sabato 6 ottobre 2012

La politica sfarinata




L’economia, cioè la crisi dell’economia, ha vinto sulla politica. Semplicemente perché la politica ha rinunciato a governarla. Pertanto la crisi travolgerà gli ignavi politici italiani.
Non è solo colpa dei vari Lusi, Fiorito o Penati, se la politica in Italia si sta estinguendo. O perlomeno si estinguono i vecchi-nuovi partiti della II repubblica. C’è qualcosa di più, rispetto alla crisi di “Mani pulite” del 1992. Gli italiani si sentono abbandonati in balia degli eventi, da un ceto politico che sa solo discutere di alleanze elettorali e sesso degli angeli, mentre tutto attorno la società italiana sta miseramente crollando. Nessun politico fa proposte economiche, industriali, energetiche ecc.

Guardando verso centro destra, si vedono le maggiori rovine fumanti.
A quanto pare Berlusconi, non sa più che fare. Vorrebbe mettersi in un angolo a guardare l’effetto che fa, ma anche ritornare alla carica con un nuovo partito di centro destra. A parte il fatto che non capisco chi glielo fa fare. Ma non capisco nemmeno cosa potrebbe cambiare se poi il nuovo contenitore è riempito con le vecchie facce.

Farebbe meglio a ritirarsi a vita privata alle Bermuda, nel tentativo di farsi dimenticare dagli italiani. Magari fra alcuni decenni potrà ambire a farsi intitolare vie e piazze, come è accaduto a Craxi. Del resto ha avuto a disposizione tutto il tempo necessario per apportare quei cambiamenti, quelle riforme necessarie che dovevano rilanciare l’Italia. In realtà solo promesse. La sua è stata una poderosa forza politica nata quasi dal nulla, giunta al governo in brevissimo tempo, ma che è stata utilizzata per mantenere le cose com’erano. L’Italia non è diventata più competitiva, più liberista. L’economia non è cresciuta. Quasi niente è migliorato, anzi sono stati maggiori i peggioramenti della qualità di vita degli italiani.

Ora il Pdl scompare e probabilmente ciò che lo sostituirà non potrà mai più avere la forza dirompente di Forza Italia vent’anni fa. Il Cavaliere si è giocato la fiducia degli italiani, che andranno sparpagliandosi verso altri lidi.

Ora sta succedendo qualcosa di simile anche dalla parte opposta. Il Pd è attraversato dalla rivoluzione della “rottamazione”. Potrebbe anche rischiare di esplodere come il Pdl:

“un sondaggio spaventa Bersani: se andassero a votare almeno 4 milioni di persone Matteo Renzi raccoglierebbe il 29% dei consensi contro il 26% del segretario del Pd.”

Cosa farà Renzi, se si ritroverà con un seguito corposo, da un terzo alla metà del Pd, pur perdendo le primarie? Rimarrà veramente nel Pd ad aiutare Bersani nella campagna elettorale? O sarà tentato di fare un suo movimento?

Se dovesse spaccarsi il Pd, a causa della rivolta dei “rottamatori” renziani, allora il Movimento di Grillo rischia di diventare veramente il primo partito, magari con appena il 20% dei consensi. Risulterebbe allora un quadro di sfarinamento politico micidiale. Un Parlamento ingovernabile, ricco di partiti ma tutti minuscoli.

Avremmo così un nuovo tipo di repubblica:
dopo la prima repubblica, caratterizzata dai grandi partiti ideologici di massa, basati sul pensiero novecentesco;
dopo la seconda repubblica basata sulle coalizioni d’interessi contrapposti e sulla distorsione delle leggi elettorali per assegnare un premio di maggioranza ai vincitori, pur mantenendo la Costituzione quasi inalterata;
è in arrivo la terza repubblica che sarà connaturata da un Parlamento formato da una spolverata di partitini privi di qualsiasi potere di indirizzo politico, costretti a sostenere le scelte governative sotto ricatto.

Il potere arriverà dall’esterno, attraverso la nomina di primi ministri svincolati da qualsiasi consultazione elettorale. Anche la terza repubblica manterrà inalterata la Costituzione. Ancora una volta verrà data un’interpretazione di comodo alla carta fondamentale dello Stato, in modo che si adatti alle necessità del potere. Monti non è forse stato nominato premier nel pieno rispetto della Costituzione e delle prerogative del Capo dello Stato?

Vedo sempre più complicata la vita dei partiti politici italiani e mi chiedo, quali e quanti colpi di scena avremo prima del voto che si terrà forse a primavera 2013. Mancano da 6 a 8 mesi alle elezioni. Un tempo breve, ma visto l’evolversi della crisi sempre più complesso, un tempo che può diventare un’eternità. C’è la Spagnache è in fase di avvitamento economico pericoloso, che dovrà chiedere gli aiuti al Mes, e che dovrà far accettare agli spagnoli eventuali nuove manovre di austerità. Gli spagnoli saranno disciplinati come soldatini, o si ribelleranno e rivolteranno al potere centrale e a quello europeo?

Poi c’è il ritorno infinito della crisi greca. Ora pare che le casse dello Stato abbiano solo più denaro fino a novembre. Che faranno i tedeschi? Cederanno nuovamente concedendo nuovi “aiuti” a fondo perduto o si volteranno dall’altra lasciando uscire la Grecia dall’euro? Stiamo vivendo un’emergenza continua.

Poi c’è la Francia che era diventata la speranza di redenzione dei poveri Piigs, e che ora li sta raggiungendo a formare i Piigsf. Anche la Francia appare esausta da questa lunga crisi irrisolta. In parte a causa della Francia medesima: quando Sarkozy formava un’inossidabile consolato con la Germania della Merkel, ne assecondava le ricette economiche e la visione punitiva verso le nazioni periferiche del sud. L’unica cosa che è riuscito al duo, è stato far fuori il governo italiano del Cavaliere. Per il resto sono stati entrambi campioni del rimandare i problemi al vertice successivo.

E’ chiaro che in una situazione di sgretolamento del quadro internazionale ed europeo di questo tipo, anche la politica italiana ne sta risentendo. Si sta sgretolando anch’essa per empatia.
E non pensiamo o caso potrebbe accadere in caso di conflitto siriano-turco e poi magari siariano-iraniano vs Nato…

Probabilmente avremo in avvenire in Italia nuovi governi Monti o comunque di quel tipo li. Governi dipendenti dall’unica istituzione europea che sta più o meno reggendo nel marasma generale: la Bce. Se la Francia va in crisi, se la Germania dopo aver contribuito a fare la frittata si ritroverà anch’essa in recessione e quindi dilaniata dalle lotte politiche interne, toccherà a Draghi tentare di tenere assieme tutta la baracca europea. Tanti auguri Mario…

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