comprendere che lo slogan "più Europa" non solo suona del tutto vuoto in questo periodo, ma addirittura dannoso per le nostre condizioni.

Comunque concludendo, c'è un'ulteriore grave pecca nella strategia dell'Europa del nord. Continuando di questo passo potrebbero ottenere quello che intendono evitare a tutti i costi: cioè la rottura della zona euro e la morte dell'euro stesso. Per il nord Europa è assolutamente necessario mantenere l'euro, grazie ad esso i capitali possono facilmente transitare all'interno del continente, come insegnano le vicende Telecom, Alitalia e altre. Ma a forza di usare le armi di persuasione finora applicate, cioè il downgrading dei rating del sud Europa, i giochetti con gli spread, potrebbe sfuggire tutto di mano e la situazione precipitare costringendo i paesi del sud a lasciare l'euro.

Ed ora che si è presa coscienza della vera battaglia, che travalica Berlusconi e le nostre scaramucce interne, potete continuare a divertirvi con i colpi di scena e i retro scena della crisi di governo. Ma è tempo sprecato.

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