sabato 24 novembre 2012

La Germania ignora Bagnai



Interessante l'articolo tradotto su Voci dalla Germania proveniente dal Financial Times Detschland (vocidallagermania.blogspot.it). Già nel titolo riassume tutto: "Germania drogata di export".

Il giornalista mette in evidenza tutte le deficienze delle menti economiche tedesche. Non si sa se per ignoranza, o per malafede, ma gli esperti di economia tedeschi, evitano accuratamente di parlare del sistema mercantilistico della Germania e del problema dello sbilanciamento delle partite correnti all'interno della zona euro (evidenziato negli studi del prof. Bagnai).

Inoltre mette in evidenza un altro problema, a cui forse noi italiani non pensiamo perché troppo penoso, ma che presto si ritorcerà contro i tedeschi stessi. Non essendo l'euro una moneta svalutabile da alcuni paesi, come il nostro che ne avrebbe bisogno, la Germania ci sta imponendo una deflazione interna. Che in pratica consiste in una diminuzione di prezzi e costi nei paesi dell'Europa del sud. Compresi i nostri stipendi.

Pertanto:
"Detto senza mezzi termini: ci si doveva chiedere, come farà la Germania a crescere se il processo di aggiustamento nel sud Europa andrà avanti e i paesi del sud aumenteranno gradualmente la loro competitività? Perfino Frau Merkel ha annunciato in tempi recenti: il costo per unità di prodotto in alcuni paesi sta scendendo, ci sono buone ragioni per sperare. A cosa dovrebbe servire una riduzione dei CLUP se non alla riduzione dei prezzi e al raggiungimento di un avanzo commerciale con l'estero? Se i paesi in crisi dovessero ridurre i loro deficit, allora il piu' importante paese esportatore non potrà contemporaneamente mantenere i suoi avanzi. A meno che non si trovi nel mondo un paese disponibile ad accettare una posizione di deficit con un'Eurozona fortemente in attivo. Un paese del genere, come dimostrato dalle recenti discussioni nel G20, purtroppo ancora non esiste."

Se noi brutti Piigs riduciamo le nostre pretese, riduciamo i nostri stipendi, sicuramente diventeremo un temibile concorrente per la Germania. E allo stesso tempo diventeremo dei cattivi importatori dei loro prodotti troppo cari per noi. Dove lo trovano un altro paese pronto ad indebitarsi per acquistare il surplus d'esportazione tedesca?

E qui casta l'asino. Manca sempre il solito "convitato di pietra": il mercato interno accompagnato da sorella "sostenibilità".

"Di conseguenza una riduzione dell'enorme avanzo tedesco è inevitabile. E il contributo al PIL proveniente dall'estero dovrà necessariamente scendere. Se la Germania vuole avere ancora crescita e piu' posti di lavoro, dovrà superare lo scoglio del contributo negativo alla crescita dato dal commercio estero. Ma cosa potrebbe succedere ad un paese per il quale il Consiglio di Saggi prevede un avanzo con l'estero invariato, una buona situazione del mercato del lavoro, un aumento delle retribuzioni del 2% e una crescita del reddito disponibile complessivo del 2.5%? E questo con un aumento dei prezzi al consumo dell'1.8%? La risposta è semplice: non può funzionare.

Per poter sostenere l'effetto negativo della riduzione delle esportazioni sul lungo periodo, in Germania la domanda interna, vale a dire consumi e investimenti, dovrebbe crescere ad un tasso completamente diverso da quello attuale. Per stimolare i consumi, i redditi delle famiglie private dovrebbero crescere molto piu' di quanto è accaduto nell'ultimo decennio. Se i salari crescessero ad esempio del 5% annuo per i prossimi 10 anni, i settori che producono per il mercato interno riceverebbero un forte stimolo e potrebbero attrarre investimenti. Con l'aiuto degli investimenti pubblici si potrebbe avere un aumento della produttività chiaramente superiore all'1.5%, che negli ultimi anni è stato la norma. Anche in termini reali si avrebbe un aumento della domanda interna. Nonostante il contributo negativo esterno, si avrebbe una crescita rimarchevole con la creazione di nuovi posti di lavoro.
...
Ma questo è vietato dalle leggi sul contenimento del debito pubblico (Schuldenbremse). Contare su una autonoma ripresa degli investimenti delle imprese, invece, è fuori dal mondo."

Tutto il "mondo è paese" verrebbe da dire. Il contenimento del debito pubblico impedisce ovunque di fare investimenti statali (sia mai, parole sataniche) e di riavviare l'economia del vecchio continente.

Concluderei con questa frase lapidaria ed efficace del medesimo articolo:

"E' palese: senza la droga degli avanzi commerciali con l'estero, la Germania non ha un modello economico plausibile."

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