domenica 30 giugno 2013

Che barba che noia, che noia che barba...


Non finisce mai la farsa politica italica. Ci lanciamo verso il futuro con lo sguardo rivolto al passato, armati di "Forza Italia" e dei cimeli degli anni '90. La valigetta con il kit forzista qualcuno l'avrà ancora a casa, così il Cavaliere potrà risparmiare su adesivi e magliette. Forse è per questo che viene riesumata la salma del partito di plastica. Siamo pur sempre in un periodo di crisi e i risparmi sono benvenuti, anche quelli elettorali.
Senza contare che si potrebbero riciclare gli spot televisivi con un Berlusconi giovane e con capelli quasi veri... un'operazione che ricorda le vecchie pubblicità della Coca Cola che un tempo resistevano per decenni (vorrei cantare insieme a voi...).

Ormai il ras di Arcore è abituato a comandare, fondare e fare campagna elettorale. Poi a governare non si diverte più. Anzi, non ci riesce proprio. Anche se sul malgoverno è in buona compagnia.

""Il Pdl restera' come coalizione dei partiti di centrodestra: Forza Italia ne fara' parte e temo che saro' ancora chiamato ad essere il 'numero 1' ". Lo ha detto Silvio Berlusconi al Tg1 parlando di un imminente ritorno a Forza Italia."
(www.rainews24.rai.it)

Una notizia così attesa che non trova spazio su nessuna edizione on line dei grandi giornali. Compreso il quotidiano di famiglia "Il Giornale"!

Non so cosa sarà questo riciclato partito di centro destra. Ma l'impressione è che sarà l'ultimo giocattolo di un miliardario annoiato. Perché gli italiani dovrebbero rinnovare la fiducia a chi è preso dalla nostalgia per il suo passato? Penso che non sarà la rediviva "Forza Italia" a trascinare le folle alle urne elettorali. Se non riesce nemmeno Grillo a scuotere gli elettori sui temi degli sprechi, della crisi, come potrà farlo Berlusconi con un residuato bellico come "Forza Italia"?

"Silvio Berlusconi rifonda Forza Italia, Antonio Di Pietro molla la sua Italia dei valori.
...
Berlusconi, pluricondannato, che si aggrappa ancora alla sua vecchia creatura, Forza Italia, per resistere alla decadenza politica e umana che lo insegue.

Di Pietro “espulso” dal partito che aveva fondato, partito personalissimo e sul modello forzista di Arcore, travolto egli stesso dal malcostume della politica. Una sola differenza: Silvio succede a se stesso, nonostante lividi e condanne. Di Pietro lascia il campo al partito di Beppe Grillo e da questo si aspetta un po’ di benevolenza, che non ci sarà."

(www.blitzquotidiano.it)

I protagonisti della politica degli anni '90 hanno mancato tutti gli obiettivi. Eppure sono ancora li a fare progetti e inciuci per un futuro che alcuni nemmeno vedranno. Non che i vari Alfano, Santanchè, Letta, Fassina, Orfini, Renzi ecc. ci esaltino più di tanto. Ma almeno hanno ancora la speranza di lasciare un segno che possa migliorare un futuro che gli italiani vedono sempre più nero. 

Eppure queste "giovani" promesse già molto mature, preferiscono stare in retrovia ed attendere. Alfano è un delfino a vita, una promessa che non verrà mai mantenuta. Nel centro destra nessuno osa mettere in dubbio il grande capo, almeno finché questi metterà mano al portafoglio. Poi scomparso il grande mecenate di Arcore, ci sarà il fuggi fuggi verso partiti neo democristiani o neo fascisti.

Nel centro sinistra, l'unico che ha tentato di ribellarsi è stato Renzi. Ma purtroppo anche lui è stato troppo accomodante con i vecchi dirigenti del suo partito, che gli hanno piantano delle belle barriere burocratiche per evitare che vincesse le primarie. Renzi si è lamentato, ma avrebbe dovuto essere più cattivo, fare un gran casino.

Oggi ci riprova, e lo fa nel modo peggiore. Prendendosela con chi non c'entra nulla, e chi dovrebbe essere dalla sua parte. Ma evidentemente Renzi ha compreso che Letta assaggiando questi scampoli di potere, sta crescendo come leader e diventa ogni giorno più ambizioso. E in tema di ambizioni Renzi non vuole essere secondo a nessuno. Ma ben venga chi è disposto a spendersi per la collettività.

"«La sfida più grande sarebbe certamente la posizione di premier e per questo diventa importante il partito. Chi vince le primarie aperte dovrebbe essere il candidato a guidare il Governo. Certo, non vorrei diventare capo del Pd per cambiare il partito, ma per cambiare l'Italia». Lo ha detto Matteo Renzi in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung.

LETTA - Sempre nella stessa intervista parla anche del Presidente del consiglio. «Enrico Letta è un amico, solido, abile, competente ed è un grande europeista» convinto che per la grande coalizione con cui governa, «tutto quello che fa è pragmatico e non rivoluzionario. E nella nostra situazione piccoli passi non bastano»."

(www.corriere.it)

Ma Renzi potrebbe essere un premier migliore di Letta? Ho come l'impressione che ormai la battaglia per la vittoria elettorale e il governo del paese assomigli sempre più ad un concorso di bellezza e simpatia.
Che le decisioni fondamentali siano prese fuori dall'Italia. La cosa è pienamente evidente in ciò che avviene in questi giorni con il governo Letta (vedi: "Italia paese privo di sovranità"). 

Ci vorrebbe un governo nazionale "nazionalista", per tener testa a quest'Europa e questa Germania. Ed invece i nostri premier la testa la piegano volentieri. E in tutto questo marasma europeo ed internazionale cosa c'entra un partito personalistico guidato da un gagliardo vecchietto semi-mummificato? Cosa potrà dare di più domani Berlusconi che nel 2011 disse di si alle condizioni della Bce? Oggi che è fuori dal governo sia lui che Tremonti si affidano alle tesi anti-austeriche di Krugman&C.. Ma perché all'epoca, quando erano al governo, non dissero un grande no alla Bce argomentandolo con quelle tesi? 

Va bene, continuiamo così. Con la nuova Forza Italia il Cavaliere si divertirà con l'ennesima campagna elettorale da protagonista, magari sparando ad altezza uomo su euro, Europa, Germania, Bce ecc. E poi se mai dovesse tornare a sedere sugli scranni del governo (la vedo molto dura...) non farebbe cose tanto diverse da quelle fatte dagli anni '90 ad oggi, e soprattutto tanto diverse da quelle imposte da Bruxelles. 

Nemmeno Berlusconi ha la forza per opporvisi. E' forse il politico italiano più ricattabile. Non solo dal lato giudiziario. Del resto che sia così è evidente dalle voci di corridoio che vedrebbero la figlia Marina scendere in campo al posto del padre. Per fare cosa, se non garantire ancora una volta le aziende di famiglia? E se i Berlusconi devono difendere i loro interessi, come potranno rivoltarsi contro l'Europa per difendere i nostri? Un'Europa retta da potentati che potrebbero rivalersi per vie indirette sulle loro aziende?

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