sabato 4 agosto 2012

Non ci basta un governo



Probabilmente si dovrà fare una riforma costituzionale per poter dare spazio a tutti questi nuovi premier e coalizioni in arrivo. La linea di partenza è affollata come quella di una stracittadina.

La prima mossa l'hanno fatta Bersani e Vendola, ponendo le basi per la nuova coalizione di sinistra-centro, a cui si dovrebbe aggregare l'Udc. Coalizione che parte già claudicante, in quanto parte dell'elettorato di Vendola (Sel) non accetta facilmente l'alleanza con il democristianone Casini. Per il Pd non c'è problema, accetta di tutto: Vendola ha sostenuto, con Bersani a fianco, che è ora di creare una coalizione anti-liberale che rinneghi le decisioni del governo Monti. Bersani annuiva e intanto sostiene il governo Monti. Quando c'è la coerenza c'è tutto. Spero per Vendola che la base Pd sia dalla parte di Fassina (Il Pd non taglierà ancora la spesa pubblica), e non da quella di Bersani e Casini, altrimenti la coalizione sarà molto instabile.

La seconda (ma forse in contemporanea) è la coalizione di centro destra che per ora è Pdl più qualche formazione minore. La Lega non si sa se sarà ancora alleata al Pdl. Candidato premier Berlusconi (ma può darsi di no).
Comunque il centrodestra ha presentato il suo programma: Il piano del Pdl: privatizzazioni e meno tasse
Un programma che ormai è vecchio di 20 anni, ma è sempre buono perchè non è mai stato messo in pratica.

Poi ci sono le variabili impazzite, che però hanno il loro peso nell'algebra della politica italiana:

La lista/ movimento di Oscar Giannino "Fermiamo il declino" che si prefigge di intercettare i voti liberisti, e diventa quindi una lista di disturbo per il Pdl. Difficile dire quale sia il peso di Giannino, anche perchè non si capisce ancora se sarà da solo, se avrà l'appoggio della ex presidente confindustriale Marcegaglia, o sarà l'ala ideologica del "Partito dei Carini" di Montezemolo.
Che prima o poi comunque una decisione la dovrà pendere:
«Se il sistema di voto ci obbligherà ad accordarci con altri partiti, vedremo con chi e come. Comunque il lavoro preparatorio di questi mesi non andrà perduto. Dobbiamo stabilire in quale forma ma il partito si farà. Italia Futura diventerà un partito»
(www.ilgiornale.it)

Poi c'è da sempre il Movimento 5 stelle di B. Grillo, che nell'ultimo post sembra abbia avuto un improvviso scartamento a destra verso l'austerità tedesca e montiana (MOVIMENTO 5 STELLE: CON LO "STATO CATTIVO" GRILLO VARCA IL RUBICONE). Ma alcune tendenze populiste l'M5s le ha sempre mostrate, come pure una carente democrazia interna. Ma credo che anche con questi dubbi, rimarrà un movimento politico molto competitivo nella situazione critica italiana. Che arrivi al 15 o al 20% sarà comunque un successo incredibile, che partiti vecchi come la Lega non hanno mai raggiunto. Ultimamente ha confermato la rinuncia ad alleanze, anche con l'Idv, che rimane l'unico partito con cui ha tentato un dialogo a distanza.

Ed ora, pare si formerà una nuova coalizione di centro-sinistra attorno all'Idv di Di Pietro, con il medesimo leader candidato premier. Una significativa spina nel fianco al Pd, e forse anche al M5s, vista la contiguità di temi politici comuni.
"«Io mi candido a governare il Paese alla guida di una coalizione di centrosinistra e riformista. Chi ci sta venga con noi»: lo afferma il leader dell'Idv Antonio Di Pietro rispondendo a chi gli chieda se intenda candidarsi alle primarie del centrosinistra.

«Io - spiega - sono il candidato premier di una coalizione di riformisti di centrosinistra che proponga un programma fatto si legalità, solidarietà e sviluppo per costruire un'alternativa alle destre riformiste e al governo Monti. Se ci vogliono stare Bersani, Vendola e compagnia bella bene, ma Idv va avanti puntando non sulle parole ma sui fatti. La differenza tra noi e quella finta coalizione di centrosinistra è che noi facciamo mentre loro alle parole non fanno seguire i fatti». «Oggi il centrosinistra - conclude - porta avanti politiche del tutto illiberali, che non difendono la gente e la legalità: il voto di fiducia che daranno sulla spending review ne è la conferma»."


Le frattaglie politiche italiane sono servite. Ci sono ben cinque coalizioni importanti (sei con la Lega) che si giocano la possibilità di agguantare il governo.
Alcuni mesi fa era solo il Pdl a lamentarsi della fuoriuscita di voti a causa dell'appoggio al governo Monti. Ora i lamenti potrebbero arrivare da tutto l'arco parlamentare. Mago Monti con la complicità di Re Giorgio ha combinato un disastro ad ogni livello: dall'economia alla politica. E non è nemmeno detto che tutto ciò torni a suo vantaggio, cioè alla necessità di formare di nuovo una grande coalizione. Perchè c'è anche il rischio che Pdl, Pd e Udc messi assieme non raggiungano il 50%.

Anzi, potrebbe anche accadere che grillini e dipietristi, sull'onda della crisi, riescano ad arrivare al 51% dei consensi, anche usufruendo della più abominevole delle leggi elettorali.

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