giovedì 26 settembre 2013

L'ottimismo della disperazione



Tonino Guerra, poeta scomparso, affermava in uno spot tv: "l'ottimismo è il profumo della vita". Berlusconi, in una delle sue frasi più creative, affermava che la ripresa sarebbe arrivata se fossimo stati più ottimisti. Che comunque in fatto di comunicazione batte  uno a zero l'affermazione naif e incomprensibile di Monti: "la ripresa è dentro di noi". Poi con tutta la luce vista in fondo al tunnel in questi anni avremmo già dovuto rimanere accecati, peggio di S. Paolo sulla via di Damasco.

Ma quando si esagera con l'ottimismo si sconfina nelle "palle galattiche", e sentire nei telegiornali o leggere sui giornali le facezie uscite dall'Istat e le balle spaziali uscite dalla bocca di Letta a New York è incredibile.

Altro che ministero Minculpop di mussoliniana memoria. Qua si travisa completamente la realtà, con una sfacciataggine che non ha paragoni, che neanche la maxtercard può ripagare. Come se gli italiani avessero le fette di salame sugli occhi e nelle orecchie. Per affermare certe cose o bisogna essere completamente ignoranti delle cose italiane, o essere così disperati da voler vedere a tutti i costi l'arrivo di riprese che non esistono.

E' l'ottimismo della disperazione. Lo stesso ottimismo di un Hitler rinchiuso nel bunker sotto la Cancelleria, che disponeva sulla cartina delle Germania spianata dai bombardamenti, divisioni e unità corazzate inesistenti.


"Istat, la fiducia dei consumatori ai massimi dal luglio del 2011
Il clima continua a migliorare a settembre raggiungendo 101,1 punti dai 98,4 di agosto. Aumenta la fiducia sia per il quadro personale che per quello economico, che passano rispettivamente da 98,9 a 102,4 e da 97,7 a 99,7

secondo l'Istat il clima di fiducia dei consumatori italiani ha continuato in questi tempi a migliorare a migliorare, tornando proprio al valore più alto dal luglio del 2011, cioè subito prima che la spirale di spread e confusione politica si innescasse.

Bisogna però notare che la componente riferita al quadro corrente migliora, con l'indice che passa da 96,9 a 102,6, mentre per quella futura si nota una leggera flessione rispetto al mese precedente (da 101,0 a 100,4 ). Il trend di differenza tra la percezione attuale e quella futura si conferma se si solleva lo sguardo alla situazione economica del Paese: i giudizi sulla situazione attuale passano da -117 a -108, mentre per le attese si registra un peggioramento (da -7 a -11 il saldo)."


Evviva, gli italiani hanno di nuovo fiducia nei consumi. Fiducia ritornata a livelli del 2011, che non è tutta sta gran cosa. E comunque una rilevazione compiuta in periodo dell'anno ancora tutto sommato spensierato, post vacanziero. Un aumento di fiducia che si verifica sempre in questi periodi. Ma che ne sarà di questa fiducia alla prossima crisi autunnale, alla prossima manovra promessa da Saccomanni?

Ma se sull'Istat nutro ancora qualche residua fiducia nel fatto che tutto sommato i dati siano veritieri, o almeno poco manipolati, per quanto riguarda le affermazione di Letta rimango basito. Probabilmente ha comprato un paio di occhiali con lenti rosa al Duty free dell'aeroporto JFK. Non si può spiegare logicamente la massa incredibile di palle... pardon "ottimismo spinto" del nostro premier. Pare viva in un'Italia tutta sua, in stile disneyland.

"Siamo affidabili, puntiamo ad avere 12 mesi di crescita consecutivi. E per quanto riguarda la stabilità politica, ci sono stati dei miglioramenti.
...
«L'Italia è un Paese virtuoso, giovane e credibile. Grazie al nostro consolidamento fiscale: il debito è sotto controllo», spiega."
(www.ilsole24ore.com)

Ah, Ah, Ah, Ah (grassa risata) ... ma dove ha visto queste cose il nostro premier? paese giovane? ma se la disoccupazione presso gli under 35 sfiora il 40%!
Il debito è sotto controllo? ma se nel periodo del governo Monti e del seguente Letta, il rapporto debito/Pil è passato al 132%, dal 120% che aveva lasciato Berlusconi (ed era già altissimo)!
Superato il problema della stabilità politica? Se lo dice lui... ma a sentire Brunetta o Santanché non pare proprio.

"Presentando agli investitori il progetto Destinazione Italia, il capo del Governo ricorda che l'Italia «ha una forte cultura imprenditoriale, solide esportazioni e una buona presenza nei settori ad alta crescita (come moda e arredamento). Abbiamo intenzione di aumentare il valore degli asset italiani - assicura -, riferendosi al processo di privatizzazione, all'apertura e al facilitamento degli investimenti nei settori immobiliare e turistico, e all'aumento delle ipo sul mercato italiano»."

Ah, Ah, Ah, Ah (grassa risata) ...cultura imprenditoriale? Sembra una barzelletta sentire queste cose dal nostro premier in America, mentre in contemporanea in Italia si è aperto un feroce dibattito sulla cessione di Telecom e Alitalia agli stranieri (vedi "Un altro regalo dell'euro"). E soprattutto mentre fra le piccole e medie imprese si è aperta la corsa sfrenata alla delocalizzazione e fuga dall'Italia:

"Domani le imprese italiane (in fuga...) "faranno la coda" a Chiasso...
...
Il Comune di Chiasso ha invitato le imprese italiane a tasferirsi da loro...e dunque a fuggire da questa Italia di M...nella quale anche dirlo ormai è reato...
Non doveva essere un evento ma solo una cosuccia da 150 posti...nemmeno troppo pubblicizzata...
Ed invece in un amen si è trasformato in un assedio di 900 imprenditori, artigiani, liberi professionisti..."


E proseguiamo con l'ottimismo lettiano da New York:

"La priorità è agganciare la ripresa. «Una delle inziative che porteremo avanti in questi mesi - afferma - è quella per stimolare la crescita. Le condizioni dell'Europa ci impongono di mantenere determinati livelli di crescita e lavoriamo per l'obiettivo di avere un anno, 12 mesi di crescita consecutivi. Per farlo è necessario continuare sul sentiero del consolidamento fiscale, per fare in modo di non sforare il tetto del 3% del Pil»
...
«Il focus del governo - spiega il premier agli operatori di Wall Street - è puntare alla crescita e raggiungere stabilità politica, per far abbassare il tasso di interesse, che oggi è al 4,5 per cento: l'anno prossimo lo vogliamo portare al 2 per cento. Questo - chiarisce - è il motivo per cui sto cercando di insistere alla stabilità politica, perché è cruciale per noi. Purtroppo da secoli abbiamo avuto problemi in questo campo, ma oggi la situazione è migliorata»."


Ah, Ah, Ah, Ah (grassa risata) ... consolidamento fiscale (leggasi austerità) e crescita, ah, ah, ah, che risate: la moglie ubriaca e la botte piena. Due cose che non potranno mai stare assieme. Nelle pagine del Sole24ore non compare (del resto un po' di dignità ce l'hanno anche loro...) ma Letta ha addirittura affermato che secondo stime sue (cioè del governo) nel 2014 cresceremo dell'1%, e per rassicurare gli uditori americani ha anche affermato che secondo Bruxelles la stima prudenziale è del +0,5%! Fantascienza, se non cambia qualcosa in Europa. E dato che la signora Merkel tornerà alla cancelleria tedesca, non vedo come possa cambiare qualcosa.

E poi il sogno dei sogni a occhi aperti: quello dello spread azzerato. Passare da interessi del 4,5 al 2%, cioè da spread 250 a 50. Utopia visto che i nostri titoli di Stato sono ad un passo dal rating spazzatura.

Ma questi personaggi ci sono o ci fanno. Letta vive fra le nuvole di un'Italia immaginaria o mente spudoratamente sperando che le sue bugie si avverino? Le bugie di Berlusconi erano piuttosto sfacciate, ma almeno le diceva con stile fra una barzelletta e l'altro. E almeno quando esagerava aveva il buon gusto di smentire tutto. Letta no. Crede veramente alla crescita all'1% in abbinamento all'austerità più cupa. Cose da pazzi, dette da un esponente politico che arriva da un partito che è ormai un concentrato di patologie psichiatriche.

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