domenica 2 giugno 2013

2 giugno: giochiamo alla super potenza


Cosa deve fare una nazione che rischia ogni giorno il default? Organizzarsi per scongiurarlo, stendere piani "B" per rimediare alla situazione insostenibile generata dall'euro, oppure se si è euro-fanatici si investe come pazzi nell'industria, nel sostegno ai consumi, per cercare di imitare i tedeschi...

Invece no. Noi o si fanno costosi buchi nelle montagne, o si spende e spande per gigantesche esposizioni internazionali che diventeranno poi cattedrali nel deserto, oppure si gioca alla super potenza militare.
Mi sembra proprio la strategia giusta, per sfasciare meglio il paese.

"I due milioni di euro per la parata militare “sotto tono” del 2 giugno – l’anno scorso era costata 2,6 milioni – sono solo la ciliegina sulla torta delle spese militari italiane, che quest’anno ammontano a17,64 miliardi di euro.
... per oltre metà va a coprire i costi del personale (9,68 miliardi per gli stipendi di 177.300 persone) e della manutenzione di infrastrutture e mezzi (1,55 miliardi), per il resto serve a finanziare le missioni militari all’estero (un miliardo nel 2013, per due terzi destinati alla guerra in Afghanistan) ma soprattutto l’acquisto di nuovi aerei e navi da guerra, nuovi carri armati e nuove bombe, per un spesa totale che quest’anno sfiora i 5 miliardi e mezzo di euro."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Fantastico. Cinque miliardi che sarebbero esattamente la cifra necessaria per l'esenzione Imu sulla prima casa, e forse qualche sconto sul resto. Oppure ci consentirebbero di far tornare l'Iva al 20%.

"“la quantità e l’operatività delle forze armate dipende dalle ambizioni nazionali”, spiega in un’intervista ... il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Claudio Graziano. E se l’Italia si ritiene “una grande potenza”, come dichiarato pochi giorni fa dal ministro della Difesa Mario Mauro, non si può badare a spese.
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Dei 5,4 miliardi di spesa in armamenti per quest’anno, 3,18 miliardi provengono dalle casse della Difesa ma 2,18 miliardi sono fondi del ministero per lo Sviluppo Economico (che inoltre finanzia per intero le missioni all’estero) e 42 milioni provengono addirittura del ministero dell’Istruzione."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Alla fine qualcosa lo abbiamo imparato dagli americani. Questi basano buona parte del loro Pil sull'industria bellica ed aerospaziale. Anche noi nel nostro piccolo, perseguiamo lo Sviluppo Economico facendo costruire navi ed aerei da guerra. E' un buon metodo per creare Pil: assomiglia a quello suggerito da alcuni economisti di far scavare buche di notte e farle ricoprire di giorno. Si sa, in guerra le navi affondano e gli aerei cadono. Quindi se ne devono costruire sempre di nuovi.

"Vediamo nel dettaglio, iniziando dal programma bellico più oneroso messo a bilancio quest’anno: l’acquisizione di altri sei aerei da combattimento Eurofighter Typhoon, per la bellezza di 1,19 miliardi. La Difesa ci mette solo un obolo da 51,6 milioni: tutto il resto lo paga il ministero per loSviluppo Economico: 1,14 miliardi (cento milioni in più dell’anno scorso). E altrettanto pagherà sia il prossimo anno che quello dopo, per altri dodici aerei. Dal 2005 fino al 2022 il programma Eurofigter avrà dirottato dallo Sviluppo Economico l’esorbitante cifra di 6,28 miliardi di euro.
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... sostegno integrale del ministero per lo Sviluppo Economico all’acquisizione di dieci fregate multi-missione (Fremm) per la marina militare. Tale programma, il secondo più costoso per il 2013, prevede per quest’anno una spesa di 655,3 milioni, interamente a carico del Mise, che il prossimo anno ne verserà altri 449,3 e quello successivo 514,3: in tutto, tra il 2006 e il 2022, ben 2,89 miliardi di euro saranno stati dirottati dal dicastero economico verso questo programma bellico navale.
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Gli altri programmi di riarmo cofinanziati dal Mise sono le nuove bombe di precisione per i Tornado(con 100 milioni solo nel 2013), i carri armati ruotati Freccia (99,7 milioni), gli elicotteri Nh-90 (82 milioni), i caccia da addestramento M-346 (36 milioni), la digitalizzazione delle forze armate – programma Forza Nec (30 milioni), gli elicotteri Aw-101 (21,5 milioni) e i satelliti spia Sicral-2 (15,1 milioni). I contributi pluriennali stanziati per questi programmi dal ministero dello Sviluppo Economico per il periodo 2006-2024 ammontano complessivamente a 3,14 miliardi di euro.

Alcuni stanziamenti sono però destinati a lievitare, e di molto. Il già citato programma Forza Nec, ad esempio, nei prossimi cinque anni richiederà una spesa di 9,5 miliardi e alla sua conclusione, nel 2031, ci sarà costato addirittura 22 miliardi di euro.
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Passiamo ora alle spese militari del ministero dell’Istruzione. ... quest’anno vengono sottratti, tramite il Cnr, 50 milioni di euro (5 quest’anno e il resto nel prossimo biennio) per l’acquisizione di una nave da guerra che servirà a fornire supporto alle forze speciali e a scorrere i sommergibili. Altri 97 milioni (37 quest’anno e 30 ognuno dei prossimi due anni) sono destinati dal Miur, attraverso l’Agenzia spaziale (Asi), al cofinanziamento del programma satellitare militareCosmos-Skymed: nello stesso triennio la Difesa sborserà da parte sua solo 27,5 milioni. Questo programma prevede per la sua prosecuzione nei prossimi cinque anni che, accanto ad altri 175 milioni a carico della Difesa, il ministero dell’Istruzione sganci altri 330 milioni di euro: cifra per ora non disponibile e quindi momentaneamente congelata."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Naturalmente da questa nota spese sono fuori quei bidoni volanti degli F35. Aerei spaventosi non tanto per il nemico (pare siano lenti), ma per chi ne deve sostenere i costi di acquisto e mantenimento.

"... spendiamo mezzo miliardo quest’anno, 535,4 milioni l’anno prossimo e 657,2 milioni quello dopo. Nei prossimi dieci anni il programma F-35 ci costerà altri 10 miliardi secondo la Difesa, almeno 15 miliardi secondo stime indipendenti, senza tenere conto degli incalcolabili costi di manutenzione."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Questi aerei sono ormai un imbarazzante romanzo internazionale, in cui le nazioni serie come il Canada, hanno preferito annullare il contratto, mentre le repubbliche delle banane come l'Italia, che non contano una bel niente ma devono fare quello che dice l'alleato padrone americano, se li comprano e minimizzano.

"... se insisto non è tanto per i difetti ma per l’imbarazzante arroganza della Lockheed, da una parte, e degli Stati maggiori italiani, dall’altra, nel persistere a ripetere che a parte ciò, madama la Marchesa, tutto va bene, madama la Marchesa.
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L’ultima della infinita saga di “cosa non va nell’F-35” la racconta ancora una volta Aviation Week & Space Technology, ... Dice il settimanale, in un articolo del 29 maggio, che per imbarcare la versione F-35B del caccia (quella che sarà usata dai Marines americani e dalla nostra Marina Militare) sono necessarie importanti modifiche al ponte di volo e alle sovrastrutture delle navi della classe Wasp. E questo perché? Per rimediare ai problemi causati dal calore dei motori dell’aereo.

Ora, le modifiche non sono robetta, a sentire l’ammiraglio Jonathan Greenert, il Chief of Naval operations dell’US Navy (l’equivalente del nostro capo si Stato maggiore della Marina) ...
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... “per compensare le aumentate sollecitazioni associate agli scarichi del JSF”: schermatura, spostamento e rimozione di sistemi vulnerabili che possono essere danneggiati, quali antenne, imbarcazioni, reti di protezione e stazioni di rifornimento carburante. Inoltre, dice sempre l’ammiraglio, sarà necessario rinforzare il ponte di volo per sostenere le sollecitazioni, modificare il rivestimento del ponte, installare nuovi sistemi di alimentazione elettrica, aggiornare i sistemi di rifornimento delle munizioni. Continua l’ammiraglio: bisognerà spostare i sistemi di difesa antiaerea Phalanx, e i lanciatori di missili Sea Sparrow e RAM, e così pure le antenne di comunicazione satellitari e il sistema antincendio della nave. Bazzecole.
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Da tempo alcuni commentatori non stipendiati dalla Lockheed avevano denunciato il problema rappresentato dalle altissime temperature dei gas di scarico dell’aviogetto. Ma la società aveva negato l’evidenza, come sottolinea l’articolo di Aviation Week ... Il portavoce della ditta ... disse che le differenze di temperatura con l’AV-8B, che l’F-35 dovrebbe sostituire, “sono molto piccole e non dovrebbero richiedere significative” modifiche.
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Parliamo probabilmente di mesi di lavoro. ... Per fare un esempio, nell’agosto 2011 la Marina statunitense dovette far costruire due piattaforme di decollo e atterraggio per l’F-35 nella basi di Beaufort e Yuma per un costo, ciascuna, di 21 milioni di dollari. Durante le prove avevano scoperto che i gas di scarico dell’aereo frantumavano il cemento (sì, il cemento) della pista sparando tutt’intorno veri e propri proiettili.

Su tutto ciò naturalmente qui da noi c’è blackout assoluto. Eppure l’F-35B dovrà essere imbarcato sull’ammiraglia della nostra flotta, la portaerei Cavour. Tra l’altro molto più piccola delle Wasp statunitensi a cui si riferiva l’ammiraglio e dunque la nostra nave è potenzialmente più bisognosa di modifiche perché gli spazi sono più angusti e gli effetti negativi del calore più evidenti.
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Tanto più che nave Cavour è già stata coinvolta in un “infortunio” al ponte di volo. Appena entrata in servizio il rivestimento dovette essere rifatto perché si staccava.
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L’ammiraglio parlava di un ponte progettato per gli Harrier che, pochi mesi dopo l’entrata in servizio della nave, già si dissolveva. Cosa succederà con l’F-35B? Faranno il barbecue tre ponti più in basso?"

(www.ilfattoquotidiano.it)

Inutile farsi illusioni. Quei 10-15 miliardi non sono altro che la prima perlina infilata in un lungo rosario di spese impreviste. Io comunque qualche sospetto ce l'ho. Il mio timore è che queste spese militari non siano solo per un vezzo, per il prestigio internazionale, e forse nemmeno per sostenere le missioni all'estero.

Quello che mi rende perplesso è che il piano della difesa è molto ambizioso: 

"... direttive che hanno consegnato le nostre forze armate a una Nato che non pensa più alla difesa collettiva, ma che è stata trasformata in una specie di Spa appartenente a una holding americana dedicata a avventure di tipo mercenario in qualsiasi parte del globo
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Quando si parla di 90 aeroplani da qui a 10 anni, significa che si mette in piedi una capacità operativa che non avevamo neanche durante la guerra fredda."

( www.beppegrillo.it )

Rischio Calcolato ci ricorda che l'acquisto dei nuovi caccia "ci porterà ad essere tra i primi 10 paesi al mondo, con circa 200 esemplari, considerando che i 3/4 saranno nuovi di pacca e l’altro quarto composto da Tornado di tutto rispetto. Arriveremo al pari dell’Inghilterra ...". (Rischio Calcolato) O l'ex Impero Britannico è parecchio decaduto, o ci stiamo montando un po' troppo la testa...

E malgrado tutto questo sfoggiar di muscoli, quando si è trattato di mostrare, non dico la faccia feroce, ma almeno un po' di fermezza, ci siamo piegati come fuscelli. Parlo della vicenda libica, dove avevamo appena riallacciato dei rapporti non proprio di amicizia, ma almeno strategici e commerciali con la Libia. Forse l'errore più grosso di Berlusconi è stato questo: non la crisi dello spread (probabilmente pilotata), ma l'ambizione di dare all'Italia una nuova autonomia strategica (geopolitica ed energetica -  vedi "Italia senza politica").

Che ha dato molto fastidio a tutti: Inglesi ed Americani che ricordavano ancora la vicenda di Sigonella con i carabinieri con i fucili puntati sulla Delta Force (it.wikipedia.org); ai Francesi che si sentono sempre in competizione con noi e non tollerano una supremazia nostra nel Mediterraneo; ai Tedeschi che non vedevano di buon occhio le nostre manovre che insidiavano la loro supremazia europea, oggi purtroppo molto ben evidente.

Per questo in breve tempo ci siamo ritrovati le portaerei francesi ed inglesi davanti alle coste libiche. Per non darci il tempo e nessuna possibilità di tentare un approccio diverso, una trattativa con il ritrovato "amico" dell'Italia Gheddafi. E così ci siamo giocati un'importante posizionamento geopolitico nel Mediterraneo. Un ritorno di fiamma del colonialismo, ma che ci avrebbe portato i vantaggi commerciali senza gli svantaggi bellici e politici.

Ed ora ci riarmiamo per cosa? Ma soprattutto per chi? Sicuramente non sarà per i nostri interessi, ma per quelli di altre superpotenze, che utilizzeranno le nostre forze armate come nella seconda guerra mondiale gli inglesi usavano le truppe coloniali. Buon 2 giugno.

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