venerdì 15 febbraio 2013

Googledaggi

Interesse degli utenti di Google per i protagonisti politici

Sui quotidiani, nei partiti e nelle coalizioni "responsabili" si sta incuneando il terrore dell'antipolitica. All'oscuro dei sondaggi, ma nemmeno troppo, visto che i partiti continuano a consultarli, ci si chiede dove sia arrivato il Movimento 5 stelle di B. Grillo. Se qualche giorno addietro si vociferava stesse tallonando il Pdl e si dicesse che per questo Berlusconi era preoccupato ("votare Grillo e come votare falce e martello..."), ora pare essere preoccupato anche il Pd. Il dubbio è questo: gli italiani sono una razza infida e bugiarda, si vergognano di rispondere correttamente ai sondaggi, soprattutto se hanno deciso in cuor loro di votare il Berlusca o Grillo. Quindi Grillo quanti voti avrà realmente? Per quanto mi riguarda, anche se il rilevamento non ha valore statistico, continuo a sentire nuove persone che si dichiarano per il M5s e trovo la cosa molto strana, perché di solito certe convinzioni politiche non si manifestano in pubblico. Ma gli italiani cominciano ad essere disperati e preoccupati ("Votare per disperazione"). Grillo è un salvagente per non affogare in un mare di paure e frustrazioni sul futuro.

"... bisogna accontentarsi dei rumors incontrollati, delle quote dei bookmaker e delle analisi dei sondaggisti. A questo riguardo, due dei maggiori esperti italiani sono stati interpellati dal Fatto Quotidiano per descrivere il quadro di questi ultimi 13 giorni prima del voto. Il quesito principale, ovviamente, è il risultato al Senato: il PD spera in una maggioranza autonoma, ma verosimilmente dovrà stringere un accordo con il centro. Ma questo potrebbe non bastare in caso di exploit di Grillo.
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D’Alimonte ritiene che Berlusconi ormai abbia raggiunto quasi il massimo di voti che poteva recuperare, e la coalizione di centrodestra potrebbe attestarsi attorno al 30%. A un risultato simile potrebbe scendere Bersani se il Pd seguitasse a patire gli effetti dello scandalo Monte dei Paschi e se Grillo continuasse a erodere voti. Finora si era pensato che il M5S andasse a pescare nel bacino del Pdl (come dimostra anche l’attacco de Il Giornale) ma D’Alimonte lo vede come un rischio anche per il Pd. E in questo caso, tornerebbe in gioco anche la Camera.

Il Pd ha dimenticato anche l’abc della politica, la necessità di fare campagna in mezzo alla gente, come ha fatto durante le primarie. Cosa che, invece, sta facendo Grillo. Dopo una fase di appannamento, Grillo è di nuovo in ascesa. "

(www.polisblog.it)

 E la preoccupazione per l'avanzata del guitto savonarolesco e dell'antipolitica, si somma all'imprevisto imprevedibile. L'occupazione della televisione da parte di Ratzinger che ha di fatto se non fermato, almeno sospeso la campagna elettorale.

"E’ l’evento choc per eccellenza, la tempesta perfetta si abbatte sulla campagna elettorale svuotandola di ogni carisma e capacità pervasiva. Le dimisioni di Papa Benedetto sono un gesto di tale portata rivoluzionaria, perché uniche nella storia degli ultimi otto secoli, che di per sé valgono a coprire e annullare mediaticamente nel mondo ogni altro tipo di evento pubblico.
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La campagna elettorale perde anzitutto il primato della visibilità televisiva proprio quando tutti i protagonisti politici – eccetto Beppe Grillo – destinavano alla televisione, l’unico media capace di trasformare le simpatie in voti, ogni interesse e ogni utile approdo. Proprio l’amatissima televisione in questa circostanza è divenuta l’unico sportello informativo, l’unico e ultimo palco per i comizi. E anche qui per due ottimi motivi. Il primo: è la prima campagna che si svolge d’inverno, nel periodo più freddo. In queste ore ben undici regioni hanno vietato la circolazione dei tir; in tre ieri sono rimaste chiuse le scuole, in altre sei si attendono abbondanti nevicate. Le temperature gelate si sovrappongono all’altro gelo: quello che accoglie i partiti tradizionali e i loro leader, la sfiducia che coglie gli italiani circa i rimedi proposti, le alleanze possibili di governo, le facce in campo.
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Da oggi però il tema elettorale seguirà quello vaticano, la cessazione dalla carica di Benedetto XVI è fissata alle ore 20 del 28 febbraio, ben oltre il week end di voto. A rimetterci saranno loro tre anzitutto.
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Le dimissioni del Papa possono produrre gli stessi effetti, se è lecito il paragone, che nel campionato di Formula uno causa l’ingresso in pista della safety car: le posizioni sono cristallizzate, si avanza adagio e il terzo non può superare il secondo pilota, il secondo non può permettersi di insidiare il primo."

La Tv è fondamentale non solo per il recupero del centro destra, ma anche per quello del centro sinistra, come dimostra la proiezione dei trend dei sondaggi dell'ultimo mese fino all'8 febbraio:


Non è detto che il trend prosegua linearmente, anzi è solo una delle possibilità. Ma per tutte e tre le grandi coalizioni tradizionali il movimento laterale è preoccupante. E' preoccupante per il centro sinistra, la cui discesa dal 40% rilevato a fine 2012 è piuttosto pronunciata. Non è detto che continui così, ma la tendenza non potrebbe essere invertita senza sufficiente esposizione mediatica televisiva.

Il trend del centro destra è in salita, ma il recupero appare debole in rapporto agli sforzi di sovraesposizione televisiva di Berlusconi. Se fosse oscurato dal video vedrebbe l'ascesa trasformarsi in pianura.
Come per il centro sinistra il trend dei Montiani è in discesa, anche se più modesta. E qui le cose si fanno serie, perché se Grillo dovesse fare un exploit micidiale, eroderebbe percentuali a tutti, ma la coalizione di centro balla troppo vicino al 10%. Rischia di non entrare in Parlamento.

In effetti solo il M5s sembra avere un movimento di anticipazione di una curva a salire. Se la linea di trend  tracciata sul grafico verso il 25% fosse in realtà un inizio di parabola sarebbero dolori per tutti gli altri. Anche se Grillo non arrivasse primo, si assisterebbe come minimo all'arrivo al traguardo di tre forze quasi uguali: Csx, Cdx e M5s. Ingovernabilità totale ed obbligo di governissimo Pd con Pdl.

Oltre alle quotazioni dei bookmaker si può dare uno sguardo su adwords.google.com, il modulo per la ricerca sul motore delle parole più digitate dagli italiani nell'ultimo mese, per capire quanto sia alto l'interesse verso i principali protagonisti politici (vedi grafico all'inizio). Essendo Google il motore di ricerca più usato, sicuramente l'incidenza e frequenza delle parole digitate è molto rilevante sul totale degli internauti.

Primeggia Grillo su tutti, ed inoltre Monti parrebbe suscitare più interesse di Berlusconi. In realtà "monti" è anche un comune termine geografico e probabilmente la parola si riferisce a ricerche diverse dalla politica. Infatti la ricerca Mario Monti fornisce un risultato molto meno eclatante. Anche la parola "grillo" è piuttosto comune. Ma anche se la ricerca potrebbe riguardare in alcuni casi il famoso insetto canterino, probabilmente (mia valutazione) l'incidenza dell'animaletto rispetto al comico-politico è trascurabile. Invece la parola "monti" è spesso associata a ricerche geografico-turistiche e quindi molto più frequente.

Si può anche valutare l'interesse degli internauti per i partiti politici:


In questo caso la sorpresa non è tanto il Pd (partito molto ben organizzato), ma l'incidenza delle ricerche riguardanti Sel. Probabilmente esistono altre entità che adottano la stessa sigla, benché non abbia trovato che il comune di Sel in Norvegia.
La stranezza riguarda anche il centro montiano: le ricerche su Fli e Udc surclassano di gran lunga quelle su Scelta Civica o Lista Monti. Anche il partito Rivoluzione Civile compare poco nelle ricerche in Google.

Si possono poi fare delle valutazioni sugli interessi degli utenti Google su alcuni temi trattati e non dalla campagna elettorale. E' quasi inutile ribadire che gli italiani vivono l'emergenza del lavoro sempre più scarso (e quel furbone di Monti propone di renderlo ancora più precario). Mi pare che del lavoro parli solo di passaggio il Pd (in termini vaghi) e il Pdl con l'ennesima promessa irrealizzabile. Il tema delle tasse è anche molto dibattuto in rete, ma evidentemente non può competere con quello del lavoro. I tagli di spesa e l'uscita dall'euro sono temi molto di nicchia: eppure potrebbero diventare temi preponderanti nella realtà delle cose.



Questo grafico evidenzia l'interesse verso le parole "Papa" e "Ratzinger" rispetto al totale dei temi elettorali, alla luce di quanto successo in questi giorni. In realtà la pagina adwords.google.com fornisce un dato di frequenza mensile, per cui non è possibile capire se c'è stato ora un incremento di interesse verso la Chiesa rispetto a mesi addietro.

E poi interessante valutare quale sia la quantità di utenti internet che si interessano di politica ed elezioni rispetto alla massa di tutti gli utenti Google. Ci sono mille altri temi oltre la politica e l'informazione come il file sharing, lo sport, il gossip sui social media, ecc. Ma le parole che secondo me mettono in evidenza il contrasto tra chi utilizza internet come media informativo e chi come media di intrattenimento sono "sesso" e "porno". Il risultato è questo:


In pratica per ogni ricerca riguardante temi civili e politici, tre riguardano il sesso. Questo significa che se si vogliono ottenere risultati con la rete, è meglio occuparsi di sesso piuttosto che di politica... Ma non conviene mischiare le cose: Cicciolina non sfonda.

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