sabato 29 dicembre 2012

Democrazia sempre più calpestata



Un governo pasticcione peggio di quello Berlusconi, dilettanti allo sbaraglio, e un Presidente complice spero a causa dell'età avanzata, stanno attentando alle regole della democrazia. Tutti intenti a sponsorizzare e glorificare un premier già dichiarato "santo" in vita, non si sono accorti che stanno pesantemente limitando l'accesso alle elezioni ai partiti più sfortunati che non sono già presenti in Parlamento. Con una fretta fuori luogo, una accelerazione voluta per mettere in cattiva luce il cattivo di turno, il Cavaliere nero, sono stati calpestati i principi costituzionali, credono di avvantaggiare Monti il "salvatore" d'Italia chissà poi per quale recondito motivo. E già gli costruiscono su misura sondaggi che lo vedono al 20% dei consensi (quando mai...). Ma perché non dargli direttamente d'ufficio il 51% ed evitare le elezioni a questo punto?

La fretta rischia di provocare solo danni, alla democrazia sospesa e vilipesa da un anno, all'Italia che rischia di diventare un terreno di lotte sociali e barricate in strada, alla reputazione delle nostre istituzioni che rischiano un richiamo serio da tribunali internazionali.
Il Movimento 5 stelle che ha iniziato in anticipo la raccolta delle firme richieste, pur avendo un seguito rilevante, rischia di non farcela, anche se Grillo non fornisce dati espliciti al riguardo. Figurarsi altri partiti molto più piccoli, dai Radicali agli Arancioni, da Fermare il declino ai cespugli del Pdl ecc.

Inoltre la televisione è stata occupata prima dal Pd con una presenza continua durante le primarie, poi quasi militarmente da Berlusconi che ha invaso tutti i canali, ed in parte anche da Monti approfittando della sua posizione di Primo Ministro. Decine di ore di propaganda politica dei soliti noti, e neanche un po' di informazione su come e dove firmare per permettere l'esercizio della democrazia.

Ora il Parlamento ci mette una pezza (con l'aiutino al centro), ma quello che manca è sempre il tempo:

"L'aula del Senato ha dato il via libera al cosiddetto decreto legge "taglia firme". L'assemblea di Palazzo Madama ha approvato, in mezz'ora, il decreto che riduce al 25% le firme necessarie per la presentazione delle liste alle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013. Il decreto quindi è legge.
...
Basteranno quindi trentamila firme per la presentazione di una lista elettorale di una forza politica oggi fuori dal Parlamento. Una ulteriore riduzione del 60% è prevista per i partiti che - alla data di entrata in vigore del decreto - sono costituiti in gruppo parlamentare almeno in una delle Camere, come ad esempio l'Udc."

(www.tgcom24.mediaset.it)

Hanno fatto bene i Radicale a presentare ricorso al Consiglio d'Europa, all'Osce e alla Corte Europea dei diritti dell'uomo. Mi pare che esistano tutti i presupposti, e spero che vengano accolte le richieste dei Radicali. Che almeno si spostino le elezioni ad una data più avanzata che permetta a tutti la possibilità della raccolta delle firme necessarie, essendo i tempi ridotti a causa delle festività natalizie e di capodanno.

Il ricorso dei Radicali

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IL CASO ITALIA
LE CONDIZIONI ANTIDEMOCRATICHE DELLE ELEZIONI 2013

Il 24 febbraio 2013 si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento e l’elezione diretta dei Presidente e dei consiglieri delle Regioni Lazio, Lombardia e Molise. In tutti e tre i casi si tratta di elezioni anticipate.L’intero procedimento elettorale è connotato dall’assenza delle condizioni minime di democraticità riconosciute a livello internazionale e dalla violazione sistematica -e priva di sanzioni appropriate-delle leggi poste a garanzia della regolarità del processo elettorale, dal sistema di voto alle modalità di accesso alle elezioni sino alla campagna elettorale vera e propria.Ad oggi, le condizioni in cui si arriverà al voto non assicurano il diritto a libere elezioni e il rispetto del principio del suffragio universale, eguale e libero.

La manipolazione del diritto elettorale
Il diritto elettorale è stato modificato in prossimità delle elezioni sia per quanto riguarda le elezioni politiche nazionali che per le elezioni regionali, di indubbia rilevanza politica.La Regione Lombardia ha modificato il sistema elettorale solo il 31 ottobre 2012 (1) mentre laRegione Lazio ha modificato il numero di consiglieri da eleggere addirittura il 1 dicembre 2012. (2)

Quanto alle elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano, il diritto elettorale è stato modificato con un decreto legge del Governo intervenuto il 18 dicembre 2012.
Sino ai primi giorni del mese di dicembre 2012, peraltro, lo stesso sistema elettorale è stato incerto:la spinta pubblica e convergente verso una sua modifica -da parte delle forze della maggioranza parlamentare e del Presidente della Repubblica- ha disorientato l’elettore ingenerando la convinzione che le modiche del diritto elettorale siano uno strumento che coloro che esercitano il potere manovrano a proprio favore.Inoltre, l’incertezza sul sistema di voto ha impedito alle forze politiche di minoranza di organizzarsi in tempo utile, mentre il venire meno di una serie di garanzie previste dalla legge hanno sostanzialmente costruito un sistema elettorale differente da quello previsto.La situazione descritta si pone in aperto contrasto con il principio di stabilità del diritto elettorale -in base al quale gli elementi fondamentali non devono poter essere modificati nell’anno che precede il voto- elaborato dalla Commissione di Venezia e fatto proprio dal Consiglio d’Europa e dalle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo (3)

. Si tratta di una situazione che pone le forze politiche in condizioni non eque per concorrere nelle lezioni del prossimo 24 e 25 febbraio.La manipolazione del diritto elettorale in Italia non è un fatto episodico: tutte le elezioni degli ultimi otto anni sono state sistematicamente caratterizzate dalla modifica delle leggi elettorali pochi mesi prima del voto. (4)

Sotto diverso aspetto, il sistema di attribuzione dei seggi del Senato rimane incerto perché spetterà a ciascun ufficio elettorale regionale decidere l’interpretazione della norma relativa alla soglia di sbarramento. In questo modo, il risultato elettorale potrà essere alterato a posteriori, come accadde alle elezioni politiche del 2006. Non è inoltre possibile fare appello a un tribunale per le decisioni prese dal Parlamento in merito ai risultati e ai reclami post-elettorali.

La data del voto
La data del voto (da cui dipendono tutti gli adempimenti per la presentazione delle liste) è stata oggetto di continue variazioni, mutando ogni giorno sulla base di atti e dichiarazioni pubbliche delle stesse istituzioni.Dopo che per mesi il Presidente della Repubblica ha espresso l’indicazione pubblica perché la legislatura compiesse il suo regolare corso, così prevedendo il voto nel mese di aprile 2013, lo stesso Presidente lo scorso 16 novembre 2012 ha indicato nel 10 marzo 2013 la data dell’elezione,salvo condizionarla all’approvazione di una nuova legge elettorale (!). Successivamente, è stata indicata la data del 24 febbraio prima e del 17 febbraio poi come data del voto, infine il 3 marzo per  poi tornare al 24 febbraio. Solo il 22 dicembre 2012, infine, è stata fissata nel 24 febbraio 2013 la data per le elezioni politiche. La data delle elezioni politiche condiziona anche le elezioni Regionali perché le istituzioni hanno scelto di farle tenere nello stesso giorno. In realtà, l’election day limita la libertà di voto degli elettori e li disorienta, in quanto sovrappone elezioni che avvengono con sistemi elettorali molto diversi e riduce gli spazi di campagna elettorale.

L’accesso alle elezioni
La disciplina della presentazione delle candidature non garantisce i diritti di elettorato attivo e passivo, anche a causa della condotta delle istituzioni che non ottemperano ai loro obblighi di legge.Per la presentazione delle liste elettorali la legge prevede la raccolta di 180 mila sottoscrizioni di elettori divise per circoscrizione (120 mila per la Camera e 60 mila per il Senato) e autenticate alla presenza di un pubblico ufficiale. Quattro partiti sono invece esonerati dalla raccolta.

Da anni in Italia l’onere della raccolta firme si è trasformato in uno strumento per impedire ad alcuni partiti l’accesso alle elezioni e favorire le violazioni delle regole.Siccome le istituzioni competenti (Ministero degli interni, Ministero della giustizia, Comuni,Province) non organizzano un servizio pubblico di autenticazione delle firme né la televisione pubblica (RAI) informa i cittadini rispetto a questa loro prerogativa, la raccolta delle firme e-dunque la presentazione alle elezioni- diventa impossibile per quelle forze politiche che non dispongono di autenticatori tra i propri affiliati e che vogliono rispettare le leggi. Nella situazione attuale, la conclusione anticipata della legislatura comprime notevolmente i tempi per la raccolta delle sottoscrizioni, da raccogliere in meno di un mese, in pieno periodo invernale e sotto le feste natalizie. Una situazione senza precedenti nella storia della Repubblica confermata ammessa dallo stesso Governo che, nella presentazione del decreto legge sulle elezioni emanato il18 dicembre 2012 ha definito “numerosissime” le firme da raccogliere riconoscendo che le forze politiche non hanno avviato la raccolta “perché si era in attesa della riforma del sistema elettorale”.Il decreto legge con cui il Governo ha dimezzato il numero di firme da raccogliere, peraltro in maniera insufficiente allo scopo e senza garantire l’autenticazione delle firme, non è stato ancora convertito in legge e il Governo si è nel frattempo dimesso e le Camere sciolte.

In ogni caso, persiste una disparità di trattamento tra le liste partecipanti alle elezioni, poiché quelle che sono esonerate dalla raccolta firme potranno decidere candidati e alleanze sino all’ultimo giorno utile a differenze di tutte le altre, poiché le firme degli elettori si raccolgono sulle liste di candidati.(5)

A tutto ciò si somma la grave incertezza sugli stessi adempimenti necessari. In base alla normativa nazionale, le firme sulle liste possono essere raccolte a partire da 180 giorni prima delle votazioni.In realtà, nessuna informativa è stata data né ai cittadini né ai funzionari preposti, mentre solo da pochi giorni il Ministero dell’interno e le Regioni hanno predisposto la modulistica. Nella sentenza del 6 novembre 2012 “causa Ekoglasnost c. Bulgaria”, la Corte europea dei diritti dell’uomo inserisce anche le condizioni di presentazione dei partit alle elezioni tra gli elementi fondamentali del diritto elettorale che non devono essere manipolati in prossimità del voto.Sotto altro aspetto, la procedura di presentazione e di verifica delle firme favorisce le frodi elettorali, che hanno la sostanziale certezza di rimanere impunite a causa dell’inefficacia del sistema dei ricorsi. Truffe elettorali, ad esempio, hanno caratterizzato nel 2010 le elezioni nelle regioni Lombardia, Piemonte e Liguria, ma trascorsi quasi tre anni dal voto i tribunali di primo grado non sono ancora arrivati alla sentenza di annullamento delle elezioni nonostante l’evidenza delle prove.

Campagna elettorale e periodo pre-elettorale
Negli ultimi dieci anni le competizioni elettorali sono state segnate da gravi violazioni delle regole sulla parità di accesso ai mezzi radiotelevisivi, accertate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con provvedimenti che l’ordinamento però priva di sanzioni efficaci. Anche il periodo non elettorale è segnato da illegalità che impediscono un libero confronto tra proposte politiche.Dal 2008, ad esempio, sono cancellate le Tribune politiche nei periodi non elettorali nonostante siano obbligatorie per legge. Il rinnovo del Parlamento avverrà dopo che per un’intera legislatura è stato negato ai cittadini lo strumento scelto dall’ordinamento per consentire attraverso l’equal time il giudizio sull’operato delle forze politiche. Un fatto senza precedenti a livello internazionale, dove il diritto di tribuna è considerato un requisito minimo delle democrazie moderne.La Commissione parlamentare di vigilanza non ha ancora approvato la disciplina per la campagna elettorale radiotelevisiva ne si hanno date certe per la sua approvazione.Il sistema radiotelevisivo italiano rimane segnato da un duopolio delle reti Rai e Mediaset, con il permanere della proprietà delle reti Mediaset in capo all’ex Presidente del Consiglio e ancora oggi leader di partito, mentre la televisione pubblica (Rai) è governata dai partiti che sono al potere.(6)

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Le leggi sulla propaganda politica attraverso l’affissione di manifesti sono sistematicamente violate con la garanzia dell’impunità assicurata da una serie ininterrotta di sanatorie che si protrae dal 1996,favorendo chi viola le leggi e punendo chi invece le rispetta.(7)

Il sistema dei rimborsi elettorali ai partiti, poi, ha determinato una disuguaglianza tra le forze politiche che negli ultimi venti anni hanno esclusivamente recuperato le spese elettorali sostenute e quelle forze politiche che hanno invece incassato 1,7 miliardi di euro di finanziamento pubblico occulto in aggiunta ai rimborsi elettorali. Il 6 luglio del 2012, anche in questo caso nell’anno che precede il voto, il Parlamento ha modificato la legge sui rimborsi elettorali introducendo un finanziamento pubblico espresso e vincolandolo in proporzione ai voti ricevuti. Ciò significa che i rimborsi elettorali andranno esclusivamente alle liste che avranno superato il 4%.

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In conclusione si segnala che non è stata recepita nell’ordinamento italiano nessuna delle indicazioni correttive contenute nel Rapporto della Missione di Valutazione delle elezioni dell’OSCE/ODIHR relative alle elezioni politiche del 2008.

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1) Legge regionale 31 ottobre 2012, n 17
2) In questo caso l’atto che ha modificato la legge elettorale è stato adottato illegittimamente dal Presidente regionale in contrasto con lo Statuto e e sulla base di un decreto legge del Governo intervenuto su materia coperta da riserva di legge regionale
3) Si veda, da ultimo, la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 6 novembre 2012, causa Ekoglasnost c.Bulgaria
4) È già successo alle elezioni regionali del 2005 e del 2010, alle elezioni politiche del 2006, e del 2008, alle elezioni europee del 2009.
5) Questa rappresenta una chiara violazione degli impegni di Copenhagen del 1990 dell'OSCE, in particolare del 7.6 che stabilisce che tutte le forze politiche debbano poter competere elle elezioni senza discriminazioni ne' da arte delle autorità, ne' da parte delle leggi
6) Non sono state ancora recepite, peraltro, le raccomandazioni del Rappresentante per la libertà dei media dell’OSCE nel suo rapporto del 2005 “Visita in Italia: la legge Gasparri”.
7) In gran parte del territorio italiano l’affissione dei manifesti è gestita da gruppi criminali che, oltre ad affiggere anche fuori dagli spazi consentiti, impediscono a chi voglia rispettare le regole di utilizzare lo strumento dei manifesti.


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