giovedì 25 ottobre 2012

Monti è finito (5)



Sempre più, inesorabilmente e tristemente si conclude la lenta parabola del morente governo Monti. Ormai si avvicinano le elezioni e i partiti sono "ingovernabili". Non vogliono più sentire ragioni. E soprattutto non vogliono sentire la frase "...a saldi invariati".

I partiti si accorgono sempre a ridosso delle elezioni di avere un elettorato di riferimento da accontentare e quindi, dell'austerità invocata dal governo Monti se ne fanno beffe.
Sono giorni che Bersani va in giro a minacciare di non votare l'ultima manovra, la legge di stabilità, perché ritenuta iniqua, soprattutto quando colpisce gli insegnanti con un aumento del loro orario di lavoro del 30%. Anche la risposta di Grilli che dichiarava che la manovra migliorava la fiscalità del 99% degli italiani è stata (giustamente) ricacciata al mittente. Le lamentele di Napolitano che chiedeva di non rinnegare i sacrifici recenti dell'austerità sono stati ignorati.

Anche per il Pdl, più che un partito "un morto che cammina", il Cavaliere, supportato da Alfano e Brunetta, ha detto che non voterà la legge di stabilità così come è stata proposta:

""Il nostro giudizio è fortemente critico". Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, non ha dubbi. La legge di stabilità al centro-destra non piace.
...
Alfano torna a contestare le misure relative all'Iva e ne chiede "l'abolizione dell'aumento". Ma contesta pure l'abolizione della retroattività sulla revoca delle detrazioni". E ricorda al governo l'esistenza di un "patto fiscale tra i cittadini e lo Stato". Perché "una città che ha fatto un bilancio familiare contando su quelle detrazioni non può vedere quel patto violato. È un fatto grave che venga revocato con effetto retroattivo"."

(www.ilgiornale.it)

Per di più anche dall'economia e dai protagonisti della medesima giungono sempre e di continuo cattive notizie, che i media cercano di non enfatizzare, ma che agli italiani arrivano lo stesso:

Debito pubblico record,
peggio di noi solo la Grecia

(www.lastampa.it)

"Nuovo record per il debito pubblico italiano, che nel secondo trimestre del 2012 è schizzato al 126,1% del Pil. Sono i dati resi noti da Eurostat. Nel primo trimestre aveva già raggiunto il picco di 123,7%, il più alto dal ’95 quando era al 120,9%. L’Italia si conferma seconda solo alla Grecia, il cui debito è ora al 150,3%. "

Monti da secoli ripete "Manovre Finite"...ed invece continuano ad arrivarne
(www.ilgrandebluff.info)

"Bankitalia: “Più prudente prevedere una nuova manovra in primavera”

Il vicedirettore generale dell'istituto centrale: ''Potrebbe essere assennato prevedere contenute misure correttive connesse con il processo di revisione della spesa, così che si assicuri il pareggio in termini strutturali anche dopo il 2013”....................


... in freddo linguaggio tecnocrate che, se tradotti in linguaggio da casalinga di Voghera, risulterebbero assai più preoccupanti...
Per la serie: o l'Italia ed il Mondo si ripigliano e/o i Mercati non ci mazzulano più...

oppure ci aspettano tante altre belle Manovre-Spremute...fino a quando non ci rimarrà nemmeno più una goccia di succo.... "


Ed ora arriva la prima tranvata al governo, da parte della sua eterogenea e scalpitante maggioranza, che avrebbe una voglia matta di mandare a casa Monti e tutte le fisime degli eurocrati (come molti italiani), ma non può farlo. Bastava vedere e sentire l'insofferenza di Fassina verso il suo governo, l'altra sera a Ballarò.

Ma i partiti si stanno togliendo le catene, e questo è un primo messaggio chiaro e netto per il governo:

Esodati, governo battuto sui numeri
I partiti ampliano la platea degli interessati

(www.corriere.it)

"La commissione lavoro della Camera ha approvato all'unanimità (solo il deputato del Pdl Giuliano Cazzola non ha partecipato) un emendamento alla Legge di Stabilità che amplia le garanzie per gli esodati, i cittadini che hanno lasciato il lavoro immaginando di potere andare in pensione con le «vecchie» regole e che ora, entrate in vigore le nuove norme, si ritrovano in una situazione di «limbo», senza occupazione e senza assegno previdenziale. La proposta, che ora dovrà essere esaminata dalla commissione Bilancio di Montecitorio, è passata nonostante la posizione contraria del governo.

«A SALDI INVARIATI» - Il parere negativo dell'esecutivo è stato dato per ragioni di copertura finanziaria.
 ...
IL CONTRIBUTO - L'ampliamento delle garanzie per i lavoratori esodati, prevede tra le coperture anche un contributo di solidarietà del 3% per la parte di reddito che supera i 150mila euro."


Incomincia l'interregno. Da qui alle elezioni il governo tenterà di imporre invano le sue ricette, e i suoi provvedimenti, ma sarà ostaggio del Parlamento. Del resto Monti non ha più armi adeguate per minacciare la politica: lo spread non spaventa più, grazie agli interventi di Draghi. Inoltre i suoi successi sono effimeri o del tutto immaginifici, persino più modesti di quelli del governo Berlusconi.
Lo scontento popolare sta risvegliando le segreterie dei partiti, e sta mettendo a dura prova l'esecutivo. Il ministro Fornero è riuscita a sollevare un vespaio di proteste indignate con le sue infelici dichiarazioni. Ancora una volta è stata paragonata alla estraniata Maria Antonietta delle brioche: ed effettivamente il paragone è sensato, e secondo me vale per tutti i componenti del governo. 

Un governo fatto di "nuovi nobili" estranei alla vita comune di milioni di persone, per cui il ritocco di 1 o 2 punti di Iva o di Irpef è perfettamente indifferente. E lo sono anche alla riduzione degli assegni delle pensioni, delle cure mediche, degli assegni di invalidità per disabili, dell'istruzione ecc. Come sono indifferenti probabilmente anche alla democrazia, ai suoi riti e soprattutto ai suoi valori. Indifferenti al popolino suddito esattamente come i nobili dell'ancien regime. 
L'importante per loro, è che non abbiano a patire i loro feudi: le banche e le grandi lobbyes finanziarie.

Inoltre anche l'annuncio di ritiro di Berlusconi, ma ancora di più le eventuali primarie del centro destra, rischiano di mettere in secondo piano il governo Monti, e i suoi piani di lungo periodo.
La politica dopo il letargo si sta ridestando. Nuovi leader, di sinistra (Renzi o Bersani) e di destra, che vincano o perdano avranno una doppia investitura democratica: nella loro coalizione e nelle urne elettorali nazionali. Senza contare la forza popolare che potrebbe trascinare i nuovi movimenti grillini e similari a risultati eclatanti. Di fronte a tanta forza d'urto democratica, i tecnici imposti dall'esterno e dall'alto non potranno fare più molto per imporsi. Saranno sempre meno ascoltati. A meno che non si sottopongano anch'essi alle regole democratiche e misurino nei fatti la loro popolarità. Ma a quel punto diventerebbero protagonisti alla pari degli altri.

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