martedì 6 novembre 2012

La parte giusta



Lo so che non è bello un giorno tifare per una parte e poi avere dei ripensamenti. Ma invece a volte arrivano. Qualcuno ha anche detto che "Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione" (it.wikiquote.org), forse perché non ha mai avuto quella giusta. Il problema è che viviamo tempi difficili, dove i "buoni" potrebbero anche essere cattivi esempi, e viceversa. Nessuno ha la verità in tasca.

La situazione è talmente difficile, ingarbugliata, senza vie d'uscita come avviene spesso in certi frangenti storici, che è facile affidarsi a qualche capo carismatico che ti può portare su una strada che non era proprio quella che volevi percorrere.

E' quello che è successo nella disastrata Germania degli anni trenta, che si affidò a un uomo coi baffi, che li per li sembrava avere ragione e carisma da vendere. Ma quelli erano anche anni in cui le ideologie erano poco raffinate, piuttosto ruvide, ancora molto ottocentesche. Anche le rivalità europee erano ancora quelle ottocentesche dei Napoleone e dei Bismark. Dominava una cultura tendenzialmente razzista, come oggi, ma al contrario di oggi non c'era ancora l'autocensura del "politicamente corretto".

Oggi non rischiamo più quel tipo di fascismo greve, militaresco, oggi rischiamo solo di sbagliare i calcoli e finire peggio di come stiamo oggi. Cioè di essere schiavi di cambiali infinite, magari di non riuscire a pagarle più e doverci svendere tutto, anche la libertà e la democrazia. Credendo magari di risolvere la situazione ci affidiamo a nuovi profeti, ma può accadere che ci mettiamo nelle mani di persone che ci propongono soluzioni peggiorative. Magari senza intenzionalità, ma semplicemente perché sono persone carismatiche ma incompetenti.

A chi mi riferisco? Al politico non-politico e antipolitico che sta avendo un grande successo oggi e forse ne avrà ancora di più domani. Certo alla fine, in un marasma politico come quello in cui ci troviamo è difficile trovare un'alternativa tra un Pd che sta a sinistra appoggiando politiche di destra e di austerità, un Pdl che sta a destra appoggiando con astio politiche di destra e di austerità e un centro che appoggia convintamente in piena incoscienza politiche di destra e di austerità.

Rimane ben poco dall'altra parte, e anche se l'altra parte ha qualche difettuccio, è sempre meglio che non avere un'alternativa. E alla fine, malgrado i tantissimi dubbi, anche io seguirò le nuove bandiere che promettono almeno un avvenire di maggior giustizia e trasparenza.

Il perché di questa tirata, è da addebitarsi al post di Bagnai, che esprime il seguente parere marinettiano sul fenomeno politico del momento:

"Forse non è chiaro: il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata.

Chiaro?"

(goofynomics.blogspot.it)

Mi fido del prof. Bagnai, per quanto sia in grado di capire di cose di economia; le sue analisi, le sue diagnosi mi sembrano esatte e ho inserito sue citazioni in alcuni post. E' sicuramente uno dei pochi brillanti pensatori controcorrente oggi in Italia. Non sono molti, Bagnai è uno dei più preparati.

Però con tutto il massimo rispetto per i suoi studi e la sua scienza, probabilmente Bagnai pretende troppo da Grillo. Il comico genovese, con il suo socio ormai non più occulto Casaleggio, si è inventato un fenomeno socio-politico con luci ed ombre, come qualsiasi avventura politica che si rispetti. Non si può pretendere che Grillo, un italiano come noi, che ha assorbito volente o nolente la cultura dominante, sia in grado di fare una diagnosi precisa, ben studiata, equilibrata come quella che può elaborare un professore universitario o un economista.

Grillo è un uomo, un moderno italiano, dotato di una cultura decisamente al di sopra della media. Ha conoscenze che travalicano quelle di un qualsiasi comico frequentatore di Zelig televisivi. Si è interessato di economia, computer, internet, tecnologie ecologiche ecc. Però come tutti, può commettere errori di valutazione in economia, come in qualsiasi altro campo. Invece di ricercare le colpe della crisi nello squilibrio delle partite correnti, nel sistema monetario bloccato favorevole solo alla Germania, in certi comizi si è scagliato contro i debiti pubblici e contro i politici corrotti. Anche perché è più facile arringare le folle con argomenti faciloni. Si comporta in modo ondivago con l'euro, in maniera non troppo dissimile dal Cavaliere mascarato.

E poi ci sono altre cose poco pulite e sospette.
Una lettera di C. Vulpio, già attivista dell'Idv, lascia perplessi sulle reali mire di Grillo, che da quanto si racconta, tanto ingenuo politicamente non lo è. E sicuramente è a conoscenza dell'andazzo che c'era nel partito di Di Pietro.

"... era il 5 maggio 2009 e io - candidato indipendente con l'IdV al Parlamento europeo - rilasciai al Giornale un'intervista in cui affermavo letteralmente che l'Idv era un partito pieno di banditi, che andavano cacciati a pedate.
...
Il giorno della pubblicazione di quella intervista, ecco, puntuale, la telefonata. Non di Di Pietro, ma di Grillo. Di Pietro mi chiamò, lamentandosi della «inopportunità» delle mie parole, ma lo fece subito dopo il comico genovese. Grillo mi disse che non avrei dovuto parlare di quegli argomenti, men che meno con il Giornale.
...
la mia stroncatura elettorale era stata decisa fin dall'inizio dalla premiata ditta Casaleggio (che gestiva contemporaneamente forma e contenuti del blog di Grillo, di Di Pietro e dell'Idv) "

(www.ilgiornale.it)

E per finire, continua ad essere molto latitante la democrazia interna. Non solo Grillo ha cercato e poi ha cambiato idea sull'alleanza con Di Pietro senza interpellare gli attivisti e la base. Ma anche il sistema democratico di selezione dei candidati per il Parlamento, ha maglie troppo strette, non consente di ottenere i partecipanti migliori.

Ancora una volta poi ci troviamo di fronte a un'epurazione, o quasi.
Dopo l'espulsione dei corregionali Tavolazzi e Favia (ancora in bilico), si aggiunge un nuovo nome, quello della consigliera Salsi. Di questo passo rimarranno nel M5s solo più ignavi e lobotomizzati incapaci di pensare senza Casaleggio. Non è una bella pubblicità per il duo dei fondatori.

"Isolata prima a parole, poi con i fatti. Oggi, durante il consiglio comunale di Bologna, i colleghi di Federica Salsi, Massimo Bugani e Marco Piazza, si sono alzati e hanno abbandonato il loro posto, per andare a sedersi lontano dall’attivista “ribelle”
...
“Mi sento tradita da Grillo, è un padrone. Noi dobbiamo chiedere il permesso di andare in tv, ma lui ci ha mai permesso di chiedere l’alleanza con Di Pietro?”. Il consigliere durante la seduta del consiglio ha elencato una serie di commenti e critiche avuti dopo l’attacco di Grillo: “ Ho ricevuto molta violenza. Il Movimento non è sano se le persone vengono messe fuori o ricevono violenza verbale. Non è questo il modo di sostituirsi alla politica delle ruberie. Siamo un movimento ma a volte ci comportiamo come una setta”.E poi ha avvertito: Non sono una star e non voglio fare la showwoman, ma questo movimento non si trasformi in Scientology”. Infine una battuta sulle selezioni dei candidati al Parlamento: “Lavorando ogni giorno in Comune mi accorgo l’enorme complessità di questa mansione. Con le nuove regole scelte da Grillo e Casaleggio per scegliere i nomi di chi correrà per le elezioni del 2013, ho paura che ci finiranno persone molto inesperte, e la cosa mi preoccupa molto”."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Ma allora cosa dobbiamo fare? Aspettiamo ancora qualche anno, perché nasca il capopopolo giusto, quello che non sbaglia i congiuntivi e neanche le teorie economiche? 
Una "macchina da guerra" come quella messa su da Grillo pur con tutte le difficoltà di democrazia interna, non si inventa dall'oggi al domani. Che poi a ben vedere la democrazia interna latita in tutti i partiti, a cominciare da quelli più vecchi.
Io penso che dobbiamo approfittare di quel che abbiamo a disposizione oggi. Non sarà il movimento politico "più perfetto", ma se aspettiamo ancora qualche lustro merkelliano, siamo morti e stecchiti, anche se con la ricetta economica perfetta in tasca. Tanto vale scommettere su questa alternativa movimentista, anche perché non ce ne sono altre con la stessa forza dirompente. C'è il tempo delle parole e quello dell'azione. L'importante è rimanere sempre vigili, e saltare di scarto non appena il Movimento dovesse andare in direzioni pericolose.

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