sabato 3 agosto 2013

Quando saremo senza Berlusconi


Credo sia prematuro oggi parlare di assenza di Berlusconi malgrado quello che è successo in Cassazione. Ma è ovvio che si sta avverando un disegno politico imbastito molti anni fa. Eliminare un fastidioso tribuno popolare, al limite del'imbonitore delle pentole, petulante e inopportuno. I così detti "poteri forti" avevano appena fatto fuori con "mani pulite" un sistema partitico dominato da alcuni partiti, fra cui il Psi di Craxi e la Dc di Forlani erano i maggiori azionisti. Era necessario dare una spallata a questo sistema ingombrante dei partiti che non dava spazio a certi potentati oligarchici in ascesa.
C'è chi disse che Craxi e la Dc vennero eliminati politicamente (e anche fisicamente in un certo senso) anche per compiacere l'alleato americano che non gradì mai la vicenda di Sigonella, ne la vicinanza dei ministri democristiani al mondo mussulmano ed in particolare ai palestinesi.

Fatto sta che in un certo senso ha ragione Berlusconi quando dice che la sua discesa in campo nel 1994 ha rovinato i piani di qualcuno che voleva far vincere i "comunisti". Ma non era il comunismo che avrebbe dovuto imperare dopo la dipartita del pentapartito. Ma piuttosto un regime oligarchico appoggiato dalla finanza internazionale, che per forza di cose all'inizio avrebbe dovuto utilizzare il superstite Pc, poi Pds come un torpedone. Ed infatti quel partito è stato continuamente riplasmato fino ad ottenere il risultato odierno di un Pd senza più identità forte, ma con un elettorato sempre pronto ad appoggiarlo malgrado ormai la sua missione sia il sostegno dell'euro, cioè delle istanze finanziarie e non più la difesa dello strato più debole della società. E' un risultato pienamente voluto e non è un caso che il Pd sia il più strenuo difensore delle sbagliatissime politiche europee. Il Pd è in Italia il "core" del Pud€, il partito unico dell'euro.

Berlusconi ha sparigliato le carte di questi oligarchi per vent'anni. Perché Berlusconi, il "parvenu" di Arcore che si è arricchito all'ombra della Milano da bere, non fa parte di questa oligarchia finanziaria, erede della grande nobiltà europea. Come Napoleone avrebbe sempre voluto far parte di questo mondo dorato ed esclusivo a cui si accede non solo per ricchezze ma anche per casato. E i "poteri forti" hanno sempre cercato di eliminare Berlusconi (probabilmente odiandolo) vuoi attraverso la politica, vuoi per altri canali.

Attraverso la politica non sono mai riusciti a fare nulla. Perché questi potentati se da un lato hanno una grande influenza sull'economia, ne hanno una modesta sul "popolo" da cui sono spesso separati da una reciproca profonda antipatia. E' sufficiente vedere come sono andate le elezioni del loro ultimo campione politico, quel M. Monti che aveva sempre titoli lusinghieri sul Corriere, sul Sole24ore e su Repubblica. Ma alla fine l'elettorato moderato ha ancora preferito di gran lunga Berlusconi, l'arcitaliano. Perché agli italiani il Cavaliere viene simpatico, perché incarna i loro vizi manifesti o reconditi. Mentre Monti è solo un freddo ragioniere. Figura politicamente ancora più meschina l'ha fatta Montezemolo.

E poi gli italiani moderati erano fascisti e corporativi nell'animo ancora prima che Mussolini lo scoprisse. E lo sono tutt'ora: delle idee liberiste, del mercato, della concorrenza e della meritocrazia in fondo non frega niente a nessuno. Queste sono cose che possono fiorire nel mondo anglosassone ma non in Italia.

Malgrado tante botte provenienti da forze molto potenti, il berlusconismo è comunque sopravvissuto venti anni, anche se non ha potuto (o voluto) portare a termine la rivoluzione "liberale" che prometteva. Difficile oggi dire se ci avesse creduto veramente o no, se non ci sia riuscito a causa delle resistenze del sistema burocratico-economico italiano. Berlusconi credeva veramente nel liberismo, o piuttosto lo ha usato come uno slogan, una moda del momento ereditata dal reganismo degli anni '80? Io presumo che il liberismo di Berlusconi fosse solo di facciata, un'"americanata" da vendere al baraccone della politica.

Ma è anche vero che una potente resistenza del sistema ha impedito qualsiasi cambiamento, ma non solo quelli berlusconiani, anche quelli provenienti dalla parte opposta.
Oggi Berlusconi è più debole, e dopo averci provato innumerevoli volte, alla fine sono riusciti se non ad eliminarlo, quasi a fermarlo. Dico quasi, perché ho il sospetto che in qualche modo, magari con la copertura del Quirinale, la sfangherà anche questa volta.

Ma è comunque assodato, che per limiti fisiologici, la politica italiana e i moderati dovranno fare a meno dell'aggregante Berlusconi. A quel punto le oligarchie dei "poteri forti" cercheranno di nuovo di prendere il sopravvento.

"Dietro, anzi sopra il circo politico, ci sono i cosiddetti “mercati”, ovvero le grandi potenze finanziarie che fanno il bello e il cattivo tempo nel campo economico e che tutto faranno per impedire un ritorno al potere dei berluscones.

La tempesta finanziaria che diversi analisti prevedono in arrivo, potrebbe a questo punto abbattersi sul nostro paese prima di quanto si pensi. Non avremo quindi, eventualmante, elezioni “normali”; i “mercati” imporranno lo Stato d’eccezione, minacceranno se non determineranno a freddo, un attacco del tipo di quello che scaternarono nell’autunno 2011. Un crack combinato, delle finanze pubbliche e del sistema bancario, obbligherebbe quindi la Bce di Draghi (sentenza della Corte costituzionale tedesca permettendo) ad usare “il bazooka”, le cosiddette Outright Monetary Transactions (OMT), a condizione che siano applicati programmi spaventosi di massacro sociale e che l’italia, già privata di sovranità sostanziale, venga posta in un regime anche formale di protettorato.

Tutto quindi, nei prossimi mesi, potrebbe accadere. Avevamo detto che con la poderosa “spallata” segnata dalla avanzata gigantesca di M5S, entravamo in una nuova fase, segnata dall’acutizzazione della crisi sistema politico. La sentenza della Corte di Cassazione accentua questa crisi.

Per chi ha a cuore le sorti del popolo lavoratore e con esse quelle del nostro Paese c’è una cosa da fare; lanciare l’allarme, operare affinché nasca un fronte ampio che combatta i due blocchi dominanti: quello eurista incardinato attorno al PD e quello incipiente nazional-liberista berlusconiano, che imbarcherà non solo i rottami leghisti ma pure i cascami neofascisti."

Il sistema finanziario ha capito che non riuscirà mai a prendere il potere per via democratica e politica, a causa della infinita distanza fra le sue istanze e il popolo italiano. Quindi è probabile che utilizzerà le maniere forti della crisi economica, per violentare e stordire un intero paese. E' probabile ma non è detto, perché una strategia del genere sarebbe miope, soprattutto oggi che a Berlusconi va sostituendosi un nuovo soggetto poco controllabile e di indiscutibile successo come il M5s. Scommetterei che anche questa volta i "poteri forti" si ritroveranno a dover affrontare un nemico imprevisto e anche questa volta non riusciranno a tacitare e sopraffare un arcitaliano come B. Grillo.

Il M5s difficilmente potrà assurgere ai successi berlusconiani, perché ha un modesto appoggio della parte moderata del paese. Ma come dimostrano le ultime elezioni può continuare a costituire a lungo una spina nel fianco che erode consenso al Pud€, costringendo i "poteri forti" a dover mettere assieme tutti i pezzi politici restanti, fra cui molti bocconi indigesti, come appunto oggi Berlusconi.
Non ce la faranno mai a governare questo paese. Intanto però continueranno a fare danni irreparabili e a rendere l'Italia invivibile.

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