sabato 9 marzo 2013

Democrazia spappolata

Pil italiano - della serie "è solo un caso che il Pil non cresce da quando c'è l'euro"


La nostra è sempre stata una democrazia debole, non tanto nel sentimento democratico degli italiani, ma nella sua forma di organizzazione, di insieme di regole per esercitarla.
E' bastato un anno di terapia d'urto europea, di austerità montiana per provocare un disfacimento della nostra precaria situazione politica. L'anno di Monti è stato il culmine della decina di anni dell'euro su ben documentati dal grafico del Pil.

L'esito delle elezioni è stato disastroso (vedi: "Un altro mirabolante risultato del governo Monti-Merkel") ed era prevedibile se solo la casta politica fosse scesa dal suo Olimpo fra la gente comune. Il movimento grillino ha raccolto l'enorme malessere sociale, ma forse in parte anche Berlusconi antieuropeista che ha raddoppiato i consensi di un Pdl distrutto.

Oggi ci troviamo bloccati dai veti incrociati di tre forze politiche (e per fortuna il centro montiano è ininfluente): Il Pdl vorrebbe un governissimo con il Pd, che non ne vuol sapere ed insegue il M5s, che non ne vuol saper di stringere alleanza con chicchessia, nemmeno se il premier fosse Gesù.

Gli unici a far cambiare idea a Bersani e ai "giovani turchi" sul Pdl, potrebbero essere i mercati a partire da lunedì. Il declassamento dell'agenzia Fitch potrebbero influire su borsa e spread. Ma potrebbe anche non accadere niente, in quanto le borse mondiali sono in bolla rialzista, e fintanto salgono nessuno si preoccupa di quel che pensa e fa Bersani.

Se dovesse accadere che la finanza internazionale decide di ignorarci, il che è poco probabile, allora i veti incrociati ci porterebbero dritti a nuove elezioni anticipate a giugno.

"A metà aprile verrà eletto il nuovo capo dello Stato che agli inizi di maggio inevitabilmente sarà costretto a sciogliere le Camere e a giugno, presumibilmente il 16 ed il 17, si voterà. Questa, al momento, è la prospettiva più credibile che non ammette subordinate.

È facile immaginare che non vincerà nessuno un’altra volta. Il Movimento 5 Stelle potrà anche diventare il primo partito, ma non avrà la forza di formare un governo: il Pd, inevitabilmente penalizzato dai risultati, gli renderà pan per focaccia; il Pdl non si metterà a disposizione di Grillo con cui non condivide assolutamente nulla."

(www.blitzquotidiano.it)

Stando agli ultimi scampoli dei sondaggi parrebbe che la situazione di Pdl e Pd rimanga stabile, o debolmente calante. Mentre il movimento di Grillo starebbe ancora crescendo (per esempio: www.scenaripolitici.com). E' inutile soffermarsi sulle cifre assolute, ma comunque sui trend i sondaggi fatti prima del voto ci hanno azzeccato (vedi: "Sondaggi: trend lineare").

Poi c'è la variabile Berlusconi e processi. Non so se dietro l'ultimo ed ennesimo accanimento giudiziario sul Cavaliere ci sia una strategia, ma se c'è, è probabilmente miope e sbagliata. La mossa di negare il "legittimo impedimento" di un paio di giorni ad una persona anziana per motivi sanitari, seppure questi si chiami Berlusconi, non è delle più felici. E' chiaro che il cavaliere non vede l'ora di passare come vittima della giustizia stalinista. Quanti punti percentuale stanno regalando i giudici al Pdl?

Ma soprattutto, quanti punti percentuali recupererà ancora il M5s, dopo una prova di immaturità così evidente data dai partiti tradizionali?
Poi non si sa nemmeno con che legge elettorale si andrebbe a votare così presto. 

"Mattarellum o doppio turno (inutile prendere in considerazione esotici sistemi che hanno già abbondantemente gettato nel discredito mediocri mestieranti della partitocrazia quando hanno finto di essere scienziati della politica) – avrebbe quanto meno garantito rappresentatività e governabilità, limitando la portata dirompente dei gruppi anti-sistema che, come quello di Grillo, non fanno mistero di impossessarsi della rabbia degli italiani e lanciarla contro il Palazzo senza però farci sapere che cosa vogliono costruire sulle macerie della Repubblica.

Possibile che di fronte ad una simile prospettiva nessuno mostri un sussulto di resipiscenza e cerchi di guardare oltre le staccionate del proprio orto? Possibile. E tragico. La democrazia italiana si sta consumando non soltanto per l’alto tasso di corruzione che la divora, per l’inadeguatezza delle sue classi dirigenti, per l’invecchiamento delle istituzioni impermeabili al rinnovamento, ma anche per la sfiducia (più che comprensibile) dei cittadini sui quali si è avventata una sciagura dai contorni biblici"

(www.blitzquotidiano.it)

Non si sa se si riuscirà a formare un governo o il Parlamento riuscirà ad agire autonomamente per fare una nuova legge elettorale. Ma la legge elettorale non è poi così fondamentale, perché in fin dei conti la regola della democrazia è sempre la stessa: se vinci governi, se non vince nessuno bisogna trovare un accordo fra tutti o fra i più responsabili.

"L’irresponsabilità dei politici, custodi degli egoismi che li tengono prigionieri, sta disperatamente conducendo l’Italia verso il baratro. Le loro risibili proposte (leggete l’articolo di Ricolfi sulla “Stampa” per rendervi conto dell’insostenibile leggerezza delle ipotesi incomprensibili che il Pd spaccia come programma di governo) non sono praticabili. Alle elezioni, dunque. E che il balletto sgangherato dei sondaggi riprenda, come un banale gioco di società, tanto per riempire le nostre giornate illudendoci che qualcosa cambierà."
(www.blitzquotidiano.it)

Per avere un governo di qualche tipo non rimane che sperare nei mercati. Sempre che invece non sia meglio per l'Italia seguire una rapida parabola discendente:

"Le conseguenze di quel che accadrà sono già scritte nei report di Standard & Poor’s e di Fitch. Ciò che non è scritto, che però che tutti immaginano, è l’intrecciarsi dell’immobilismo politico con la crisi economica e con l’esplosione del conflitto sociale.Uno scenario da incubo. Del quale porteranno la responsabilità tutti i soggetti (liste improvvisate e partiti strutturati) che hanno favorito, con la loro miopia, la frammentazione del quadro politico senza fornire una sola risposta alla domanda di protezione istituzionale che i cittadini chiedevano."

Una catastrofe economica, politica ed istituzionale che in tempi rapidi, entro il 2014, ci porterà fuori dall'euro e dall'Europa. Allora finalmente potremo respirare aria nuova e ricostruire, ritrovando la crescita perduta 13 anni fa.

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