lunedì 6 agosto 2012

Linguaggio politico



Sarà che vent'anni di berlusconismo hanno prodotto una notevole semplificazione del linguaggio politico italiano che ha archiviato le "convergenze parallele" ed altre amenità. O sarà che la lingua tedesca è piuttosto ostica e forse non ben traducibile nelle sue sfumature. Sarà la parzialità delle nostre fonti. Premesso tutto ciò non ho capito minimamente i ragionamenti critici dei politici tedeschi all'intervista di Monti:

"Alexander Dobrindt, parla di «attentato alla democrazia», aggiungendo che «la brama di soldi dei contribuenti tedeschi spinge il signor Monti a un florilegio anti-democratico». E anche i deputati liberali e della Spd chiedono a gran voce che l'Europa «rimanga democraticamente legittimata».
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Dura la replica del ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle: «Il controllo parlamentare della politica europea è fuori da ogni discussione», perchè c'è «bisogno di un rafforzamento, non di un indebolimento della legittimazione democratica in Europa». 
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«NON ABBIAMO TIMORI» -Anche il Cancelliere Angela Merkel, per mezzo del suo portavoce Georg Streiter, ha ribadito di non condividere i timori per «i rischi di disgregazione dell'euro a causa della crisi sui debiti pubblici». Riguardo alla politica degli aiuti ai Paesi che ne facciano richiesta, ha aggiunto che «sull'eventuale via libera» alla richiesta della Spagna, «per parte tedesca sarà chiamato a decidere il Parlamento della Germania».
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Anche Dobrindt ha rimarcato: «Il signor Monti ha bisogno evidentemente di una chiara risposta che noi tedeschi non saremo disposti ad abrogare la nostra democrazia per finanziare i debiti italiani».
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Frank Scheffler sostiene: «Monti vuole risolvere i suoi problemi a spese dei contribuenti tedeschi, e li impacchetta in una lirica europea». Il suo presidente al Bundestag, Rainer Bruederle, tuona: «bisogna fare attenzione a che l'Europa rimanga democraticamente legittimata». Negativa anche la reazione del vice capogruppo socialdemocratico, Joachim Poss, per il quale «l'accettazione dell'euro ed il suo salvataggio sono rafforzati dai parlamenti nazionali e non indeboliti». Il deputato della Spd aggiunge che in Italia «gli inenarrabili anni del berlusconismo hanno fatto soffrire il senso del parlamentarismo».
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Anche l'Unione europea ha preso parola nel dibattito attraverso il suo portavoce Olivier Bailly: «Ci sono regole chiare» ... «rispettiamo pienamente le competenze dei parlamenti nazionali. Solo così si avanza». "

Monti aveva detto:
"Il premier ha spiegato che «ogni governo ha il dovere di guidare il proprio parlamento», anche perché se i governi seguissero «esclusivamente le decisioni dei parlamenti la rottura dell'Europa sarebbe più probabile della sua integrazione»."

Rimango stordito da questa reazione germanico-europea a difesa della democrazia. Che sicuramente è una cosa buona, ma in bocca tedesca non ha molto senso. Dopo aver fatto di tutto per vietare un referendum sull'euro in Grecia, dopo aver imposto un pò ovunque in Europa governi che piacessero alla Merkel, ora se ne vengono fuori con queste affermazioni. Evidentemente la democrazia è applicabile solo in terre ariane.

Probabilmente la questione è questa: Monti deve fare i compiti a casa, ma non può dire la verità, cioè che in Italia la democrazia è stata sospesa per far piacere ai tedeschi. Era implicito negli accordi che faccende così meschine non dovevano essere rese pubbliche. L'importante è che la facciata d'ipocrisia europea non venga compromessa.

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