mercoledì 11 settembre 2013

Berlusconi va in guerra, Obama ci ripensa


Berlusconi non demorde e si va verso la resa dei conti finali nella Giunta per le Elezioni. Intanto, per nostra fortuna, sembra sempre più scongiurata la guerra degli Usa in Siria. Obama pare optare per la linea diplomatica.

Berlusconi invece non teme la crisi, nemmeno quella economica che si profila osservando lo spread spagnolo di nuovo più basso di quello italiano dopo parecchi mesi.

"«Stasera saremo davvero all'ultima spiaggia». Non ha dubbi l'esponente del Pdl Fabrizio Cicchitto. Dopo la prima giornata di lavori
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«Siamo esterrefatti per il comportamento del Pd, lunedì, in Giunta - ha detto il segretario pdl Angelino Alfano - Pur di eliminare per via giudiziaria lo storico nemico politico, preferiscono mettere in ginocchio il Paese».
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Ma che l'esecutivo potrebbe avere vita breve ormai sono in molti a darlo per scontato. Nel pomeriggio a Palazzo Grazioli i ministri della delegazione pidiellina si sono riuniti con il Cavaliere per mettere a punto la linea da tenere. Il premier Enrico Letta ha invece annullato l'intervento previsto nel pomeriggio alla Summer School del Pdl a Frascati
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Intanto, in vista della nuova riunione della Giunta, è spuntata anche una quarta pregiudiziale, presentata dal senatore pdl Lucio Malan, dopo le tre avanzate lunedì dal relatore Augello e respinte dalla maggioranza dei commissari. «Nella mia pregiudiziale - ha spiegato - pongo la questione sulla amministratività della decadenza, che secondo me è assurda, visto che la pena deriva dalla commissione di un reato e quindi va considerata penale»"

Lo spread si impenna ovviamente in occasione di situazioni politiche poco chiare. Ma va detto che è un indice chiaramente più "sensoriale" che tecnico: in questi mesi è passato dalle vette dei 500 punti alle valli dei 200. Ma cosa è cambiato in Italia nel frattempo? Nulla. L'Italia è pressapoco la stessa lasciata dal governo Berlusconi, da quello Monti e ripresa da quello Letto.

Intanto anche la minaccia di un Letta bis o di un governo-pasticcio, non è una vera minaccia. Di sicuro il centro destra non ha paura di un ennesimo governicchio puntellato in Senato dai "responsabili", come ha dichiarato Brunetta:

""Succederà certamente. Sono circa 20, si sanno già anche i nomi. Al Senato, quello che si prospetta è una maggioranza Pd, Sel, fuoriusciti dal M5S".
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Per Brunetta è un'ipotesi concreta? "Assolutamente sì. Da un certo punto di vista io sarei felice che andasse così, perchè fare un'opposizione a un governo così strampalato, non credo del presidente Letta perchè il presidente Letta non è uomo da tutte le stagioni, fare l'opposizione si immagini, a chi bloccherebbe la Tav, a chi vuole i palloni aerostatici come trasporto locale, o altre cose di questo genere, sarebbe la cosa più semplice, e poi si andrebbe ovviamente alle elezioni nell'arco di pochi mesi", conclude Brunetta"


Probabilmente sono altre le questioni che premono al Cavaliere:

"Che interesse ha Berlusconi a far cadere il Governo?
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Nuove elezioni, Berlusconi può perderle oppure vincerle. Ma anche nel migliore (per lui) dei casi, il ‘premio di maggioranza offertogli dall’amato (da lui) ‘Porcellum’ non gli consentirebbe di governare da solo
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Il senso della manovra di Berlusconi si capisce solo con riferimento all’elezione del nuovo capo dello Stato. La conquista del premio di maggioranza consegnerebbe al Pdl la scelta del nuovo Presidente della Repubblica. Dopo le elezioni, Berlusconi attenderà una defaillance del molto anziano Napolitano, o meglio chiederà le sue dimissioni ‘in sintonia con la nuova realtà del paese’. In particolare, il Pdl mira ad introdurre il ‘Presidenzialismo’"

(www.ilfattoquotidiano.it)

In ogni caso questo è un momento altamente emotivo, e non è detto che le parti politiche seguano una strategia che abbia un senso. L'unico che veramente trema è Napolitano che vede traballare la sua costruzione. Che poi non è nemmeno sua, ma promana dalle alte sfere europee:

"«Se noi non teniamo fermi e consolidiamo questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio, tutto può essere a rischio». L'appello è del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale una delegazione del comune di Barletta"
(www.corriere.it)

Una frase che può condire qualsiasi discorso, ma che i media sussidiati hanno subito riferito alla situazione politica. A me non pare un vero appello del Quirinale. Ma se lo fosse sarebbe un'ennesima pressione sul Pd, chiamato a digerire il salvataggio del Cavaliere. Dubito che il centro sinistra possa incassare un altra mazzata di questo livello.

E per fortuna le mazzate vere, forse sono rimandate. Obama fa finta di aver mal digerito la mediazione della Russia di Putin, ma in realtà la guerra non la voleva, e cercava qualsiasi appiglio per evitarla. Si era capito dalla decisione di attendere la decisione del Congresso. Tale tattica aveva due obiettivi: da un lato sgravarsi di parte delle responsabilità che avrebbero macchiato lo status di Nobel per la pace; dall'altro lato era un modo per prendere tempo e verificare nuove situazioni. Innanzi tutto cercare di recuperare gli alleati storici per essere meno isolati sull'uso della forza, poi è arrivata la proposta russa che "incastra" l'America.

"Barack Obama ha chiesto ai senatori che oggi ha incontrato a Capitol Hill che il voto della risoluzione per l'uso della forza in Siria venga rinviata per dare alla soluzione diplomatica, che si sta prospettando in queste ore, una possibilità di successo. È quanto riporta il sito Politico.

Il governo di Assad ha infatti accolto favorevolmente la proposta russa, annunciata dal ministro degli esteri, Serghiei Lavrov, di consegnare il proprio arsenale chimico alla comunità internazionale. Una decisione che Barack Obama ha definito «uno sviluppo potenzialmente positivo» e che Mosca e Damasco sperano possa bloccare l'iniziativa Usa di un intervento militare.
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La Siria accetta la proposta di mettere le proprie armi chimiche sotto controllo internazionale, ha ribadito a Mosca il ministro degli esteri Walid al Muallim in un incontro con Serghiei Narishkin, presidente della Duma, ramo basso del parlamento russo. «Ieri abbiamo tenuto un round di negoziati molto fruttuosi con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e da parte sua è stata avanzata una iniziativa riguardante le armi chimiche», ha riferito al Muallim. «Già ieri sera ci siamo dichiarati d'accordo partendo dal presupposto che essa deve togliere il terreno per l'aggressione americana contro il nostro Paese»"

(www.ilmessaggero.it)

Gli unici che ci rimarrebbero male sono i francesi, che erano pronti all'impegno militare. La Francia tenta di superare le sue difficoltà economiche con un protagonismo militare internazionale. Ma senza gli Usa, non andranno ad impegolarsi in una guerra impossibile in solitaria.

Anzi, forse la titubanza di Obama è dovuta al fatto che una guerra con la Siria presenta troppe incognite militari:

"Le navi Russe e Cinesi da guerra presidiano la costa siriana, mentre le truppe iraniane avanzano all’interno del territorio della Siria.

Russia, Cina, Iran, Libano e Siria, contro Stati Uniti d’America, Francia, Turchia,Israele, Arabia Saudita, Qatar e i terroristi alleati degli americani i jihadisti di al-Qaeda Jabhat al-Nusra (Nusra Front), in pratica i responsabili dell’attacco con armi chimiche contro il popolo siriano, queste sono le 11 nazioni che dovrebbero accendere la miccia della Terza Guerra Mondiale, se il Congresso americano decidesse per un attacco contro la Siria.

Sulla carta nonostante la maggiore potenza navale americana lo schieramento di Putin sembra essere quello vincente. La fase difensiva curata da i sistemi antimissile S-300, S-400 e S-500 rappresentano una barriera contro i missili Tomahawk
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La battaglia principale si giocherà in mare, ma le navi americane saranno costrette a giocare da lontano per evitare i missili anti-nave supersonici russi P-800/Yakhont, che in pratica sono difficilmente intercettabili dalle navi americane che vista la grossa mole avranno anche difficoltà per evitarli, i missili Yakhont, hanno un raggio di azione di 300 km. Una battaglia non facile, dove gli americani possono giocare solo la carta di massicci lanci di missili e di aerei contro la Siria. Infatti il Pentagono in questi giorni, sembrerebbe (come hanno riportato molti giornali), che abbia deciso anche l’utilizzo di bombardieri pesanti e Stealth.
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Quindi le perdite potrebbero essere molto elevate in entrambi gli schieramenti. Nello stesso tempo mentre gli americani attaccano, Arabia Saudita ed Israele dovranno pensare a difendersi, sia dal Libano che ha puntato 500 missili russi Scud contro Israele, e sia dall’Iran che potrebbe usare anchemissili Nucleari, e ha già minacciato che effettuerà attentati terroristici contro gli americani in tutto il mondo"

(www.comedonchisciotte.org)

Insomma questa volta la Siria potrebbe essere un osso troppo duro per gli Usa, e per un Occidente sfibrato e in crisi economica che non ha nessuna intenzione di peggiorare la situazione e incrementare le spese militari.

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