venerdì 15 marzo 2013

Il vero governo del M5s



Il Movimento 5 stelle prosegue per la sua strada. I capigruppo hanno comunicato la scelta del movimento di votare propri candidati per la presidenza di Camera e Senato. Il Pd ha frainteso la cosa, o forse fa finta di fraintendere, pensando che il M5s è disponibile a fare un qualche tipo di alleanza. Per questo pare che nel Pd si siano convinti di dare una delle Camere ad un esponente grillino.

In realtà il Movimento andando a prendere posizioni importanti nelle Camere, e nelle Commissioni, intende mettere in pratica una strategia ben precisa. Il vero governo del M5s è il Parlamento stesso, gli eletti di Grillo non sono interessati a nessun altro governo o alleanze.

Quello che intendono fare è molto chiaro, usare il Parlamento sia per discutere le proposte del movimento senza più filtri, sia per mettere i bastoni fra le ruote di un governo che intendesse far piovere dall'alto i suoi provvedimenti in Parlamento. In pratica una visione opposta a Pdl e Pd, i quali negli ultimi 20 anni, hanno inteso i deputati come meri "schiaccia pulsanti eterodiretti", i quali non solo spesso non sapevano cosa votavano, ma anche si sono trasformati in "pianisti" o piovre pigiando simultaneamente più pulsanti. C'è da chiedersi quanti provvedimenti usciti in questi anni siano legittimi, cioè votati nel rispetto dei regolamenti parlamentari.

Quel che vuole fare il M5s è chiudere drasticamente con quest'andazzo, e ridare centralità al Parlamento e un ruolo attivo ai deputati. Con la presidenza in mano ai grillini, difficilmente verranno concesse ai deputati certe libertà: premere più pulsanti, o aggiustare i calendari parlamentari per dare precedenza ai provvedimenti del governo, o altri dubbi comportamenti da osteria. Nel Pd, se pensano di andare al governo alleandosi al M5s e fare ciò che chiede l'Europa, si stanno facendo dei calcoli sbagliati. L'impressione è che i nuovi deputati cinque stelle vogliano dare precedenza alle loro istanze e passare al microscopio le proposte altrui.

Ma potrebbero riuscire i grillini a controllare e indirizzare la politica nazionale solo attraverso il Parlamento, senza un vero governo amico?
Per esempio, al Senato, potrebbe essere molto difficile ottenere la Presidenza senza il consenso del Pd:

"Per quanto riguarda il numero dei voti richiesto, ecco cosa prescrive il Regolamento: "E' eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età".
(www.milanofinanza.it)

Quindi anche continuando a votare il proprio candidato fino al ballottaggio, il Pd prevarrebbe sempre.

Per quanto riguarda la presentazione di leggi di iniziativa parlamentare, la Costituzione è molto chiara:
"Art. 71.

L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.

Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli."


Ogni deputato può presentare propri disegni di legge. Ma poi il diritto sancito dalla Costituzione deve essere mediato attraverso un sistema di norme. Cioè una legge si forma nel rispetto dei regolamenti camerali. Per esempio quella della Camera dei Deputati prevede, molto in breve:

"I disegni e le proposte di legge presentati alla Camera o trasmessi dal Senato, dopo l'annuncio all'Assemblea, sono stampati e distribuiti nel più breve termine possibile. Di essi è fatta subito menzione nell'ordine del giorno generale.
...
Il Presidente della Camera assegna alle Commissioni competenti per materia i progetti di legge sui quali esse devono riferire all'Assemblea, e ne dà notizia in Aula.
...
L'esame in Assemblea dei progetti di legge comprende la discussione sulle linee generali del progetto e la discussione degli articoli.

(oppure)

"Quando un progetto di legge riguardi questioni che non hanno speciale rilevanza di ordine generale il Presidente può proporre alla Camera che il progetto sia assegnato a una Commissione permanente o speciale, in sede legislativa, per l'esame e l'approvazione.
...
L'Assemblea può decidere, prima di passare all'esame degli articoli, di deferire alla competente Commissione permanente o speciale la formulazione, entro un termine determinato, degli articoli di un progetto di legge, riservando a sé medesima l'approvazione senza dichiarazioni di voto dei singoli articoli nonché l'approvazione finale del progetto di legge con dichiarazioni di voto."

(www.camera.it)

Tutta una serie di passaggi obbligatori o facoltativi che possono portare un disegno di legge parlamentare ad assumere una fisionomia completamente diversa da quella della sua prima estensione. Il Parlamento è un campo di battaglia, dove conta molto il numero e la disciplina del gruppo. Quindi non è facile per i deputati del M5s riuscire ad imporre propri provvedimenti legislativi, se non giocando di sponda con gli altri partiti, eventualmente alternativamente fra Pd e Pdl. Allo stesso tempo, diventa impossibile per il Pd raggiungere qualsiasi risultato di governo senza l'accordo del M5s.

Non credo che la diciassettesima legislatura, come del resto indica il numero, possa avere molta fortuna. E' destinata a chiudersi in anticipo perché nessuno degli interessi in campo potrà raggiungere un risultato.
Non possono farlo i paladini dell'austerità (montiani) e i loro scudieri (Pd). Non possono farlo i difensori delle piccole imprese e avversari dell'austerità germanica (Pdl). Non possono farlo gli ingenui e impreparati, anche se volenterosi, innovatori del M5s.

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