domenica 16 dicembre 2012

Il nostro futuro prossimo

(andamento coalizioni secondo la media dei sondaggi - www.rischiocalcolato.it)

Il futuro dell'Italia è in bilico, tra desiderata delle élite nord europee, e situazione sociale-economica del popolo italiano sottoposto alla cura dell'austerità. C'è da dire, che le élite finanziarie nord europee continueranno a spingere nella direzione di spoliazione delle finanze pubbliche e private, fin tanto che lo consentirà la politica di quei paesi. In particolare la politica della Germania. Anche i tedeschi, che sono un popolo combattivo e fiero, hanno i loro limiti di sopportazione.

Bisognerebbe capire fino a quanto potranno sopportare, e come riuscirà il governo tedesco a tamponare l'imminente recessione. Per ora la maggior parte dei tedeschi non avverte sulla propria pelle le prime gelate dell'economia nazionale. Ma ormai, i problemi creati in Italia e negli altri Piigs dall'austerità, cominciano ad arrivare in Germania:

"la Produzione industriale crolla su scala continentale ad Ottobre 2012 e per la prima volta la Germania e’ investita in pieno, e performa peggio della media comunitaria sia nel dato dell’ultimo bimestre (un terrificante -4%) che dell’ultimo anno."
(www.rischiocalcolato.it)

La Germania avverte un colpo molto pesante (rispetto a -2,4% Italia e -3,4% Francia), ma probabilmente è solo l'inizio. Credo che il governo tedesco riuscirà a mitigare il colpo per un po' di tempo, con qualche sostegno sociale. Se in Italia il governo Monti ha imperversato per un anno, in Germania forse ci vorranno un paio d'anni prima di giungere ad una situazione simile alla nostra. Berlusconi prevede circa 3 anni per la sopravvivenza dell'euro. Nel frattempo che può accadere in Italia?

M. Della Luna prevede una continuità politica, rispetto al governo Monti, con il centro sinistra e due possibili strategie per il centro destra. Mi interessano poco queste previsioni e consigli, ma evidenziano tre possibili futuri, con probabilità diversa di avverarsi:

"Se alle elezioni politiche vince il PD, si completerà il dissanguamento monetario, la strage delle pmi, la cessione di sovranità, capitali, aziende, risorse nazionali dall’Italia al corporate capital franco-tedesco, e saremo fritti.

Saremo fritti anche se vince Berlusconi, perché la sua vittoria non andrebbe oltre a una sostanziale parità in Senato, renderebbe il Paese ingovernabile, scatenerebbe gli attacchi giudiziari e la speculazione internazionale e aprirebbe la via, nell’emergenza, a un Monti bis + Troika commissariale, quindi alla depredazione rapida e violenta di quel che resta di valido nel paese, e a una susseguente, letale depressione.
...
Escludendo che segua personalmente il mio consiglio, Berlusconi a questo punto ha due strategie di fondo, tra cui scegliere:

a) Mettersi nella posizione di massima forza politica possibile per negoziare una sua ritirata o collaborazione in cambio di una soluzione per i suoi processi e per le sue aziende di famiglia; per tale opzione, il suo programma dovrà essere ambiguo e oscillante tra il moderato e il populista;

b) Cercare di rompere il meccanismo generale denunciando e spiegando che l’Euro, come non-moneta ma sistema di blocco dei cambi, ha avuto, e si sapeva che avrebbe avuto, effetti distruttivi sui paesi meno competitivi, che li ha indebitati e assoggettati verso i più forti, che l’eurosistema e le sue austerità sono un piano per asservire l’Italia e i suoi lavoratori agli interessi del capitale franco-tedesco, che la Germania è forte perché nasconde il suo enorme debito implicito e i buchi di bilancio delle sue banche, e che quindi se non ci si ribella si è perduti, anzi, peggio: schiavi di un nuovo sistema di Lager di lavori forzati al servizio del popolo superiore."

(marcodellaluna.info)

Della Luna ripone troppa fiducia nelle capacità, e forse anche nella voglia e possibilità di rischiare di Berlusconi. Ma non è questo il punto che vorrei evidenziare.
Ma semmai i tre possibili scenari per l'Italia, che ne derivano:

1) La continuità dell'agenda Monti, qualunque sia la parte politica a volerlo (la più credibile è il centro sinistra);
2) La paralisi politica, che potrebbe portare a un nuovo governo di unità nazionale (Monti bis), ma meno forte del primo Monti;
3) La ribellione all'Europa del nord, con relative minacce di abbandono di euro e Unione Europea (l'opzione a) di Della Luna è simile allo scenario 2);

Da come si stanno mettendo le cose politiche italiane, sono più probabili i primi due scenari. E fra i primi due, il secondo. La continuità dell'agenda Monti diventerà sempre più complicata, difficoltosa, mano a mano che la società si impoverirà e quindi aumenteranno le tensioni sociali. Anche con la vittoria del centro sinistra, l'ala vendoliana, non potrà consentire di seguire pedissequamente la ricetta Monti.

Probabilmente quindi, o per una vittoria poco chiara di una parte politica, o per il logoramento della maggioranza di centro sinistra troppo contraddittoria, si giungerà a qualche forma di maggioranza allargata. Ma questo nuovo governo, che potrebbe essere un Monti bis, non avrà più le "mani libere" come il primo governo Monti dei primi mesi del 2012.

Ormai la politica si è ripresa dal colpo che le è stato inferto a novembre 2011 attraverso lo spread impennato. Probabilmente se accadesse una seconda volta (è già accaduto con Monti), avrebbe un effetto inferiore. Non provocherebbe più terrore fra i parlamentari. Non ci sarebbe più un Berlusconi impresentabile da far dimettere. La politica, anche se formata da partiti molto confusi, alla ricerca della crescita e nello stesso tempo fedeli ai diktat europei, non mollerebbe più il potere ai tecnici. Almeno non più nelle forme plateali e complete del 2012.

Il nostro futuro sarà quindi una lenta agonia, impantanati in una paralisi politica che già vediamo per esempio in Grecia. Inutile farsi delle illusioni. Quest'agonia terminerà quando la politica non potrà più contenere le spinte di rivolta sociale, o più probabilmente quando anche i popoli del nord europa prenderanno coscienza dell'errore dell'austerità e della necessità di finanziare la crescita. E sottolineo la parola finanziare, o con debito, o con imposte, o con trasferimenti fra aree ricche e povere.

Chi pensa che esista un Berlusconi o un Grillo, un uomo della provvidenza in arrivo, che possa guidarci verso una orgogliosa ribellione alla cura dell'austerità, casca male. E' molto difficile che ci sia un uomo dotato di un coraggio folle del genere. Certo, ad analizzare vantaggi e svantaggi, un'uscita dall'euro potrebbe essere conveniente alla nostra economia. Non mancherebbero le controindicazioni e le possibili contromisure dell'Europa. Ma potrebbero essere gestibili.

Ma il problema è che la maggior parte degli italiani non seguirebbe un uomo politico in una simile avventura, se non in una situazione disperata. Ci manca il coraggio. Se si facesse il referendum sull'euro proposto da Grillo, vincerebbe l'euro. Gli italiani hanno timore a seguire politiche avventurose, anche se riconoscono i limiti della moneta unica.

Anche se ora Berlusconi facesse una campagna elettorale molto estremizzata, molto populistica, su argomenti antieuropei, probabilmente incrementerebbe i consensi del centro destra, ma non potrebbe vincere le elezioni. La maggior parte degli italiani lo considererebbe sciagurato e pericoloso. Una legge che non può modificare neanche Berlusconi, è quella che non vuole che si tocchi gli italiani nei portafogli. Toccare il tema dell'euro potrebbe apparire a molti come un attentato al proprio tesoretto.
Anche Grillo non è così netto su questi temi, non dice né si né no all'euro. E probabilmente se il M5s vincesse le elezioni, si mostrerebbe prudente nell'indirizzare l'Italia verso i sentieri ignoti della separazione dall'eurozona.

Come dice Bagnai, non saranno i politici a guidarci fuori dall'euro, ma se sarà necessario, saranno gli eventi e l'impossibilità a seguire altre strade.

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