domenica 17 giugno 2012

MMT fai da te e Bitcoin



“La vera essenza dell’industria bancaria è fare di noi, delle nazioni… degli schiavi del debito”
(Un politico interpretato da L. Barbareschi nel film: “The International”)


Questo è un post un po’ folle, metto subito le mani avanti.
Lancio questa idea come un sasso nello stagno della rete, pur non essendo pienamente sviluppata, ma solo una suggestione. Un’idea ancora da forgiare e definire, ma soprattutto da verificare nella sua fattibilità.

E’ un’idea che nasce dalla constatazione che nessuno Stato adotterà mai le idee di gestione della sovranità monetaria della Modern Money Theory (MMT): non lo farà mai l’Italia ormai colonia periferica di Bruxelles, meno che mai l’Europa condizionata da Berlino, e probabilmente nemmeno gli Usa. L’emissione di moneta a deficit, senza produrre debito per promuovere lo sviluppo economico e la piena occupazione, è osteggiata dagli istituti finanziari internazionali che su questi debiti pubblici e privati ci campano (e bene). Una moneta diversa il cui sottostante non è l’oro o il Pil nazionale, ma il lavoro e i beni prodotti con il lavoro delle persone che ne beneficiano. Una moneta utilizzata anche con funzioni sociali oltre che come unità di scambio.

Ma quindi, una moneta può essere emessa da un ente diverso da uno Stato o una banca centrale? Probabilmente si. Una moneta del genere esiste già:

“Bitcoin è una moneta elettronica creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto. È anche il nome del progetto software open source sviluppato per l'uso di questa moneta.
Bitcoin è una delle prime implementazioni del concetto chiamato cryptomoneta, che fu per la prima volta descritto nel 1998 da Wei Dai nella mailing list cypherpunks. Costruito sulla nozione la moneta è ogni oggetto, o ogni sorta di dato, che sia accettato come pagamento per beni e servizi e pagamenti per i debiti in un dato paese o contesto socio-economico. Bitcoin è sviluppato attorno all'idea dell'uso della crittografia per controllare la creazione e il trasferimento di moneta, invece di appoggiarsi ad autorità centrali.”

L’ideatore e detentore delle regole del gioco è ignoto:
“Satoshi Nakamoto è il creatore del progetto Open Source Bitcoin. Attualmente la sua vera identità rimane ignota, così come vuole la filosofia del progetto stesso. Il nome usato è uno pseudonimo, ma lascia intendere che la sua nazionalità sia Giapponese; sul sito p2pfoundation è presente un profilo corrispondente a Satoshi Nakamoto nel quale lui stesso dichiara di vivere in Giappone.”

Si tratta di una moneta scambiabile con un apposito programma crittografico, che esegue un controllo dello scambio avvalendosi del coordinato di una chiave pubblica ed una privata elettroniche:

“La crittografia asimmetrica, conosciuta anche come crittografia a coppia di chiavi, crittografia a chiave pubblica/privata o anche solo crittografia a chiave pubblica è un tipo di crittografia dove, come si evince dal nome, ad ogni attore coinvolto nella comunicazione è associata una coppia di chiavi:
la chiave pubblica, che deve essere distribuita, serve a cifrare un documento destinato alla persona che possiede la relativa chiave privata.
La chiave privata, personale e segreta, utilizzata per decodificare un documento cifrato con la chiave pubblica;
evitando così qualunque problema connesso alla necessità di scambio in maniera sicura dell'unica chiave utile alla cifratura/decifratura presente invece nella crittografia simmetrica.”
(leggi il resto qui: it.wikipedia.org)


Si tratta dello stesso sistema di cifratura utilizzato normalmente per la firma digitale di documenti ufficiali. La firma digitale è già normalmente utilizzata in Italia per la trasmissione di documentazione digitale verso alcune amministrazioni pubbliche. La tecnica utilizzata per i Bitcoin è quindi funzionante, sicura e ben collaudata.

Tecnicamente, il sistema di pagamento Bitcoin, ha alcuni difetti. Il maggiore è che il “portamonete” è residente sulla memoria fisica del nostro hardware. Se l’hardware ha qualche problema si rischia di perdere la propria ricchezza (Proteggere il portamonete).

Ma comunque, l’idea del Bitcoin si fa strada, e l’uso di questa moneta è già una realtà, anche se ancora poco diffusa:

“Attualmente ve ne sono più di otto milioni in circolazione e, dopo notevoli fluttuazioni di prezzo dal loro lancio, da sei mesi a questa parte vengono scambiati piuttosto stabilmente a cinque dollari l’uno.

Il Bitcoin è sostanzialmente un’unità di debito gratuita che entra in circolazione tramite il cosiddetto “mining”: i client, una volta trovata la soluzione di complessi algoritmi, generano nuovi Bitcoin che in ogni caso non potranno mai essere più di 21 milioni.”

Questa è una limitazione voluta, una scelta di Nakamoto, poiché si vuole simulare un legame virtuale della moneta all'andamento del valore dell’oro fisico, pur non essendoci nessun vero legame con il prezioso.

“La struttura peer-to-peer è il suo maggior punto di forza. La società che si occupa del servizio ha il compito esclusivo di fornire ai client il software e una piattaforma online per lo scambio tra Bitcoin e valute. Non ha alcun ruolo sulla quantità di moneta in circolazione.
Il Bitcoin è per di più la prima unità monetaria libera nel mondo soggetta a convertibilità con altre unità attraverso il cambio di valuta
I legislatori corrotti dalle banche hanno espresso “preoccupazione” per l'indipendenza del Bitcoin, e non c’è poi da meravigliarsene tanto. A quanto pare i traffici illeciti si servono dei vantaggi della struttura peer-to-peer per questo tipo di transazioni,
Malgrado questa svolta che sa tanto di rivoluzionario, il Bitcoin ha un difetto strutturale: è stato progettato sulla falsa riga dell’oro. Nakamoto sposa in pieno le idee della Scuola Austriaca compresa quella che vede l’iperinflazione come prima minaccia al sistema.
stessi problemi dell’oro: è deflazionistico, costoso e in quantità mai sufficienti.
La Scuola Austriaca crede che una valuta debba innanzitutto immagazzinare valore, ma l’errore sta proprio nel fatto che la moneta è un mezzo di scambio e solo gli accordi che ne definiscono l’utilizzo le danno valore.
Questa falla sistemica sta portando gli utenti a fare incetta di Bitcoin. Preferiscono depositarli sul loro account anziché spenderli, con la speranza che aumenteranno di valore. Di conseguenza, Il numero di transazioni è più basso di quanto possa essere. L’unità stessa è oggetto della speculazione che ne intralcia il ruolo principale: finanziare il normale commercio.”

Quindi, anche questa moneta digitale, pur essendo libera da governi e banche, nasce con un difetto che la renderà sempre più rara come l’oro. La sua quantità massima è già stata prefissata (21 milioni, circa 85 milioni di euro ad oggi).
Ma questa è solo una regola scelta dal suo ideatore, un’altra nuova moneta digitale potrebbe sottostare ad altre regole. Per esempio il volume massimo di moneta circolante potrebbe essere commisurato al numero di persone che interagiscono o al volume degli scambi, invece che simulare l’estrazione mineraria dell’oro. Sarebbe un sistema più democratico, ma probabilmente non si avrebbe l’effetto di continuo aumento di valore nel tempo.

Quindi l’idea folle che propongo a chi ha le capacità per svilupparla, è quella di creare una moneta come il Bitcoin, svincolata dal potere Statale e bancario, ma che possa essere emesse nelle quantità, modalità e secondo le regole previste dalla MMT.

Sicuramente, la moneta che qui chiamerò “MMTcoin” per semplificazione, dovrebbe essere emessa da un “ente morale”, trasparente e non segreto come quello creato da Nakamoto. Un ente il più possibile democratico, magari con quote di proprietà diffuse fra gli utenti. Propongo Barnard per la presidenza... ;-)

Inoltre questo ente, una volta stabilite le regole del gioco, non dovrebbe più poter intervenire sulla moneta elettronica come avviene per il sistema di scambio di Bitcoin. Un intervento in corsa dovrebbe essere attuato solo in casi di estrema emergenza. La nuova moneta non circolerebbe sotto forma cartacea o metallica, ma solo in versione elettronica (computer, carte, telefonia mobile ecc.)

Nella MMT, si prevede che sia lo Stato ad emettere moneta in caso di necessità, per realizzare beni e servizi collettivi a vantaggio della società. Senza preoccupazioni per l’eventuale deficit.
Con gli MMTcoin questo non sarebbe possibile, lo Stato non ne avrebbe il controllo, ma nulla vieterebbe ad associazioni organizzate di utenti di attrezzarsi per svolgere funzioni simili collettivamente.

Per esempio una associazione di genitori, potrebbe richiedere un finanziamento in MMTcoin attraverso uno specifico progetto, per realizzare asili e scuole per i figli. Creando anche posti di lavoro per gli insegnanti e gli altri operatori scolastici.

Oppure un consorzio o una cooperativa edile potrebbero richiedere un mutuo a tasso zero o quasi zero, o addirittura con restituzione solo parziale del capitale (gli MMTcoin non devono essere restituiti con interessi) per realizzare o ristrutturare immobili. Oppure gli immobili potrebbero rimanere di proprietà dell'ente morale erogatore degli MMTcoin e potrebbe essere venduto solo l'uso o l'usufrutto del bene a prezzi molto più bassi. Un qualche ritorno del debito dovrebbe essere comunque sempre garantito per evitare di inflazionare eccessivamente la nuova moneta.

Ma anche un ente territoriale, per esempio un comune, potrebbe richiedere un mutuo a tasso zero per realizzare tutte quelle opere e quei servizi che non riuscisse più a sostenere attraverso i trasferimenti statali.

Anche i privati che volessero sviluppare un loro progetto imprenditoriale, potrebbero trovare un meccanismo di finanziamento per realizzarli, attraverso idonei progetti economici. Con l’implicito risultato che una nuova attività economica genererebbe nuovi posti di lavoro, nuovi scambi commerciali e quindi nuova ricchezza e un nuovo bacino d'utenza per gli MMTcoin.

In ogni caso di emissione di MMTcoin, ci dovrebbe essere un sistema di controllo che certifichi l’uso della moneta per scopi produttivi e non un mero accumulo speculativo. L’esecuzioni dei progetti, dei servizi, delle opere dovrebbe essere verificato e certificato in qualche modo, il più democratico possibile, per esempio attraverso feedback rilasciati direttamente dagli utenti, pena la revoca del finanziamento.
Come avviene per i Bitcoin, anche gli MMTcoin potrebbero essere emessi in una misura minima automaticamente nei portafogli degli utenti. Una specie di stipendio di cittadinanza, senza città/nazione. Per i Bitcoin l'operazione è svolta da un software e prende il nome di "mining" (l'accostamento all'oro minerario è evidente).

Come realizzare un progetto del genere? Come convincere le persone, i commercianti, le società commerciali e altri enti ad utilizzare per i propri scambi gli MMTcoin? Come rapportare l'uso degli MMTcoin con le esigenze dello Stato, per esempio per il pagamento delle tasse?
Non ne ho la minima idea, ma credo che un meccanismo si possa inventare, se Nakamoto è riuscito già a convincere migliaia di persone ad utilizzare il suo Bitcoin.

(Nakamoto cerca di rispondere a queste e altre domande cruciali qui)

5 commenti:

  1. Basta trovare qualche buon programmatore.
    Il progetto Bitcoin è completamente open source e volontario.
    Quindi basterebbe riprogrammarlo secondo le regole scelte e semplicemente distribuirlo.

    Se prenderà piede o meno saranno le popolazioni a sceglierlo, o meglio i singoli, in completa libertà.

    Se non prenderà piede, allora non è quello che la comunità vuole, forse ci sarà qualcos'altro da sistemare.

    Con questo però non voglio dire che la teoria MMT sia valida o meno, mi limito solo alla tua idea di creare un altra moneta partendo dalle basi del Bitcoin ;)


    Oltre a questo ti dico però anche che i Bitcoin saranno si limitati a 21 milioni, ma sono divisibili ( ogni singolo bitcoin ) per 8 decimali.
    Oltre a questo, per rispettare le regole della teoria austriaca della moneta, in futuro si potrebbero anche aumentare questi decimali, sempre però senza aumentare i Bitcoin in circolazione.

    A proposito di questo ti link un messaggio che ho scritto altrove ( e il messaggio immediatamente sotto ):
    http://www.finanzaonline.com/forum/arena-club/1424086-la-nuova-valuta-si-gestisce-privatamente-3.html#post33328366

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  2. In effetti questa divisione dei Bitcoin non l'ho capita molto. Nel senso che non ne vedo molto l'utilità. Se ho un euro o 10 monete da 10 cc ho sempre un euro. Quello che compro con un bitcoin lo compro con 10 sotto-bitcoin da 0,1. Quello di cui ho bisogno invece è che aumentando il numero di utenti, aumenti anche il circolante, in modo che più persone possano fare acquisti. Ci deve essere un punto d'equilibrio tra l'aumento di valore simil oro, e l'inflazione della rep. di Weimar...

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  3. Il fatto che se non fosse divibile, con inevitabile aumento del suo valore non potresti più pagare i servizi minori.
    Se immagina che il Bitcoin abbia solo 2 decimali, e che un giorno il bitcoin valga alla pari degli attuali 1000 euro.
    Vuol dire che 0.01 bitcoin vorrebbero 10 euro!
    Come faresti a pagare un pezzo di pane se l'unità minore fossero solo 10 euro!?

    Ecco a cosa servono i decimali, per preparazi alla deflazione che arriverà nel corso degli anni.

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  4. Quindi il Bitcoin è essenzialmente basato su un aumento di valore esponenziale. Per questo viene acquistato come investimento e non per lo scambio. Così però perde di utilità sociale. E' come comprare lingotti d'oro e metterli in cassaforte. Con i lingotti non compro il pane. Non so se mi piace, perchè la sua struttura la rende una moneta con poca propensione alla circolazione.

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  5. L'aumento di valore è deciso dal mercato.
    Essendo un sistema limitato è "facile" che aumenti di valore, ma in quanto questo avvenga in quali cicli è impossibile saperlo, si può solo cercare di prevedere.
    E' probabile che nei primi anni si alzi anche velocemente, ma poi potrebbero servire decenni per questo valore continui a salire.

    Riguardo al fatto di non poter usare oro per comprare pane, mi pare ovvio che sia un problema di usabilità dell'oro ( perchè non è facile da portare in giro, pesa, rischia di essere contraffatto ecc ... )
    Con i Bitcoin non vedo questi problemi.

    Altro articolo interessante riguardo alla delfazione:
    http://ilporticodipinto.it/content/uneconomia-deflazionaria-%C3%A8-possibile

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