mercoledì 19 dicembre 2012

Monti aiuta Berlusconi?


Come avevo già scritto nel post "Monti è un problema politico" in qualsiasi configurazione si applichi la discesa in campo della "lista Monti", diverrebbe una stampella per Berlusconi.

Se Monti decidesse, l'altamente improbabile discesa in campo con una lista dei moderati del Ppe, con il Pdl dentro, ovviamente diverrebbe strumento del berlusconismo. Non solo rischierebbe di rendere il partito di Berlusconi vincente, ma in caso di sconfitta non potrebbe più essere considerato una riserva politica.
Se i moderati vincessero, poi diventerebbe chiaramente un governo del Pdl, e Monti verrebbe fagocitato, digerito, triturato e poi espulso dal Berlusconismo esattamente come Fini e Tremonti.

Se Monti decidesse di scendere in campo con una sua lista, appoggiata o meno dai centristi, favorirebbe ancora Berlusconi. Infatti, pare dai sondaggi, che andrebbe a prendere i voti quasi solo presso l'elettorato di centro e centro sinistra.

"«Una lista che si richiami a Monti, ma senza il Professore candidato - dice Antonio Noto di Ipr Marketing -, non ha alcuna speranza di andare oltre il 4%. Con Monti leader, il caso sarebbe diverso e secondo le nostre rilevazioni può ambire ad un 11 per cento». Sarebbe comunque un terremoto, scombussolerebbe gli equilibri bipolari, potrebbe ambire ad un accorpamento con l’Udc, che l’Istituto dà oggi al 4,5%, ma mai potrebbe diventare una forza maggioritaria.

«Ciò detto si tratterebbe di un forte rimescolamento all’interno dei due schieramenti maggiori - dice ancora Noto -, perché noi abbiamo calcolato che quell’11% sarebbe costituito da un grosso zoccolo del Pd, almeno il 7%, più un 3% di Pdl e un altro punto da recuperare da altre forze». "

(www.lastampa.it)

Del resto era logico. Per l'elettore di centro destra, Monti si pone come sostituto di Berlusconi e quindi in alternativa a quest'ultimo. Fra centro destra popolare e montismo, non è mai sbocciato l'amore.

Senza considerare, che una lista Monti, genererebbe uno scenario elettorale, con tutti contro tutti. Il centro destra contro montiani e centro sinistra. Il centro sinistra contro montiani e centro destra. Montiani in mezzo a prenderle a destra e manca. E naturalmente grillini e movimento "arancione" contro tutti.

In una campagna così, nel Pd risorgerebbe l'anti montismo latente alla Fassina. La coalizione di centro sinistra perderebbe il centro e sarebbe schiacciata su Vendola. La coalizione di Monti avrebbe in seguito delle difficoltà a trovare un'intesa con la sinistra, nel caso di vittoria incerta al Senato.

Se poi Monti decidesse di fare il federatore del centro sinistra, probabilmente garantirebbe una piena vittoria elettorale a quest'area, ma anche il pieno di problemi.
Come si coniugherebbero le primarie appena vinte da Bersani con l'indicazione a premier di Monti? Sinistra Ecologia Libertà continuerebbe a partecipare alla coalizione? Monti leader potrebbe poi far emergere le contraddizioni in seno al Pd tra le ragioni dell'appartenenza a sinistra e una politica europeista dettata dalla destra finanziaria.

Una tale coalizione sarebbe impossibile tanto quella promossa da Berlusconi che dovrebbe raggruppare tutti i moderati sotto Monti. 

Qualsiasi intervento diretto di Monti rischia pertanto di favorire il centro destra, o meglio sfavorire il centro sinistra già vincente.
La cosa migliore, per la coalizione di sinistra, è un appoggio esterno di Monti ai partiti di centro coalizzati. Probabilmente non darebbe grandi vantaggi al centro, ma almeno eviterebbe di produrre danni. Non solo al centro sinistra, ma probabilmente all'Italia che altrimenti diverrebbe più ingovernabile di quanto già previsto.

Un Monti fuori dalla competizione elettorale potrebbe poi trovare o un impiego in caso d'emergenza (grande coalizione), o come ministro del centro sinistra, o come Presidente della Repubblica.

A proposito di quest'ultimo, l'attuale Presidente potrebbe essersi innervosito, non solo per il comportamento del Parlamento, che non ha prodotto nessuna riforma autonoma e non ha corretto la legge elettorale; ma anche per il comportamento impulsivo e forse leggermente suicida di Monti.

E' facile immaginare la contrarietà di Napolitano per un anno perso. Un anno di sospensione della democrazia, in cui i tecnici non hanno risolto molti problemi, anzi molti altri li hanno aggravati (vedi debito pubblico e crescita). Vatti a fidare degli esperti... 

E poi il Presidente forse è irritato per il modo facilone di Monti di affrontare le sfide politiche, dimessosi anzitempo senza che fossero portati a termine determinati provvedimenti. E con un successivo piano di discesa in campo che prelude ad un evidente fallimento. Se poi il tecnico salvatore d'Italia puntava sull'aiuto dello spread, a quanto pare quest'indice non sta lavorando per Monti. Sembra indifferente al suo distacco dal governo dell'Italia, come del resto gli era indifferente prima, quando governava...

Se Monti si misurerà con gli elettori diventerà palese che la sua politica non è condivisa dagli italiani. Pertanto sarà palese il suo fallimento di fronte al mondo. Sia Bersani che Berlusconi potranno far pesare presso le cancellerie straniere, esaltate dal governo Monti, la misera popolarità del loro pupillo.
Che potrà dire la Merkel di fronte alla volontà popolare degli italiani? ne prenderà atto e diventerà sempre più difficile sponsorizzare l'agenda Monti.

Per questo Napolitano gradirebbe il premier fuori dalla campagna elettorale. Ma probabilmente Monti si è "montato la testa" anche a causa del metodo utilizzato da Napolitano per insediarlo a Palazzo Chigi. Monti si è persuaso che giungere a guidare l'Italia è piuttosto semplice, se si aprono le strade giuste, e il tutto prescinde dalle scelte democratiche. Forse per questo Napolitano ha ricordato che il prossimo incarico a premier sarà politico, cioè dato al capo della formazione che prenderà più voti.

Anche Napolitano si sta convincendo che l'esperimento tecnico è stato un fallimonti?

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