venerdì 5 ottobre 2012

La crisi accerchia la Germania


"A quanto si evince dal Grafico, il PIL della Francia ormai dovrebbe essere già in CONTRAZIONE.
L'Economia francese ha iniziato ad implodere.
Il PMI servizi è crollato come non accadeva da ottobre 2011.
Il Composite PMI calcolato da Markit (manifatturiero+servizi) è crollato ad un ritmo che non si vedeva dagli Abissi della Grande Crisi-fase-1 ovvero dal ferale Marzo 2009..."
(www.ilgrandebluff.info)

L'ultimo bastione sta per cedere. Cioè la Francia, che era considerata la seconda gamba dell'Europa virtuosa. A questo punto diventa anche difficile capire dove sta l'errore di quest'Unione. E' la moneta, l'euro che priva di sovranità economica gli Stati, o è la mancanza di un governo centrale europeo, di una normativa e di un indirizzo economico unico europeo? Potrebbero essere entrambe delle cause di questa crisi sempre più profonda, oltre la concomitante crisi mondiale con epicentro negli Usa?

"Dopo l'Italia ora la Francia: vendite di auto di settembre -18% rispetto a settembre 2011, il calo maggiore mai registrato, maggiore che nel 2009, Renault -33% in settembre, Volkswagen -17%, Opel Chevrolet -21%, Ford -31%, Fiat fa peggio di tutti con un crollo del -38% in Francia. E le vendite di camion -20%.
Ieri il Manufacturing Purchasing Managers’ Index (PMI) della Francia crolla a 42.7 in settembre, il dato più basso da aprile 2009, solo la Grecia fa peggio, persino Spagna e Italia sono sopra il dato francese. La disoccupazione tocca il 10,6% ma quella giovanile il 25%.
L'indice di fiducia delle piccole e medie imprese francesi crolla a 84, era a 129 in aprile e questo è il livello più basso di sempre (lo calcolano dal 1992)

La Francia ha la spesa pubblica che costituisce il 56% del PIL, il livello più alto del mondo, per cui finora essendo ovviamente la spesa statale insensibile alla congiuntura economica e avendo mantenuto la Francia un deficit pubblico del -6% (per non tagliare la spesa pubblica) la sua economia ha retto. Ma solo finora. Il debito pubblico totale in Francia sta arrivando al 91% a fine anno. Ieri Hollande ha annunciato 36 miliardi di tasse e tagli (quasi tutte tasse, lo stile Monti) per ridurre il deficit pubblico verso l'obiettivo del -3% del PIL.
Il governo Hollande ha come ministro dell'industria un avvocato di sinistra che convoca a Parigi le aziende che annunciano licenziamenti e le minaccia di conseguenze, ma ormai gli annunci di tagli e chiusure di stabilimenti lo stanno travolgendo"
(www.cobraf.com)

Se si schianta anche la Francia di Hollande, allora tutto il peso delle politiche austeriche cadrà alla fine sulla Germania che le ha volute. Era inevitabile che accadesse. I tedeschi stanno facendo terra bruciata attorno a loro, distruggono i loro stessi mercati, e di sicuro non sarà sufficiente la Cina a rimpiazzare il mercato europeo, anch'essa ormai in contrazione.
Tutto sembra precipitare molto in fretta, malgrado la strana calma sui mercati dello spread. Draghi sta tenendo con forza il timone monetario europeo, cercando di mantenere la rotta dell'euro irreversibile.
Riuscirà a farlo ancora a lungo? La Spagna accetterà qualsiasi condizione, o tenterà di ricattare a sua volta Europa e Germania ventilando l'ipotesi "Sansone" (muoia Sansone con tutti i filistei...)?

"La Banca centrale europea è pronta a lanciare il suo programma di acquisto dei titoli di Stato, se verrà richiesto da Paesi che sottoscrivono le condizioni previste. Lo ha assicurato il presidente della Bce, Mario Draghi, mentre è in corso un negoziato fra la Spagna e Bruxelles per i fondi a Madrid.

Il programma di acquisto dei titoli di Stato ... “ci permetterà di evitare sfide potenzialmente gravi per la stabilità dei prezzi” ... Le condizioni cui sono subordinati gli aiuti da parte del fondo salva-Stati e della Bce “non devono essere necessariamente punitive”, precisa l’ex governatore della Banca d’Italia, anzi spesso si tratta di condizioni “pro crescita” come le riforme strutturali."
(www.ilfattoquotidiano.it)

E' tutto da chiarire se le condizioni "non punitive" di Draghi coincidono con quelle così interpretate dai popoli europei. Credo di no, perché se fra queste ci sono le "riforme" di Monti, allora saranno senz'altro punitive per i ceti popolari europei, ormai senza vera democrazia e privati a poco a poco del welfare.

A proposito di democrazia, a quanto pare tutte quelle europee sembrano sotto ricatto. Lo è la democrazia greca, che pure è passata attraverso due votazioni. Lo è la democrazia italiana, che ha saltato a piè pari l'ostacolo del voto, consegnandosi mani e piedi alle grandi banche mondiali (LA PROVA DEL GOLPE - E' stata la troika dal blog Byoblu).

La democrazia spagnola, oltre ad obbedire a bacchetta ai voleri germanici, sta tornando vigorosamente verso il franchismo:
"Mariano Rajoy - del post-franchista Partido Popular - ha spiegato che la legge in materia di libertà di riunione e manifestazione è "molto ampia e permissiva", secondo quanto riferisce El Pais nella sua edizione elettronica. Da qui l'idea di "modulare" la legge per "razionalizzare l'uso dello spazio pubblico",
...
Per il momento Cifuentes ha detto di voler solo "aprire un dibattito", ma molti sospettano che il governo abbia in mente un giro di vite: l'esecutivo di Rajoy è preoccupato dalle continue proteste, cominciate il 15 maggio del 2011 con il movimento degli 'indignados' e che finora sono state per lo più pacifiche, ma che lo scorso 25 settembre a Madrid sono sfociate in scontri con la polizia in cui ci sono stati 64 feriti."

(www.wallstreetitalia.com)

E la Francia che sembrava la nazione europea più libera politicamente ed economicamente dalle pretese di austerità tedesche, alla fine ha deluso tutte le aspettative. Hollande si è allineato alle richieste tedesche e sta preparando delle manovre "tutte tasse" alla Monti, che provocheranno la caduta rovinosa del Pil anche li.

A questo punto, non riesco a capire, come possano pensare i tedeschi di salvarsi avendo attorno a loro solo macerie. Come fanno le istituzioni europee, la Bce compresa, e la Germania a continuare a dire come un disco rotto che le politiche "di risanamento" stanno funzionando in Italia, Portogallo e Spagna? Delle nazioni praticamente distrutte e quasi in default.
Probabilmente i tedeschi pensano veramente di essere immuni dalla crisi europea. O probabilmente pensano di saltare fuori dall'Europa prima che precipiti nel burrone, appena in tempo per salvarsi:

"Sorpresa: in Germania il marco esiste ancora ed e' vivo e vegeto. ... perche' di fatto non ha mai lasciato portafogli, cassetti, materassi e persino conti correnti.

Lo ha verificato MF-Milano Finanza curiosando sul sito dell'Associazione delle banche tedesche (Bankenverdband), il corrispettivo dell'Abi"
(www.wallstreetitalia.com)

Forse ha ragione il Cavaliere: la Germania fuori dall'euro non sarebbe una tragedia. Invece sarebbe un gran vantaggio per il resto d'Europa che potrebbe mettere in atto tutte quelle politiche monetarie finora avversate dai tedeschi (dagli eurobond agli acquisti di titoli di debito nazionali senza condizioni punitive). Provvedimenti non risolutivi forse della crisi, ma che ci permetterebbero di rimanere a galla durante questo cataclisma mondiale, in attesa che giunga una qualche ripresa economica.

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