mercoledì 15 agosto 2012

Sincerità spiacevoli



Le bugie sono molto spesso confortevoli, lenitive. La realtà se non dolorosa è poco piacevole. Il prof. Ricolfi  potrà non piacere o commettere errori di valutazione, ma di sicuro non indora la pillola. Eppure mi piace il pensiero di quest'intellettuale, sincero, diretto al punto, anche "cattivo", ma che fotografa sempre una realtà così com'è:

"E’ ormai chiaro a tutti che, alle prossime elezioni politiche, il discrimine principale sarà il giudizio sull’operato del governo Monti. Le forze politiche che criticano Monti «senza se e senza ma» sono almeno quattro: Lega Nord (Maroni), Italia dei valori (Di Pietro), Movimento Cinque Stelle (Beppe Grillo), Sinistra Ecologia Libertà (Vendola). Insieme, secondo i sondaggi degli ultimi mesi, sono in grado di attrarre oltre il 40% dei voti. Se aggiungiamo i nostalgici del fascismo e del comunismo, il fronte delle liste anti-governo (e spesso anche: anti-euro, anti-Europa, anti-austerità) arriva al 45%.E dall’altra parte?
Dall’altra parte, sul fronte dei non-ostili a Monti, per ora troviamo i tre partiti che appoggiano il governo (Pdl, Pd, Udc), che attirano sì e no il 50% dei voti, più un certo nu mero di piccole formazioni politiche, più o meno visibili e più o meno ben rappresentate in Parlamento."


Quindi o vince la coalizione euro montiana, o vince la coalizione no euro? neanche per idea. Perchè le due coalizioni non sono tali, ma sono divise internamente. Sia i critici dell'operato di Mago Monti, sia i sostenitori lo sono ognuno a modo loro. Il governo Monti, chiaramente, invece di semplificare il quadro politico, lo ha parcellizzato ancora di più. Uno sforzo ventennale di creare una parvenza di bipolarismo con due schieramenti (o almeno coalizioni) è stato reso inutile. Tanto che alle prossime elezioni potrebbero presentarsi anche 6 coalizioni/ partiti: Pd-Sel-Udc, Pdl e liste minori, Lega, Montezemolini e/o Gianniniani, M5s, Dipietristi ... più magari ancora qualche lista civica di disturbo.

"In teoria le forze non-ostili al governo prevalgono ancora su quelle ostili, però il problema è che il loro giudizio sul governo Monti è estremamente articolato, per usare un eufemismo. E anche ove allargassimo il quadro, immaginando che scendano in campo nuovi soggetti e nuove liste (Montezemolo, Marcegaglia, Giannino…), lo spettro dei giudizi sul governo resterebbe molto ampio, probabilmente ancora più ampio di come si presenta attualmente. Insomma, il fronte dei non-ostili può anche arrivare al 55% dei consensi, ma è profondamente diviso al suo interno."
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Dentro il fronte dei non-ostili ci sono il principale partito di destra (Pdl), il principale partito di sinistra (Pd), il principale partito di centro (Udc). E’ come dire che la spettacolare crescita del fronte anti-Monti (e segnatamente del movimento di Beppe Grillo) ha compresso e confinato la naturale dialettica destra-sinistra entro una piccola porzione dello spazio politico: il 55% dei voti validi, corrispondenti al 40% del corpo elettorale, tenuto conto di astensioni, schede bianche e schede nulle. Ciascuno di questi partiti, in campagna elettorale, non potrà che presentarsi secondo la formula «montiano sì, ma a modo mio»,
...
le forze che sostengono, o comunque apprezzano almeno in parte, l’azione del governo Monti non condividono la medesima diagnosi sui mali dell’Italia e – non condividendo la diagnosi – tendono a divergere anche nella terapia. Ne è una testimonianza l’aspra battaglia che, giusto in questi giorni, infuria fra economisti sul modo migliore di ridurre il debito pubblico."

(www.lastampa.it)

Ricolfi non lo dice, ma è evidente che il prossimo Parlamento sarà un bel casino. I partiti pro Monti continueranno ad essere divisi e ostili fra loro, ma è probabile che contro voglia saranno costretti a sostenere un esecutivo montiano tutti assieme, se nessuna delle coalizioni suddette riuscisse a prevalere. E visto l'andazzo delle proposte sulla legge elettorale e sulle difficoltà a formare coalizioni vincenti almeno numericamente, credo che sarà così.

Pertanto gli attuali partiti che sostengono Monti, continueranno a sostenere un governo simile dopo le elezioni, e vedranno i consensi evaporare sempre più. Faranno la fine dei vecchi partiti della prima repubblica che non seppero rinnovarsi e ripulirsi. In questo caso invece scompariranno per pavidità: quello che avrà più da recriminare sarà il Pd, poichè avrebbe potuto vincere le elezioni e guidare il paese. Ma si è fatto spaventare dalla caciara mediatica creata ad arte per cacciare Berlusconi. Credo che fra qualche anno qualcuno andrà a verificare i conti, e vedrà che il pericolo di fallimento a fine 2011 era del tutto inventato.

E per la nuova opposizione che dire?
"Chi detesta Monti e non teme il salto nel buio di una politica anti-europea, dovrà solo scegliere se dare il suo voto a un partito-zattera, pieno di vecchie glorie, come presumibilmente saranno Lega, Italia dei valori, e forse anche il partito di Vendola, oppure a un partito-novità, necessariamente pieno di outsider, come non potrà non essere la lista di Grillo."
(www.lastampa.it

Si può buttare il voto nell'urna come un urlo di insoddisfazione, ma tutto li. Anche se molti italiani credessero a queste forze anti sistema, anti euro ecc. non potrebbero sperare di vederle all'opera. Si presentano divise. In particolare il M5s si presenta in solitaria, non vuole mischiarsi e sporcarsi con la politica dei vecchi partiti.
Anche se i sondaggi verificassero che queste forze rasentano il 51% dei consensi, difficilmente riuscirebbero a coalizzarsi per governare. Perchè sono partiti altrettanto divisi delle forze pro Monti, che però un vantaggio lo hanno: c'è una colla che le unisce ed è quelle del mantenimento del potere politico e lobbistico che rispettivamente rappresentano, che fa si che siano disposte anche a coalizioni contro natura.

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