martedì 18 settembre 2012

Berlusconi tattico



Ha ragione Bagnai, il centro destra non ha veri dogmi in economia (tipo l’euro irreversibile) ed è pronto a criticare la politica austerica dell’Europa e forse, anche se in questo caso Berlusconi non lo dice, anche l’euro.

Comincia la campagna elettorale del Cavaliere in modo anomalo. Non scende in campo ma sta ai bordi a dare consigli ai giocatori in campo. Una specie di mister del centro destra, in attesa di capire che succede dall’altra parte. Perché lui, il proprietario delle quote politiche del centro destra italiano, studia ogni cosa a tavolino e quindi deve prima capire chi e cosa sarà l’avversario:

“«Mi sono tenuto da parte - spiega - ma poi sono successe un mare di cose: Bersani in contrasto con Casini e viceversa, Bersani in contrasto con Vendola, l'arrivo di Renzi, Di Pietro che si stacca e l'annunciata discesa in campo di Montezemolo». Per non parlare di Grillo («Qualcuno gli scrive un copione e lui recita come ha fatto per tutta la vita»). Insomma, rispetto al quadro di solo qualche mese fa la situazione è decisamente in movimento. Anche perché nel Pd c'è chi sostiene che il sindaco di Firenze potrebbe addirittura battere Pier Luigi Bersani. Ecco perché ora è troppo presto per sciogliere qualunque riserva.”

Insomma, non sa bene come interfacciarsi con il “nemico”. Sarà una guerra di trincea o un’avanzata veloce come un raid?
Berlusconi, per evidenti ragioni anagrafiche, preferirebbe tornare in campo contro Bersani. Per questo forse fa la corte a Renzi? Per far scappare gli elettori delle primarie verso Bersani? Affermando che Renzi fa la stessa politica del Pdl, ma nel Pd, in realtà può ottenere due risultati:
o far scappare i potenziali elettori delle primarie lontano da Renzi, o addirittura invitare gli elettori del centro destra a sostenere Renzi alle primarie. Magari in risposta a quest’ultimo che ha affermato che gli elettori di centro destra non gli fanno schifo…

Nel caso vincesse Renzi le primarie Pd, comunque sarebbe molto difficile per Berlusconi presentarsi per l’ennesima volta candidato a premier. Sarebbe una campagna elettorale di nonni contro nipoti. E questo passo indietro del Cavaliere, sarebbe già un bel risultato per Renzi e l’Italia…

Ma comunque Berlusconi, mi pare stia piano piano scoprendo le carte sulla sua visione dell’economia. Probabilmente farà un passo alla volta, con destinazione finale messa in discussione dell’euro. Come avevo già scritto in “Incognita B.”, potrebbe preparare una brutta sorpresa per Monti&Merkel che pensavano di averlo relegato all’angolo. Entrare in campo con l’arma dell’euro, sarebbe un colpo mortale per la politica di strangolamento messa in pratica dalla Germania, o comunque una minaccia vera per i falchi dell’euro-marco.
E se l’Italia cominciasse questa battaglia, si porterebbe dietro anche gli altri paesi del sud, lasciando la Francia nel mezzo a cercare di mediare per non far crollare l’Europa.

Certo, Berlusconi entra a bordo campo con la solita tiritera sulle tasse: “aboliremo l’Imu” che fa il paio con “aboliremo l’Ici” di due campagne elettorali fa. Potrebbe sembrare la solita berlusconata facile, in realtà questa frasetta è un’assicurazione sulla vita. Nel 2006 gli consentì di risalire nei sondaggi e di far vincere malamente Prodi, che infatti con una maggioranza troppo risicata non riuscì a governare.

Ma assieme a questa frase che non arriva inaspettata, si intravede un disegno lucido, la volontà di non proseguire la politica di austerità di Monti:

“pressione fiscale … negli ultimi mesi, ha raggiunto livelli da record mondiale sfiorando il 55%. "Senza abbassare la pressione fiscale - chiarisce Berlusconi nell'intervista a Sallusti - non si esce dalla recessione". Proprio per questo nel programma di governo del Pdl c'è l'abolizione dell’Imu. "La casa è il pilastro su cui ogni famiglia ha diritto di fondare la propria sicurezza del futuro - continua - la sinistra, invece, come primo punto del programma ha l’imposta patrimoniale anche sui piccoli appartamenti". 
l'operato dei Professori … almeno per il momento, non hanno fatto altro che applicare pesanti norme di austerity che hanno contribuito ad alzare le tasse e a spingere il Belpaese nella recessione.
A livello europeo, invece, il Cavaliere ha individuato due problematiche che non permettono ai Paesi dell'Eurozona di uscire dalla recessione: da una parte ci sono le norme del fiscal compact che "impediscono la crescità", dall'altra c'è la Germania e la cancelliera Angela Merkel che non consentono alla Bce di battere "moneta e questo è un mattone che pesa in maniera tragica".”

“Si è detto poi "dubbioso" sul fondo europeo salva Stati. "Ha delle regole che difficilmente lo faranno funzionare - ha detto - perché bisogna avere la maggioranza dell'80 per cento degli Stati: se hai la Germaniala Finlandia e la Polonia che non sono d'accordo non si fa nulla. Quindi è più che altro un qualcosa fatto intravedere sulle cui reali capacità e possibilità di funzionare esistono dei dubbi grandissimi. Io sono tra i più dubbiosi". E a proposito dei cugini d'Oltralpe sostiene che "presto la Francia finirà come noi, soprattutto con una guida di sinistra".
"Dopo che Draghi ha detto che stamperà moneta per acquistare titoli del debito pubblico - ha detto - quando questi non trovassero investitori privati, questo ha avuto un effetto positivo e lo spread è calato. Ma è una cosa provvisoria, perché non si sa se questo fondo potrà funzionare e non credo che questo possa essere fatto se non con delle imposizioni di comportamento ad alcuni Paesi".
L'ex premier sottolinea che "nella crisi il fattore psicologico è fondamentale''. 

Il Cavaliere la butta li così: ha individuato due problematiche, come se fossero banalità, un cambio dell’olio e sostituzione delle pastiglie dei freni, invece si tratta di problemini che vanno al cuore del motore europeo. Mentre sul Mes, e gli aiuti ai paesi periferici, non credo si possa aggiungere altro, un'analisi molto più lucida di quelle proposte da tanti economisti. Semplice e lineare: le sorti dell'Europa continuano ad essere in mano di poche nazioni.

E’ ovvio che rinnegare il “fiscal compact” significa per l’Europa mettere in dubbio la natura dell’euro e per la sola Italia mettere in dubbio l’euro stesso. Sbracare o abolire il fiscal compact significa fare più deficit, non dover perseguire la follia di pagare metà del nostro debito pubblico in 20 anni. E questo significa dover in qualche modo stampare moneta, cioè euro, perché difficilmente si riuscirà a trovare sul mercato il denaro a prestito sufficiente per finanziare lo Stato a deficit.

Tutte cose che per la Germania sono veleno. Non acconsentiranno mai di acquistare “in automatico” debito pubblico dei paesi del sud, e nemmeno di stampare moneta e creare una potenziale aumento di inflazione. Una campagna elettorale così, è un ariete scagliato contro le porte della fortezza dell’austerità e della politica tedesca.

Ma è anche ovvio, che il fiscal compact, è una pura follia. Gli Stati del sud non potranno mai raggiungere tali obiettivi, se non a costo di distruggere completamente le proprie economie. E su questo, la visione di Berlusconi è più lucida di altri politici nostrani. Berlusconi, è però il personaggio ideale per fare questo, per rovesciare i tavoli e rimettere tutto in discussione.

Se si comincia così, questa campagna elettorale riserverà delle sorprese. Costringerà finalmente anche la sinistra a dover fare i conti con i problemi veri: la crescita, le tasse e l’euro. Si è adagiata sugli allori dei sondaggi favorevoli, pensando di aver già la vittoria in pugno. Per ora il Pd non si è sbilanciato su nulla, preferendo discutere delle proprie alleanze o dei diritti dei gay. Cose anche importanti e ormai anche impellenti, ma è ora di portare la discussione al cuore del problema: perché l’Europa non funziona? E’ giusto che decida solo la Germania? Perché l’euro ci sta provocando tutti questi problemi? E’ proprio necessario ripagare metà del debito pubblico strozzando ulteriormente l’economia nazionale? Con un livello di tassazione già così alto, la patrimoniale è una buona idea? Come si creano posti di lavoro senza investimenti statali?

Sono domande a cui prima o poi Renzi o Bersani dovranno dare una risposta. Non possono continuare a fare finta di niente dicendo che Monti ha dato maggiore autorevolezza internazionale all’Italia. Non basta più.

Sarà il Cavaliere a costringere gli avversare ad interessarsi dei temi veri che interessano gli italiani. E credo che lo farà con un crescendo continuo, valutando sondaggio dopo sondaggio, quale sarà il risultato delle sue esternazioni. Oggi critica il fiscal compact e la tassazione eccessiva, naturalmente senza dire che l’Imu non potrà essere abolita con questa impostazione economica europea. L’Italia è costretta a “dragare” tutte le risorse possibili dei suoi cittadini per rispettare il fiscal compact, il pareggio di bilancio, pagare gli interessi sul debito di una moneta straniera che deve prendere a prestito ecc.
L’approdo finale sarà, e non può essere diversamente, la messa in discussione dell’euro stesso.

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