venerdì 30 novembre 2012

Tra Renzi e Bersani



Chi votare? per quanto mi riguarda non sono affascinato da nessuno dei due. Non ho seguito l'ultimo dibattito tv, per stanchezza verso questa poco significativa politica italiana commissariata dalle banche e dall'Europa del nord. Mi baserò pertanto su quanto riportato dalla stampa.
A quanto pare Renzi è stato ancora più aggressivo del solito e Bersani appare sempre più remissivo. Renzi rappresenta la forza irruenta di un giovane pieno d'energia, Bersani rappresenta la forza tranquilla dell'uomo saggio, che sa che è inutile agitarsi senza motivo.

Ma dai resoconti dei giornali, a quanto pare ha colpito molto di più l'energia virulenta e aggressiva di Renzi:

"Roma -Primo e ultimo confronto diretto tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi su Rai1, che secondo un instant poll condotto da Quorum per La Stampa è finito a vantaggio del sindaco. Infatti per il 49% dei telespettatori è stato lui il più convincente, mentre secondo il 38% è stato il segretario del Pd a prevalere nel dibattito. Il 15% dei lettori, inoltre, dice che "potrebbe aver cambiato idea su chi votare" e per il 13% si è trattato di un pareggio."
(www.wallstreetitalia.com)

Quindi Renzi ha fatto sognare maggiormente il pubblico di Rai 1, malgrado affermazioni come queste:

"Renzi d’accordo con riforma Fornero. Bersani: "E esodati?" - Botta e risposta tra Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani sulla riforma delle pensioni. Il sindaco di Firenze l’ha difesa, il segretario del Pd ha chiarito che non mollerà sulla questione esodati. "Sarebbe facile dire sì torneremo indietro, si andrà in pensione prima. Io dico di no. Dobbiamo pagare un tributo alla serietà", ha spiegato il sindaco di Firenze. Vivendo più a lungo è naturale andare in pensione un po’ più tardi. Qualcosa va rimesso a posto, non solo sugli esodati, ma non puoi pensare di metterla in discussione. Non si arrabbia solo l’Europa, ma le nuove generazioni". Non la pensa del tutto così Bersani. "Avremmo dovuto immaginare un sistema di uscita flessibile in un range anche alto, anche ai 70 anni", ha ricordato, invece si è scelta una strada radicale "con gente che è rimasta senza soldi" e ora costerà di più affrontare il tema esodati."
(www.wallstreetitalia.com)

Ma comunque lo sfidante più giovane non ha mostrato reverenza gerarchica nei confronti del suo segretario di partito, attaccandolo senza timore nei suoi punti più deboli:

"Come quando Renzi lo ha incalzato su una ferita antica, che il Pd (anzi, i Ds, all’epoca conD’Alema) non vollero risolvere: “Dobbiamo dire che nei primi cento giorni si fa una norma contro ilconflitto d’interessi”, ha colpito Renzi. E, ancora:”Non basta dire dimezzare il finanziamento pubblico ai partiti, bisogna abolirlo”, .... Infine: “Non c’è un problema Sud, c’è un problema Italia: serve deburocratizzazione, uscire dal circolo vizioso del conoscere qualcuno e della raccomandazione, la mancanza di investimento su chi ha un’idea”. ”Il Sud – ha aggiunto Renzi – è il luogo sul quale si gioca la nostra sfida: o siamo in grado di semplificare, di liberarlo dai soliti noti di una classe dirigente a volte discutibile, o non andremo da nessuna parte”.

E ancora, sul nervo scoperto dell’evasione fiscale: “Avevo i calzoni corti – ha aggiunto Renzi – quando sentivo parlare di evasione fiscale e continuo a sentire che siamo il Paese con la più alta evasione fiscale, ma è stato un errore aver messo le ganasce di Equitalia agli artigiani”.
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”Non ho detto – la controreplica di Renzi – che l’abbiamo inventata noi (Equitalia ndr), ma che su quello non siamo stati all’altezza”. ”Sei stato – ecco l’affondo del sindaco al segretario Pd – 2.547 giorni al governo e dico questo perché è necessario fare un passo avanti”.
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ha incalzato Renzi che ‘in faccia’ ha detto a Bersani: “Se noi vinciamo non vorrei che ci rimandano a casa un’altra volta dopo due anni perché ci si è messi a discutere tra chi l’agenda Monti la vuole e chi no. Ecco le primarie servono per dire prima, le cose che si vogliono fare. E io le ho in mente chiarissime”.
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Io spero – ha detto Renzi, velenoso – che nel ‘pacchetto Casini’ non ci sia anche Fini perché ci si è dimenticati di tutte le cose che fatto in questi anni. Comunque la Bossi-Fini è da cambiare alla svelta”.

(www.ilfattoquotidiano.it)

Insomma, Renzi randella di brutto, ma con un bel sorriso stampato in faccia, e Bersani subisce. Renzi è un monellaccio vestito da santo, che dichiara di essere vittima del suo partito, ma intanto usa una strategia altamente aggressiva. Infatti non ci ha pensato due volte a violare, o quantomeno eludere, le regole delle primarie:

"Al sindaco di Firenze si imputa di avere «violato tutte le regole del codice di comportamento che aveva sottoscritto e che vieta la pubblicità sui giornali», ha spiegato Paolo Fontanelli, rappresentate di Bersani. Non solo: «C'è evidentemente uno sfondamento del tetto delle spese e una violazione delle regole di trasparenza». E' stato poi lo stesso Renzi a replicare con un tweet al pandemonio sollevato dall'esposto: «Il sito http://www.domenicavoto.it è perfettamente in linea con le regole delle primarie. Evitiamo il nervosismo e manteniamo il clima giusto, dai».
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Poco prima dell'esposto, il presidente dei Garanti, Luigi Berlinguer, già denunciava: «Sono stato colpito da un messaggio intercettato casualmente da "Trevi Adesso" che invitava a portare tanta gente a votare e a "scatenare l'inferno". Ci fa piacere che tanta gente vada a votare come è stato già per il primo turno ma noi non vogliamo l'inferno ma il paradiso e uno svolgimento ordinato delle votazioni come è avvenuto domenica scorsa».
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Per recuperare 290mila voti che lo separano da Bersani, Renzi, attraverso il suo Comitato, avrebbe messo in atto una vera e propria campagna di «mail bombing», cioè mail seriali e non individuali. Per esempio, anche su un sito di ricette è possibile compilare un modulo e inviare online la richiesta di votare al sito www.domenicavoto.it, lo stesso indirizzo che è apparso nelle pagine a pagamento."

(www.corriere.it)

Il Giornale berlusconiano titola "Finirà a pesci in faccia". Effettivamente la situazione si profila abbastanza ambigua e problematica per il Pd. Bersani si ritrova in casa un concorrente molto agguerrito, che gli potrebbe dare svariati problemi di gestione del partito e del governo.

Renzi è un egocentrico, in questo assomiglia molto a Berlusconi. 
Mentre Bersani sta facendo ventilare l'idea che in un suo eventuale governo, la linea sarà dettata dal Pd e non dall'agenda Monti (anche per venire in soccorso a Vendola) ho come l'impressione che poi invece sarà un fedele prosecutore delle volontà della Germania e dell'Europa. Magari non la chiamerà agenda Monti, ma la sostanza sarà quella. La vecchia sinistra ha troppa paura di non piacere all'establishment internazionale.

Invece Renzi, che sembra più fedele alla linea rigorista di Monti, in realtà mi pare molto più accentratore. Il suo egocentrismo gli impedirà di avere nella squadra di un suo eventuale governo, ministri come Monti o Fornero. Gli farebbero troppa ombra, lui vuole essere il protagonista assoluto della scena. Quindi alla fine, Renzi potrebbe essere meno rigoroso di Bersani nel seguire l'agenda Monti, e fare più di testa sua. Anche scontrandosi testardamente e aggressivamente con il resto d'Europa.

Le primarie del Pdl sono un vero disastro. L'indizione delle stesse, e poi il ritiro della promessa su pressione di Berlusconi, sono il metodo migliore per affossare quel poco di fiducia che il partito ancora riscuote. Sembra un partito guidato da un ubriaco. La follia e la codardia regnano sovrane nella dirigenza del centro destra.

Detto questo, anche le primarie del Pd, se la lotta fra Renzi e Bersani diventasse troppo accesa, potrebbero divenire un boomerang per il Pd. Se Renzi dovesse perdere con un risultato eclatante, comincerebbero i veri problemi per la dirigenza del partito. E forse anche per il neo governo Bersani, sempre sotto il fuoco amico della critica renziana.

E poi, io non sono ancora persuaso, che nel caso Renzi perda, rimanga tranquillo a lato di Bersani a fargli da scudiero. Soprattutto se le primarie si portassero dietro strascichi polemici e recriminazioni pesanti da parte dei renziani. Se questi si impuntassero sulle regole troppo restrittive e sui torti della dirigenza, che avrebbe fatto in modo di far perdere il sindaco, credo che Renzi potrebbe essere tentato di uscire dal partito e di fondare un suo movimento. Smentendo tutto quello che ha detto finora ("non voglio ministeri ne fondare partiti"), ma giustificandolo con la poca correttezza del partito che gli ha remato contro. E su questo non avrebbe nemmeno tutti i torti. La forza elettorale per racimolare un 10-15% l'avrebbe. Sarebbe un grosso guaio per il Pd, che così non riuscirebbe di sicuro a raggiungere una percentuale adeguata per governare.

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