giovedì 14 marzo 2013

Attenzione su Wall Street: un grafico molto chiaro

(clicca l'immagine per ingrandire)

Dal sito Intermarket&more un grafico che spiega benissimo a che punto è il mercato borsistico. Siamo in una zona di particolare attenzione, ad un livello già raggiunto un paio di volte, e immancabilmente non superato a causa dell'esplosione di grandi bolle. Sarà così anche questa volta?

"This time is different! Le borse sui livelli del 2000 e del 2007

Il grafico settimanale che ho messo in apertura del post è già stato pubblicato qualche tempo fa. Un grafico molto semplice del benchmark USA, lo SP500, il riferimento di tutti gli investitori globali.
Come vedete ci troviamo esattamente allo stesso punto di dove eravamo nel 2000 e nel 2007. In quelle due date c’erano stati due importanti massimi, legati a due tematiche da bolla speculativa: la bolla internet e la bolla subprime.
Oggi la bolla è di liquidità, legata alla esorbitante quantità di denaro messa a disposizione delle banche centrali che si sta concentrando sui mercati finanziari e non sull’economia. Ma questa volta… è diverso oppure è come le altre volte?

Parlando con alcuni operatori mi sembra di sentire esattamente gli stessi discorsi sentiti proprio in quegli anni.
La chiamano la “great rotation”. E tutti corrono a “coprirsi” comprando equity e rischio.

“Non posso perdere il treno, questa rotazione comanderà il mercato ancora per un bel po’, l’economia sta migliorando e quindi la borsa tirerà. Non posso lasciare i clienti sovrappesati di “risk free”.”

Come avete visto in QUESTO POST, il GLI sta iniziando un processo di inversione macroeconomico che non deve essere sottovalutato. La situazione politica italiana poi, lascia grossi dubbi sulla stabilità di BTP e Piazza Affari. In Eurozona tutti conoscono i grandi problemi politico economici. L’economia zoppica malgrado i tassi a zero da tempo immemore. La crescita economica fino ad ora si è aggrappata alla politica monetaria altrimenti MAI ci sarebbe stata crescita. E anche negli USA, la tendenza sta cambiando grazie al SEQUESTER. E oggi ci troviamo con un mondo sempre più carico di debiti e con una crescita economica senza basi solide. I consumatori rischiano di andare in crisi totale, e a quel punto che ne sarà della produzione?

E per non smentirsi, gli stessi analisti continuano a viaggiare con previsioni secondo me clamorose sulla crescita degli utili. Si prevede a Wall Street un aumento degli utili del 14,7% per il 2013 e un altro 12,8% per il 2014. Questo risultato è altamente improbabile, e probabilmente deluderà le rosee aspettative dei longhisti, in particolare in vista del calo della produttività del quarto trimestre.
...
Infine, usando il GAAP, il P/E che ne deriva è pari a 19. Insostenibile.

The real P/E for the S&P 500 is based on “as reported” or GAAP earnings (calculated using Generally Accepted Accounting Principles), and it is the standard for historical earnings comparisons. The normal range for the GAAP P/E ratio is between 10 (undervalued) to 20 (overvalued).

Ovvio, la borsa domani non crollerà. Il mio obiettivo, come sempre , è quello di mettervi in guardia. Perché anche stavolta la fatidica frase “This time is different” potrebbe essere quanto mai pericolosa."


Il P/E è in inglese Price-Earnings, cioè il rapporto fra il valore dell'azione e la sua cedola. Più il valore delle azioni aumenta, più il rapporto sale. E quindi il rendimento delle azioni si riduce. Più tale rendimento si riduce, più gli investitori sono indotti a lasciare il mercato azionario. Ma forse questo valeva per il passato. Oggi, a parte i bond dei Pigs europei, i rendimenti dei titoli di Stato sono molto bassi. Non sono redditizi confrontati con altri investimenti.

E' una situazione strana, in quanto ci sono enormi capitali in circolazione alla ricerca di investimenti redditizi. Per ora si sono rifugiati nell'azionariato, ed evitano l'investimento nel lavoro e nella crescita. Proprio perché paradossalmente l'economia di tutto l'Occidente va molto male. 
Ma l'azionariato è comunque legato all'andamento di un mercato commerciale e una produzione industriale, che in America, Europa e Giappone è in asfissia. Al momento le borse non se ne sono accorte, perché molte multinazionali stanno ancora facendo utili, giocando sullo scacchiere mondiale dove molti paesi sono comunque in boom economico.

Quindi malgrado in tanti stanno fiutando il pericolo, non è semplice capire quale sarà la palla di neve che provocherà la valanga. Potrebbe arrivare dall'Europa, dalla nostra Italia in particolare, o peggio ancora, potrebbe arrivare dalle due Corea di nuovo in tensione prebellica.

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