venerdì 24 agosto 2012

La crescita di carta e chiacchiere



Viene l'ennesimo giorno della "fase 2" del governo Monti, quello della famigerata crescita.

"Più che un Consiglio dei ministri, quella che inizia stamattina a Palazzo Chigi, sarà una sorta di seminario. Un confronto (si prevede dai tempi lunghi), in cui ogni ministro presenterà le sue personali proposte per lo spezzone di legislatura che resta, le priorità politiche, ma soprattutto le idee finalizzate alla ripresa dell’economia e dell’occupazione."
(www.lastampa.it)

Ma non ci sono soldi in cassa e allora i provvedimenti dovranno essere a costo zero, insomma le solite chiacchiere, quelle che avrebbero dovuto secondo Passera incrementare il Pil dell'11%!
Si profila una specie di polpettone legislativo indigeribile, dove poi in Parlamento ogni partito e corrente ci aggiungerà del suo per renderlo velenoso.

E già vedo cose che si intendono fare (secondo La Stampa), che mi fanno cadere le braccia; per esempio fra l'elenco ho trovato questa:

"FUNZIONE PUBBLICA. Meno oneri burocratici e uno sportello unico per le pratiche edilizie ... Nel menù del ministro c’è ad esempio l’autorizzazione unica ambientale e l’attuazione dello sportello unico per l’edilizia: oggi chi vuole attivare una attività nel campo deve fare i conti con ben 27 diverse autorizzazioni."
(www.lastampa.it)


Non ho voglia di fare ricerche approfondite, ma credo che lo sportello unico dell'edilizia (e per le imprese) esista già dal 2003 (anno del Testo Unico dell'Edilizia). O il provvedimento è qualcos'altro o il ministro è male informato.
Non sono gli uffici da istituire, ma sono gli oneri burocratici da ridurre drasticamente. E questo non lo vuole fare nessuno, finora i vari decreti e leggi di "semplificazione" non hanno fatto altro che aggiungere nuove autorizzazioni, pareri, burocrazia ecc.

Sul lavoro pare che la Fornero voglia ridurre il peso degli oneri contributivi. Ma la sua proposta è molto fumosa e come fa notare Phastidio (Fornero e la produttività che fa rima con povertà), ci sono all'interno diversi rischi per il lavoratore:
non è detto che la riduzione degli oneri vada a vantaggio del lavoratore, potrebbe essere a vantaggio dell'azienda; non è detto che sia a costo zero (è impossibile), il costo potrebbe essere riversato sulla pensione del lavoratore stesso.
La Fornero ha già fatto innumerevoli danni sulle pensioni, speriamo che le sue proposte vengano cassate, per non ritrovarci un ennesimo caso esodati.

Sarà il solito testo legislativo "mostro" all'italiana, dove dentro ci trovi di tutto, meno la coerenza normativa:
si va dalle Startup all'Ilva, dai medici di base ai mutui ecc. Senza contare tutto quello che ci butterà dentro il Parlamento.
Si continua a sperare in una crescita agevolata dal volume di carta prodotto dalla Gazzetta Ufficiale e non dal volume degli incentivi ed investimenti statali. Speranza vana. I volumi di norme, non generano altro che sempre maggiore confusione.

Dai tecnici su questi mi sarei aspettato un maggior pragmatismo. Se almeno avessero voluto fare norme a costo zero, avrebbero potuto veramente impegnarsi per ridurre i pesi burocratici a cui sono sottoposti cittadini e imprese.
Invece non mi pare che fino ad oggi i ministri-tecnici si siano distinti in chiarezza. Stanno anche loro contribuendo a produrre norme sballate e inutili, che il Parlamento del 2013 dovrà poi correggere: si dovrà intervenire sulla "riforma" del lavoro quasi di sicuro, e forse su quella delle pensioni.

Ma alla fine i nuovi provvedimenti sulla crescita, potrebbero essere il paravento per nascondere altro:
"... ogni giocatore della squadra dovrà ulteriormen­te tirare la cinghia, visto che uno dei punti cardine delle prossime mosse dell’esecutivo sarà quello di ri­durre ulteriormente la spesa. Da questo grande capi­tolo si pensa di risparmiare altri 3,5 miliardi che do­vrebbero salire a 6,5. Un intervento strutturale che ha come scopo quello di impedire l’aumento del­l’Iva anche nel secondo semestre del 2013. Sferzato dalle critiche sul fronte fiscale e consapevole che nuove imposte sono controproducenti in tempi di re­cessione, il premier considera un must non toccare all’insù le aliquote del 10 e del 21 per cento."
(www.ilgiornale.it)

E così il governo proseguirà, perchè costretto, a vivacchiare fino al 2013, o fino a novembre come vorrebbe il Pd. Intanto l'Italia affonda, malgrado le lisciatine delle agenzie di rating al governo tecnico. Nessuno ha più parlato di richieste d'aiuti al Mes/ Efsf. Gli spread sono stati messi sotto controllo, per consentire le vacanze ai leader europei. A settembre il risveglio potrebbe essere brusco e quest'ennesi "fase 2" già dimenticata e superata da nuove emergenze, come già è stato dimenticato il precedente intervento per la crescita di Passera.

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