sabato 12 gennaio 2013

Le due interpretazioni del Fiscal compact



Il fiscal compact è un costo o solo una modifica di rapporti fra debito e Pil? Secondo Seminerio (Phastidio.net) il fiscal compact non è così tremendo come può apparire, forse meno del pareggio di bilancio. Il fiscal compact prevede che il rapporto debito/Pil raggiunga la quota 60% per tutti i paesi europei. Il nostro attuale rapporto debito/Pil supera il 126%. Quindi il calcolo è molto semplice: il nostro debito è di 2.015 miliardi di euro, per passare da 126 a 60% va in pratica dimezzato (oppure semplicemente il 3% all'anno per ventanni). Dovremmo quindi:

"Con il "Fiscal compact" saremo obbligati a spianare il debito, per un controvalore di circa 980 miliardi in 20 anni (follia e delirio) per un totale di circa 50 miliardi all'anno! alla faccia della fine del tunnel! Significa portare effetti recessivi nell'economia reale per 30 anni!"
(Siamo all'inizio del tunnel - dati sul debito superati)

In effetti questa è una strada, ma non è quella più semplice da seguire. Anzi la strada che probabilmente è stata prevista dalle istituzioni europee è un'altra. Ma c'è allora un ulteriore dubbio sulle capacità e sulle strategie seguite dal governo Monti. Ecco come si può intervenire per rispettare il fiscal compact:

"Le cose non stanno esattamente in questi termini, ed è possibile mantenersi in tabella di marcia (e pure batterla) con sforzo ragionevolmente contenuto o pressoché nullo, al verificarsi di date condizioni.
...
è utile rileggersi un articolo scritto un anno addietro da Giuseppe Pisauro per lavoce.info, in cui si dimostra la tesi che, contrariamente agli strepiti politico-popolari, la regola sul debito è in genere meno severa di quella sul pareggio di bilancio.
...
«Si può calcolare facilmente che per rispettare la regola di 1/20, con un debito al 120 per cento del Pil e il pareggio di bilancio è sufficiente che il Pil nominale cresca del 2,5 per cento; con un debito al 100 per cento del Pil basta una crescita nominale del 2 per cento; con un debito all’80 per cento è sufficiente l’1,25 per cento. In tempi appena normali sono valori bassi. Perché si verifichino basta un po’ di inflazione. Tanto per dare un’idea, nel 2000-2007, anni di crescita reale molto bassa, la crescita nominale del Pil in Italia è stata in media del 3,6 per cento l’anno»

In caso aveste soverchi dubbi su questa stregoneria, partite dalla premessa (bilancio pubblico in pareggio), e moltiplicate il debito-Pil per il Pil nominale: 120 per cento per 2,5 per cento fa (sorpresa, sorpresa) 3 per cento. E così via."

(phastidio.net)

Oppure si può prendere il Pil italiano (1.600 miliardi circa) e moltiplicarlo per una crescita del 2,5%, e si ottengono 40 mld di euro in più. Il rapporto 2015/1640 vale il 123% che sarebbe 3 punti inferiore all'attuale rapporto del 126%. E' chiaro comunque che il debito deve rimanere costante per 20 anni, non deve più crescere. Insomma anche così funziona e senza nemmeno prendersi la briga di ridurre il debito come strepitano tutti i politici. Sarebbe del tutto inutile vendere gli immobili demaniali o le partecipazioni statali. Il debito può continuare a salire all'infinito... o quasi (a patto che la crescita del Pil superi quella del debito).

Ma allora sorgono ancora altri dubbi sulla politica economica montiana: perché si è fatto ventilare che fosse necessario vendere i beni demaniali, che fosse necessario ridurre i costi del welfare (spending review), e si è praticata una pesane politica fiscale depressiva coadiuvata dal sistema di polizia Equitalia? Perché si è permesso al debito pubblico di crescere di ulteriori 100 miliardi?

Perché se era necessario far crescere il Pil del 3% all'anno, il governo avrebbe dovuto fare l'opposto di quel che ha fatto. Invece di stritolare l'economia, avrebbe dovuto ridurre il carico fiscale e burocratico, e poi chiedere al resto del mondo di aderire a un progetto di poderosa crescita (per l'Italia) economica acquistando titoli di Stato italiani. Titoli sicuri, coperti da una crescita rassicurante.

Del resto c'è un equivoco di fondo sul debito pubblico. Il debito è una partita di giro, denaro che praticamente non esce quasi mai dal circuito del debito. Qualcuno può pensare che gli Stati Uniti possano restituire un giorno 16.000 miliardi di dollari di debito? O che lo faccia il Giappone con i suoi 8.500 miliardi di euro di debito? o che lo possa fare l'Italia? L'importante in questo sistema è riuscire a pagare gli interessi, non il debito. E che quindi gli interessi siano ragionevoli e l'inflazione e la svalutazione non siano eccessive e troppo frequenti.

Al limite il debito si può ridurre con un po' di inflazione per esempio. Avendo la sovranità monetaria è possibile fare quello che sta già facendo il Regno Unito: emettere il debito al 2% con un'inflazione al 5%. Il debito subisce una contrazione del 3% automaticamente. Ma questo con l'euro non si può fare, la Germania non vuole o non capisce, oppure vuole proprio rovinarci...

Il discrimine per capire se una nazione è solvibile o vicina al default non è il valore assoluto del suo debito, ma la crescita del suo Pil. E qui purtroppo in Occidente e affini, siamo tutti messi male: Usa, Inghilterra e Giappone non crescono più abbastanza; anche la Germania in realtà cresce poco; noi con un Pil al -2,5% siamo quelli messi peggio, come al solito.

Ma se allora una nazione si giudica per il fondamentale della crescita e non solo, perché il nostro spread si sta riducendo e i nostri tassi si avvicinano a quelli tedeschi, visto il disastro economico italiano? 
Perché in realtà, ormai siamo dentro una bolla bond-debito-azionario-derivati ecc. che sta falsando ogni cosa. In Europa è la Bce che sostiene tutta la baracca ed evita che crolli miseramente: 

"Stamattina,
quando ho visto che il nostro BOT a 12 mesi (offerto in asta per 8,5 mld) è stato piazzato con un rendimento minimale ed"in stile teutonico" dello 0,864%,
mi è venuto spontaneo questo tweet

W Draghi ;-) i BOT a 12mesi sono scesi a 0,864% = rendimento da quasi-Core con dati macro disastrosi da PIIGS...potenza del bazookaInsomma...
grazie al solito deus ex machina delle Banche Centrali
il rischio ITALIA nel breve è stato praticamente annichilito...come se nulla fosse...

come se non avessimo il PIL a -2,5%, i PMI manifatturiero&servizi in netta contrazioneda più di 1 anno e mezzo di fila, la disoccupazione a livelli epocali ed in continuo peggioramento, l'immobiliare in sensibile e continuo calo, i consumi in crollo verticale come non si vedeva dal dopoguerra, la maggioranza degli italiani sempre più impoverita, la previsione per il PIL 2013 a -1% e per il 2014 ad uno "stellare" +0,6% (se tutto va bene...) etc"

(www.ilgrandebluff.info)

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