sabato 18 agosto 2012

Bolla turistica italiana



Il turismo italiano è in "bolla" un po' come lo sono gli immobili: i prezzi rimangono alti e si trovano sempre meno clienti. Fino a quando proprietari di immobili e di alberghi potranno reggere? quelli di immobili per un po' di tempo in più, quelli di alberghi dovranno decidere se chiudere o rivedere i prezzi.
Perchè se il settore turistico è in "bolla", gli italiani sono in bolletta e piuttosto che andare in hotel si fanno 500 chilometri andata e ritorno in un week end. Malgrado il prezzo della benzina non inviti a viaggiare.

"Nel 1995 l’Italia era il paese europeo che attraeva più turisti dall’estero, oggi è scivolata al terzo posto, alle spalle della Spagna. La quota di mercato si è assottigliata: dal 6 al 4 per cento. Quando si faranno i conti della stagione estiva, le cose potrebbero essere peggiorate. Da diversi mesi sulla stampa nazionale e locale, cartacea e web, si susseguono allarmi e lamentele sul calo delle presenze estere.

Le prenotazioni a livello nazionale, secondo Federalberghi, sono calate complessivamente questa estate del 30 per cento. Si va dal meno 15 della Valle d’Aosta al meno 30% delle Eolie. Di regione in regione, cresce timore che le prossime stagioni possano andare anche peggio fra alberghi semivuoti, ristoranti che chiudono, giri d’affari in calo e utili contrazione.

Nel frattempo, l’immagine e il concreto funzionamento dell’industria turistica nazionale franano sotto il peso delle emergenze che puntualmente affliggono il turismo italiano. Caos bagagli negli aeroporti, a cui quest’anno si è aggiunto il crac di Wind Jet, con disagi per migliaia di passeggeri, accoglienza spesso scortese negli alberghi, musei chiusi o aperti per mezza giornata, strade piene di immondizia in molte località del Sud e delle Isole, prezzi elevati e non giustificati dalla qualità e funzionalità dell’offerta che spingono i flussi internazionali verso altri paesi. Secondo un calcolo della Confartigianato, quest’anno i prezzi degli alberghi italiani sono aumentati mediamente del 12% su base annua.

Si cominciano a vedere i contraccolpi sull’occupazione. NH Italia, controllata del gruppo alberghiero spagnolo NH Hoteles, ha appena avviato la procedura di licenziamento collettivo ... Gli scioperi in corso proprio in questi giorni nelle diverse strutture italiane del gruppo, e i numerosi disservizi riscontrati sulla clientela, non aiutano la reputazione del settore.
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Ma pensare di rilanciare il turismo italiano con una politica di promozione meglio coordinata è illusorio. Come se il problema del turismo italiano fosse solo un problema di marketing. E non, principalmente, una questione di infrastrutture e di qualità, competitività dell’offerta, che la crisi economica impone di diversificare per non perdere le fette low cost della domanda alberghiera.

L’iniziativa annunciata dal gruppo Ikea dovrebbe far riflettere. Il colosso dell’arredamento svedese creerà almeno 100 hotel a basso costo in giro per l’Europa, da affidare in gestione a gruppi alberghieri da individuare. Alberghi in zone centrali, di design, ridotti all’essenziale per tenere le tariffe basse, dotati di internet veloci. Tutto quanto chiede un’utenza giovane e non solo, abituata a spostarsi, in cerca di strutture ricettive gradevoli, funzionali e low cost. Continuare a ripetere dogmaticamnete che «la nostra offerta turistica è migliore di quella degli altri Paesi», come ha detto il direttore del centro studi di Federalberghi Alessandro Cianella, è il modo migliore per affondare."

( www.linkiesta.it)

Ed in effetti è questo ciò che pensa il presidente Palmucci di Aica (Associazione Italiana Confindustria Alberghi). Non diminuire i prezzi, ma organizzare meglio l'offerta.

"gli hotel a 4-5 stelle hanno sofferto meno rispetto a quelli di categoria inferiore. Si è vista in particolare una diminuzione della presenza di clientela italiana, mentre quella straniera continua a rimanere stabile."
(www.ilsussidiario.net)

I ricchi italiani e stranieri continuano a fare vacanze, il volgo rimane a casa. Infatti:

" Gli stranieri sono venuti come sempre nei mesi di giugno e luglio. In agosto, invece, erano gli italiani a farla da padrone. Si tratta del mese che tradizionalmente nel nostro Paese è dedicato alla vacanza ed è quindi quello in cui il calo di presenze si è fatto più sentire.

Non è che gli italiani non si sono mossi ad agosto perché hanno scelto di frammentare le vacanze in più periodi dell’anno ... Questa “scelta” è stata dettata dalla minor disponibilità economica. Basti pensare che praticamente fino a giugno c’è stata grande incertezza sull’entità dell’Imu. E per pagarla in molti hanno utilizzato quella quota della quattordicesima che magari veniva destinata tradizionalmente alle vacanze.

Gli stranieri hanno continuato a prenotare come sempre con un certo anticipo rispetto alla data di partenza. Gli italiani, più che al last minute, si sono dati al “last second”. "

(www.ilsussidiario.net)

Appena si hanno due spiccioli si parte di corsa. Che fare dunque?

" Ritengo che l’Italia sia uno dei paesi che potrebbe vivere solo di turismo. Nel nostro Paese ci sono mare, montagna, laghi, città d’arte, patrimonio culturale, eno-gastronomia: abbiamo praticamente tutto. Credo che sia prioritario continuare a conquistare turisti stranieri, altrimenti rischiamo di perdere altre posizioni nel ranking mondiale dei paesi di destinazione. Fino a dieci anni fa eravamo infatti al terzo-quarto posto, ora siamo scesi al settimo-ottavo. Dobbiamo riuscire quindi ad attirare gli stranieri meno colpiti dalla crisi, quelli dei paesi del nord Europa e dei Brics. Per questo serve una promozione all’estero per quanto più possibile unitaria e non frammentata, come avviene molto spesso. "

(www.ilsussidiario.net)

Ecco qual'è la strategia, piuttosto che abbassare i prezzi, continuare a spennare gli stranieri più ricchi. Come se questi non fossero in grado di valutare che una vacanza in Spagna, Grecia o Croazia gli costa la metà!

" Il ministro Gnudi ha annunciato per settembre-ottobre la presentazione di un Piano nazionale per il turismo. In questo periodo lo abbiamo sentito diverse, speriamo che questo dialogo dia buoni frutti. Credo che l’Italia abbia tutte le carte in regola per attirare la clientela da ogni parte del mondo. Ma bisognerà risolvere anche problemi di infrastruttura, di conoscenza linguistica. Basti pensare che i cinesi sono oltre un miliardo. Un bacino potenziale enorme, ma occorre che almeno il personale delle strutture ricettive conosca la loro lingua. "

Ecco la strategia più sottile, con l'aiuto del governo degli affossatori dell'Italia: 
visto che i tedeschi e gli scandinavi purtroppo conoscono i prezzi in Europa, i cinesi li possiamo ancora fregare come allocchi. Ma gli italiani potranno continuare ad andare in ferie in Italia?

"Fin qui abbiamo della clientela straniera. Si può fare qualcosa per riportare in vacanza quella italiana?

Credo che gli italiani amino molto andare in vacanza nel proprio Paese, ma se, come detto, il problema riguarda le risorse economiche, noi possiamo solo cercare di mettere in campo delle azioni promozionali. Ma sia chiaro: senza che questo significhi andare poi a inficiare la qualità del prodotto offerto."

(www.ilsussidiario.net)

Ovvio. Ormai gli italiani sono stati spennati da tutti, non solo in vacanza, pazienza per loro. Meglio concentrarsi sui cinesi, che sono ancora ignari dei metodi utilizzati dagli operatori turistici italiani per fidelizzare il turista: cattivi servizi a prezzi più alti, mancanza di informazioni e coordinamento, commercianti disonesti, amministrazioni che non curano il territorio ecc.

Ma prima o poi scoppierà anche la bolla del turismo italiano, come quella degli immobili. Se Cobraf e Beato Trader hanno fatto facilmente un calcolo di quanto dovrebbe costare un immobile per una famiglia media (vedi qui), lo stesso lo si può fare con il costo di una vacanza.

Una famiglia italiana è disposta a investire uno stipendio per le proprie vacanze, che in Italia non supera spesso 1000-1500 euro. La famiglia media è composta da quattro persone: due adulti e due bambini, che in albergo godono di qualche agevolazione. Quindi consideriamo tre persone, per 15 giorni con 1000-1500 euro. E' presto fatto: la pensione completa per famiglie non dovrebbe costare più di 25-30 euro (spiaggia compresa) al giorno a persona. Si tratta pur sempre delle vecchie 50-60 mila lire...

E torniamo sempre al punto di partenza: l'euro non è la moneta adatta all'Italia. Ha provocato un aumento dei prezzi a volte anche del 100%. E sta distruggendo l'economia. Malgrado sia stato una manna per i commercianti all'inizio, ora anche questa categoria ne risentirà pesantemente.

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