mercoledì 14 novembre 2012

Inflazione sintomo di crescita



Nell'articolo su "Voci dalla Germania" di cui riporto di seguito uno stralcio, c'è un esempio della paura atavica che attanaglia i tedeschi: l'inflazione, l'aumento dei prezzi. Per questi timori spesso portati all'esagerazione sono disposti a sacrificare benessere presente e futuro. Invece l'inflazione, se non è a livelli sudamericani, è in realtà un sintomo di benessere. Una piccola febbre necessaria in un corpo economico in fase di sviluppo.

Dell'articolo, ho stralciato la parte forse più significativa, che spiega i motivi delle retribuzioni molto basse dei lavoratori impiegati nella ristorazione popolare:

"La trappola della povertà e il sogno del salario minimo

...I non qualificati iniziano da Löffler con 6 o 6.5 € per ora. Ancora meno di quanto il contratto collettivo prevede come salario di ingresso: 7.5 € nell'ovest e 6.85 € nell'est. La maggior parte delle catene di fast food pagano secondo tariffa, fra queste McDonald’s, Burger King, Pizza Hut, Kentucky Fried Chicken.
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perché non paga di piu' i suoi dipendenti? "Perché io come singolo non posso farlo", dice. Secondo i suoi calcoli, alla fine non rimarrebbero utili. Con una filiale Subway, un affiliato in franchising incassa fra 7.000 e 10.000 € per settimana. "30% se ne va per gli ingredienti, 25 % per i salari, 8% per gli affitti". A questo si aggiunge un canone settimanale dell'8%, che ogni partner deve sostenere. Il 4.5% fluisce in una cassa comune per la pubblicità. Solo la partecipazione al franchising Subway costa 10.000 €. "Non ci sono margini", ci dice Löffler.
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Potrebbe aumentare i prezzi? "Abbiamo già cercato di farlo", risponde. Alcuni anni fa Subway ha aumentato i suoi prezzi. ... I ricavi sono crollati, e la catena ha deciso di tornare ai vecchi prezzi. Löffler ha imparato una cosa: " Per i tedeschi, il cibo non deve essere costoso", ci dice.
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In nessun altro settore c'è cosi' tanto lavoro precario come qui. Solo in questo settore lavorano piu' di un milione di occupati in ristoranti, caffé o take away. Quasi la metà dei lavori è un minijob.
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Queste persone hanno la possibilità di sfuggire dalla trappola del basso salario? La soluzione di Löffler sembra un po' atipica per un imprenditore: "un salario minimo obbligatorio per tutti i lavoratori". Se tutti nel settore dovessero pagare salari piu' alti, anche i prezzi salirebbero. Se i prezzi salgono ovunque, anche i clienti dovrebbero accettarlo. Questa è la logica di Löffler."

(vocidallagermania.blogspot.it)

Il Sig. Loffler credo che in qualità di tedesco, abbia affermato una tremenda eresia. Non è assolutamente pensabile in Germania, fare interventi, anche per lodevoli ragioni, che portino ad aumento dei prezzi. Loffler sostiene molto semplicemente, che se per legge il salario venisse innalzato, lo farebbero tutti i concorrenti, i prezzi dei prodotti salirebbero e i dipendenti sarebbero pagati meglio.

Dipendenti pagati meglio significa che spenderanno di più, che quindi faranno aumentare il Pil nazionale grazie a un miglioramento del mercato interno. Ma chiaramente, se aumenteranno i salari di una categoria, poi lo pretenderanno anche le altre, generando una catena di rivendicazioni salariali generalizzate.

Tutto questo genera inflazione. Ma anche sviluppo, perché ovviamente circola più denaro nel mercato interno. In pratica questa è l'Italia degli anni '80 e '90. Quella che non vogliono i tedeschi, ma anche quella dove comunque uno straccio di lavoro e un reddito era disponibile se non a tutti, a molti più di quelli che ora hanno in tasca pochi euro/marco così avari. Meglio avere nel portafoglio lire svalutate, che non avere nessun euro di valore stabile. L'Italia era una nazione percorsa da frequenti scioperi per rivendicare adeguamenti salariali. Mentre in Germania sindacati, industriali e banchieri si sono sempre accordati per evitare violenti shock da aumenti salariali, proprio per evitare inflazione. Gli adeguamenti salariali in Germania devono essere concordati anche con la Bundesbank, il supremo controllore dell'inflazione.

Questo è il modo di concepire l'economia alla tedesca, lo stesso che si sta cercando di esportare anche negli altri paesi. I precari italiani sono come i lavoratori "minijob" tedeschi da 500 euro mensili. Dato che non si può svalutare la moneta per principio inviolabile, si svalutano i salari. Si tratta di una gestione economica basata sul massimo equilibrio possibile interno, e sulle esportazioni. Solo dalle esportazioni possono arrivare maggiori ricchezze in valuta straniera alla Germania, perché il mercato interno è mantenuto volutamente "freddo" per evitare esplosioni di inflazione.

Ma l'esportazione del modello tedesco non ha avuto successo in altri paesi europei. Perché per vari motivi, l'arrivo dell'euro ha avuto in alcune nazioni l'effetto di far gonfiare bolle gigantesche: a greci, spagnoli e portoghesi non è parso vero vedere aumentare i propri stipendi del 50 fino al 100%, adeguandosi in poco tempo a quelli medi europei.
In Italia grosse bolle finanziarie non si sono viste, quella immobiliare non è così spaventosa come quella spagnola, anche se avrà conseguenze pesanti.

Però in Italia si è avuta una progressiva contrazione del Pil, in quanto abbandonato il sistema delle svalutazioni competitive, non siamo più stati in grado di mantenerci competitivi con i mercati europei quanto la Germania. Ovviamente, in un mercato dove una Fiat e una WolskWagen hanno prezzi simili, la maggior parte degli acquirenti si orienterà sulla seconda. Ovviamente abbiamo un problema di qualità dei nostri prodotti, e avremmo dovuto investire per migliorare la nostra produzione industriale ed anche i servizi. Ma come potevamo investire in questi ultimi 10 anni che hanno visto sempre più stringersi il cordone della spesa statale?

Certo, avremmo dovuto attingere agli sprechi, ed usare i soldi di Fiorito o Lusi per migliorare, per esempio l'efficienza delle celle fotovoltaiche. Ma avremmo dovuto anche avere una classe dirigente migliore, e il carattere di un popolo non lo si cambia facilmente e in modo repentino. L'adesione all'euro è stata troppo rapida. Ci sarebbe dovuto essere un periodo più lungo di affiancamento euro-lira, un po' per evitare aumenti spropositati, un po' per avere ancora una parte residua di sovranità monetaria.

Tornando alla Germania, la gestione della sua economia interna è ancora più grave, se si valuta che un po' di inflazione, oltre a non provocare nessun vero danno, sarebbe gestibilissima in quanto finora i tedeschi hanno beneficiato della stabilità dell'euro (esportazioni in zona euro) e dei bassi tassi di interesse dei Bund. Pertanto, con un po di inflazione aggiuntiva, la Germania diventerebbe il motore vero dell'Europa, e non solo la beneficiaria passiva dei vantaggi dell'euro. E' questo che gli Usa hanno sempre chiesto invano ai tedeschi, stimolare il loro mercato interno, facendone emergere tutta la potenzialità.

Ora però anche la Germania rischia di pagare per la sua politica eccessivamente restrittiva sull'inflazione. I vantaggi di tali politiche economiche (controllo dell'inflazione e spinta verso le esportazioni) potrebbero a breve scomparire, perché il resto d'Europa è in profonda crisi. La Germania non esporta solo più in Europa, anzi sempre meno, ma gli altri paesi europei garantivano comunque una quota rilevante di export.

Come andrà a finire? che la colpa del fallimento sarà nostra. Quando i tedeschi sbatteranno contro il muro dell'austerità, perché inevitabilmente accadrà, a causa anche delle loro fobie inflattive, che non hanno permesso alla Bce di stampare denaro come la Fed, e comprare per esempio i titoli greci senza pesare sul "contribuente tedesco", si leveranno alte urla al tradimento dei paesi del sud:

"La BCE si è venuta a trovare in una situazione impossibile. In agosto, contro la volontà della Bundesbank, ha versato alla Grecia miliardi di Euro, direttamente dalla stampante di denaro. Questo ha permesso ad Atene di sopravvivere in estate. Allo stesso tempo Atene ha potuto rimborsare un'obbligazione - che per pur caso - era detenuta proprio dalla BCE. Dal punto di vista della politica finanziaria la BCE ha scoperto il moto perpetuo per il finanziamento della crisi. Dopo che la BCE ha iniziato a finanziare gli stati in questo modo, non c'è da meravigliarsi se i politici vorranno proseguire. La stampante di denaro dovrà essere attivata ancora una volta - ma solo per poco tempo, si intende. La politica ha iniziato la creazione di un mondo finanziato dalla BCE, dove le necessarie riforme strutturali, anche in Francia, Spagna e Italia, saranno rimandate fino a quando anche l'ultima economia competitiva dell'Eurozona sarà a terra."
(vocidallagermania.blogspot.it)

Chiaro no? Anche la Germania crollerà a terra, a causa della nostra insana ritrosia a farci decurtare stipendio e welfare (leggasi "riforme strutturali").

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