sabato 27 aprile 2013

Letta premier di un governo di centro destra


Il neoincaricato premier E. Letta non è sicuramente amato dalla rete:

"Il ceto politico però ci prova con il perfetto Letta: eterno, irriducibile boy scout, fervente cattolico ma blandamente divorziato, europeista fin da adolescente, tifoso di calcio, si definisce uno sempre appena sotto i più bravi, ma almeno laureato, il più giovane ministro nella storia della Repubblica
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C’è chi dice che sia proprio Letta l’Amato dei nostri tempi: abbiamo da temere per i nostri conti, la nostra sovranità – è stato segretario generale del Comitato per l’Euro del Ministero del Tesoro, per il nostro uguale e rispettato accesso ai diritti anche i più gravosi – non è certamente un laico, per i nostri beni comuni – è un fan delle liberalizzazioni più sgangherate.
Il delfino di quel ceto, l’enfant gatè di tutti i cerchi e i tortellini magici, l’unto del signore “eletto” grazie alla baldanza e la sicurezza del censo, della nascita dalla parte giusta, quella più iniqua, della soave banalità non è la desiderata “normalità” che può guarirci dall’anomalia italiana, perché di quell’establishment, di quella anomalia, è un figlio prediletto."

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

"Enrico Letta è così bravo, ben educato, disponibile e prudente che sembra lo zio Gianni. Insieme non fanno una famiglia ma compongono un sistema di potere equivicino.
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ha sempre le idee ben pettinate: nè di qua nè di là. Ha il senso della posizione in campo, la capacità di stare quasi sempre dalla parte che vince. Enrico, che oggi è chiamato a premier, era il vice di Bersani, il vice disastro. Eppure il capo della ditta è dovuto tornare a Bettola, smacchiato prima da Berlusconi e poi dagli elettori del Pd
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Essendo un predestinato non deve competere, non deve sgozzare. Sono gli altri che pensano a lui. Sceglie l’immobilità, fermo al centro dell’universo. ... Gli altri hanno lavorato per lui. Per capirci: gli amici del Pdl. Cioè Berlusconi. Cioè Letta, l’amato zio Gianni."

(www.ilfattoquotidiano.it)

"Napolitano, col plauso di quasi tutti, incluso Berlusconi, incarica di formare il governissimo “senza alternative” l’on. Enrico Letta, che, come economista e come politico, è assolutamente improponibile per il ruolo di premier, dato ciò che ha fatto, ciò che è stato e ciò che è tuttora. Però si capisce anche perché e per cosa è stato scelto…

"Cresciuto nella scuola economica di Andreatta ... nonché di Prodi ...; di Prodi fu anche sottosegretario alla Presidenza del consiglio. Enrico è inoltre membro di organismi di area Rockefeller ( Aspen Institute, Trilateral Commission), frequentatore del Bilderberg, ossia dei fari illuminanti della finanziarizzazione, della liberalizzazione (o pseudo-liberalizzazione, se consideriamo che la fiscalizzazione dei danni da frode non rientra certo nel liberalismo), della globalizzazione dell’economia e del mondo intero. Coerentemente con questa linea di ingegneria finanziaria e sociale, Enrico Letta, già membro della commissione per l’Euro 1994-1997, ha persino scritto un libro intitolato: “Euro sì. Morire per Maastricht”, Laterza 1997, in cui afferma che vale la pena di morire per l’Euro e Maastricht come nel 1939 valeva la pena di “morire per la Polonia” e che …non c’è un Paese che abbia, come l’Italia, tanto da guadagnare nella costruzione di … una moneta unica….” (2) e…”abbiamo moltissimi imprenditori piccoli e medi che … quando davanti ai loro occhi si spalancherà il grandissimo mercato europeo, sarà come invitarli a una vendemmia in campagna. E’ impossibile che non abbiano successo…il mercato della …moneta unica sarà una buona scuola. Ci troveremo bene… (3) ” "

(marcodellaluna.info)

"Al di là del volto pulito, dei 47 anni ben portati e dei modi più o meno galanti di Enrico Letta, è bene conoscere alcune cose sul suo passato recente e remoto, per capire che cosa ci riserva il futuro.
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un vero governo di larghe intese probabilmente non ci sarà, eccettuate le intese su questioni secondarie e sul salvataggio di qualche gruppetto di politici da guai giudiziari. Saranno grandi intese di facciata. Le vere intese, quelle sulle questioni fondamentali, saranno prerogativa dei soli compagni di merende di Letta Junior: Letta Senior, Monti, Napolitano, la direzione della Goldman Sachs e della Trilateral Commission e gli altri poteri superforti dietro a questo gruppo.

- Letta è il rappresentante di un Governo Monti 2, per l’austerity, per le privatizzazioni, per lo smembramento e la svendita dei gioielli nazionali, come nel ’92-’94.

- Letta, fino a prova contraria, è Monti Junior, e potrà presto trasformarsi in Andreatta Junior. Questo è espresso per l’ennesima volta a chiare lettere dallo stesso Letta:
“È chiaro – a chi è dotato di buon senso e responsabilità – che qualunque primo ministro si candidi a succedere a Monti dovrà farlo in continuità con Monti stesso.” (9 ottobre 2012, sito di Enrico Letta). Tutto ciò rende assolutamente non credibili i tranquillizzanti proclami dell’ultima ora di Letta contro l’austerità, diffusi anche dal “Financial Times”.

Dunque, Letta, fino a prova contraria, deve essere considerato un nemico del patrimonio pubblico italiano. In altri termini, un nemico della Repubblica."

(www.comedonchisciotte.org)

Il personaggio Letta si presta benissimo alle tesi cospirazioniste per la sua evidente storia personale. Se poi si leggono nero su bianco i suoi ideali politici (vedi "Vi spiego perché hanno scelto me" - sollevazione.blogspot.it) allora è chiaro che ci troviamo di fronte ad un conservatore nemico numero uno di un certo movimento d'idee che si è sviluppato in rete.
E non si capisce nemmeno cosa ci faccia in un partito sedicente di sinistra. Probabilmente sta in quel partito per presidiare quella parte politica ed evitare che si infetti con pericolosi germi antieuropeiti, ma più precisamente anti euro.

Ma è ancora più evidente, leggendo i titoli dei giornali, che il Pd non solo ha "non vinto" le elezioni, ma si è talmente spappolato da essere subalterno al Pdl. Infatti non si leggono altro che dichiarazioni di Berlusconi che dicono "Bravo Letta", "Bene così", "Il governo si farà", come se Letta fosse ormai un esponente del Pdl.
Dubito che in questa situazione il Pd possa evitarsi una scissione. Come faranno Fassina, Puppato, Orfini, Civati, ed altri giovani democratici a votare un così evidente inciucio e una così evidente subalternità al centro destra? Se lo faranno si giocheranno ulteriori voti. Se lo faranno andranno contro i loro stessi ideali.

Il Pd in questa fase governativa è ritornato silenzioso come durante la campagna elettorale. Perché i suoi dirigenti fanno così? forse perché oggi in Europa devi fare una scelta di campo netta: o sei nel campo del sistema o nel campo dell'antisistema. Il problema è che molti elettori del Pd vorrebbero essere nel secondo campo, ma non si può se si vuole governare. Se stai nel campo del sistema non può fare le cose che vorresti, ma le cose che vogliono in Europa. Ecco il motivo dello spappolamento di un partito che voleva fare scouting e invece è ora oggetto di scouting da parte di tutti gli altri: dal Pdl che trascina la parte moderata al governo, dal M5s e da Sel che si stanno invece mangiando le frange più estremiste. Un'altra dura lezione proveniente dall'Europa.

Per quanto mi riguarda, malgrado gli errori euristi di questi tempi, preferirei un Pd unito. Preferirei il mantenimento di un minimo di sistema bipolare.

Perché se il Pd si schianta, perderemo per sempre il polo di centro sinistra. Non sarà più in grado di vincere le elezioni e sarà condannato all'opposizione per lungo tempo. Non è una situazione desiderabile per una democrazia. Il M5s, secondo Sky e il Giornale avrebbe migliorato la sua posizione nei sondaggi, banchettando sulle spoglie del Pd. Già ora il Pd avrebbe un distacco di 6 punti dal Pdl. Se si dividesse ulteriormente diventerebbe un partito irrisorio, residuale ed inservibile. E il M5s, non facendo per statuto alleanze e coalizioni, rimarrebbe sempre all'opposizione, in attesa di raggiungere un irraggiungibile 51%.

Torneremo alla prima nefasta repubblica, con una Dc (ora Pdl) sempre al governo, a causa dell'impossibilità dell'alternanza con il Pci (oggi Pd o M5s) che allora era un partito anti sistema ed inviso all'alleanza Atlantica.

In realtà però, pur condividendo le preoccupazioni cospirazioniste su Letta, mi risulta difficile credere che anche l'alleato al momento più lucido, cioè il Pdl, aspiri a continuare sulla strada dell'austerità. L'insistenza con cui si persegue sulla richiesta di abolizione dell'Imu, mi fa pensare che il talebano eurista Letta, verrà strattonato violentemente dalle forze anti europee. E se farà finta di aderirvi, o si comporterà come un Monti Jr., gli arriveranno numerosi veti dall'attuale Parlamento e sarà costretto a virare rotta.

I partiti oggi non sono più terrorizzati come nei giorni in cui si insediò il governo Monti. Non sono più disposi a perdere voti a causa dell'austerità. Non vogliono più lasciare mano libera ai tecnici. Sentono la concorrenza spregiudicata dei cinquestelle che non vogliono far passare lisce le politiche economiche precedenti, od errori madornali come quello degli esodati. Quindi se Letta e Napolitano rappresentano una garanzia per l'Europa, è anche vero che da soli contro il Parlamento contano poco. Potrebbe tornare a salire la febbre dello spread, ma anche quest'arma oggi è spuntata: il Quantitative easing giapponese ha fatto diventare i nostri titoli molto più ricercati di un anno fa.

Quindi in conclusione, Letta può anche far parte della Trilaterale o della Spectra, ma con un Parlamento balcanizzato come il nostro, riuscire a imporre determinati provvedimenti risulterà molto complicato. Inoltre conviene anche al Pd seguire il programma del Pdl, in direzione di un alleggerimento fiscale, perché anche molti elettori del Pd lo vogliono. Pertanto sarà quello di Letta si un governo di centro destra, ma non la destra euro fedele alla Monti, ma la destra nazionalista ed euro scettica alla Berlusconi. Comunque un governo che a causa delle sue mille contraddizioni, combinerà molto poco.

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