lunedì 8 ottobre 2012

Una storia falsata



E' la storia d'Italia di quest'ultimo anno. Tutta inventata dai media principali, quelli prezzolati dallo Stato e dalle mega lobby italiane. Ma non solo, forse scritta in parte anche all'estero. L'impennarsi dello spread fu fortuito o voluto? Forse voluto da qualche cancelleria europea che aveva scritto una parte del copione?

"In principio fu l’emergenza: lo scorso autunno, e a novembre in particolare, i media mainstream costruirono quel frame interpretativo secondo cui la criticità economico-politica del momento assumeva i tratti di emergenza nazionale. E come quando la nazione è in guerra, l’emergenza richiedeva la sospensione del normale regime politico a favore di una convergenza unitaria su un governo tecnico di salvezza nazionale. Numerosi editoriali interpretavano e proponevano, pur con diverse declinazioni, questa stessa interpretazione del contesto in cui il Paese si trovava, e anche della soluzione per uscirne. La visione cambiò radicalmente, dalle pizzerie affollate dell’era Berlusconi e dalla crisi negata, fino alla crisi enunciata, ribadita, esasperata evocando il consenso compatto della nazione sul possibile uomo della salvezza, Mario Monti.
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Se a dicembre la legittimità del governo Monti si basava sulla sua presunta capacità di traghettare l’Italia fuori da una crisi economica, a febbraio gli elogi al premier si costruivano sulla sua capacità di “sedurre” i mercati e perfino (parola di alcuni) di “vendere” il sistema – Paese. In un connubio sempre più stretto tra finanza, politica e media, dopo “Salva Italia” e “Cresci Italia” i quotidiani italiani battezzavano implicitamente il “Vendi Italia”.
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Ad agosto il premier, e con lui in coro il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, dichiarava anzi vedeva l’uscita dalla crisi. “Vedo anch’io l’uscita dalla crisi, dipende da noi”, confermava Passera profondendo a sua volta ottimismo. Una visione a tratti surreale se confrontata con i dati, a cominciare da quelli di Bankitalia che in estate registrava nel corso di un solo mese un aumento del debito pubblico per 17 miliardi di euro. “Gli italiani, pur sottoposti a un trattamento molto incisivo e pesante di misure, stanno dimostrando di non essere particolarmente ostili a chi ha dovuto persuaderli che fossero nel loro interesse di lungo periodo", ha proseguito il premier ad autunno iniziato, consapevole di un pil in decrescita e di un consenso che risente delle riforme tra cui quella del lavoro, ma ostentando fiducia nel futuro. Parole rasserenanti che stridono con la situazione sociale italiana, drammatica anche secondo il recente rapporto della Commissione europea che ci vede scendere dalla posizione 13 alla 23 in una graduatoria fra Paesi europei tutti comunque provati. Disoccupazione, difficoltà economica delle famiglie, panorama industriale in declino dovranno però fare i conti con il peso delle parole: queste più di altro costruiscono il consenso, almeno nell’immediato. Nel frattempo fatti e rappresentazioni mediatiche ancora una volta stridono."
(temi.repubblica.it)

Ma è sempre più evidente che il governo Monti, non è il salvatore d'Italia, ma il salvatore di un assetto di potere che teme di essere spazzato via. Che vuole radicarsi ancora con più forza, spazzando via le regole democratiche, togliendo ogni tutela sociale per avere schiavi al posto di cittadini, impedendo il più possibile la mobilità sociale per trasformare la società moderna in una società feudale.
L'Europa delle élite è questa, e il governo Monti ne è un'emanazione in stile italiano:

"... ci si propone di salvare le specie più a rischio: il politico di lungo corso come il giovane maneggione, il capitalista senza capitale che si è insediato come un parassita sulle spalle del Paese così come quello che ha tratto dagli appalti pubblici la propria fortuna, la multiforme varietà di “mezzani” che sono la rete connettiva della corruzione al pari dei grand commis dell’amministrazione che hanno fatto del privilegio e dei loro infiniti manini la loro ragion d’essere, il ladro così come il portatore di dei tanti conflitti di interesse grandi e piccoli.
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si scopre una politica che è fatta di scatole vuote, nella quale le lotte intestine sembrano l’unica idea possibile e che al massimo vuole un’arca più grande per non lasciare nessuno con l’acqua alla gola come i cittadini. Il patto di cartone raggiunto nel Pd ne è l’ultima dimostrazione, così come le parole della tessera numero uno del partito, De Benedetti, che sta con Bersani, ma vuole il Monti bis. Del resto il Pd che dovrebbe essere in prima fila nella tutela dei beni pubblici, sembra il più ansioso di contraddire il referendum che del resto non voleva: è di ieri la notizia che l’amministrazione di centrosinistra di Padova ha ceduto la gestione dell’acqua ad Hera, azienda del resto “vicina al Pd stesso”. Immagino che ci saranno un po’ più di soldini per la campagna elettorale. Fosse per loro avremmo anche il Monti tris.
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vogliono preservare l’Italia del declino e non dal declino , traghettarla sulle acque del diluvio che sanno di non poter evitare e che anzi contribuiscono a rendere più rapido, facendo pasticci un po’ dappertutto.
... con un’ambigua legge anticorruzione che sembra fatta apposta per permetterla, con un taglio deciso alle intercettazioni e infine con una legge che appioppa un minimo di 30 mila euro di multa a giornali o siti web in caso di diffamazione. Ovvio che gli editori ricchi potranno fare le loro campagne e la stampa più modesta dovrà tapparsi la bocca."

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