lunedì 25 giugno 2012

Incredibile, emozionante giornata tricolore



La tipica giornata che risolleva l'umore degli italiani, da parecchi mesi abbastanza mesto. Una nazione l'Italia, che non risolve i suoi problemi economici, i suoi problemi socio-politici, ma riscatta il proprio orgoglio ferito con i risultati sportivi. Sono vittorie che non abbattono lo spread, ma volendo possono essere interpretate come metafore o auspici.

Prendiamo il primo evento, la vittoria a Valencia della Ferrari. Auto italiana e pilota spagnolo. In un sol colpo si riscattano due nazioni gli spagnoli (già in festa per la vittoria della nazionale di calcio) e l'italia dell'industria d'eccellenza. Un riscatto ancora più sentito per come si è svolta la gara, iniziata senza molte possibilità di raggiungere un risultato eccellente per i ferraristi, è terminata con il massimo dei risultati.

Grande fortuna (ma anche bravura) di Alonso e grandissima sfortuna degli altri. Molto faticosamente, sorpasso dopo sorpasso, Alonso giunge nelle prime posizioni ma senza alcuna speranza di vittoria visto il distacco dal primo. Per il gioco dei cambi pneumatici migliora ancora e potrebbe accontentarsi del terzo posto, un progresso notevole rispetto alla partenza.

Ma avviene un incidente, e a metà gara entra la Safety car che in pratica annulla il vantaggio del primo (Vettel). Ripartenza e Alonso, si ritrova secondo con un sorpasso spavaldo. Ma la prima auto (Redbull pilotata da Vettel) è molto più veloce. Ma domenica la fortuna era dalla parte di Alonso (e degli italiani), la Redbull si rompe improvvisamente e misteriosamente (la mano degli dei di Maranello?), Alonso è in testa.

Ma non è finita, dietro di lui una Lotus (Grosjean) potrebbe impensierirlo. Niente paura, al 40° giro si rompe anche la Lotus al suo inseguimento (un altro intervento divino?). Alonso può volare tranquillo verso il podio, rimane ancora un avversario importante dietro: la McLaren-Mecedes di Hamilton. Ma ancora una volta la fortuna sorride ad Alonso, la McLaren di Hamilton perde competitività, e poi viene tamponata e costretta al ritiro.

Insomma una gara iniziato sotto i peggiori auspici, è finta con un incredibile primo posto. Sarebbe bello se questa gara potesse diventare una metafora della situazione economico-politica italiana. Sarebbe incredibile (ma in realtà molti italiani ci sperano) vedere le nazioni più veloci (Germania, Francia...) costrette a ridimensionare il proprio vantaggio (Safety car, ovvero nuove regole), e poi superate a causa di una rottura al "motore economico"!

E poi la faticosa e quanto mai intensa serata calcistica agli europei. Litri di sudore in campo, e sui divani degli italiani a rischio coronarico. Una partita infinita, dove la squadra azzurra aveva tutto meno un gol qualsiasi. Primo tempo in cui l'avversaria, l'Inghilterra ha mostrato anche un gioco migliore e si è fatta più volte pericolosa.
E poi secondo tempo, solo Italia, poi primo tempo dei supplementari tutta l'Italia nella metà campo avversaria, poi secondo tempo dei supplementari e ancora Italia... ma niente gol!
L'Italia ancora una volta usufruisce della fortuna domenicale, come nel gran premio di formula uno, e passa alla lotteria dei calci di rigore. Vince la squadra che racimola le ultime energie e sbaglia di meno. Si illudono gli Inglesi dopo il terzo rigore fallito da Montolivo, ma poi sbagliano anche i rigoristi delle perfida Albione, ed è fatta. Ma quanta fatica!

Insomma anche questa partita, sembra una parodia della più tipica storia italiana dal risorgimento a oggi: sofferenza, sofferenza, sofferenza, sofferenza... e poi finalmente un pizzico di fortuna che ci porta alla vittoria.
Auguriamoci che la crisi in cui ci stiamo trascinando, e in cui ci trascina l'Europa dell'euro, segua questo tipico spartito italiano: crisi e sofferenza, crisi e sofferenza, crisi e sofferenza, ... e poi rinascita improvvisa.

Auguriamoci che dallo sport arrivi un messaggio di speranza che ci permetta di scrollarci di dosso questa negatività accumulata negli ultimi mesi. La voglia di vincere, la voglia di combattere, non sono tutto, ci vogliono anche i mezzi, ma se mancano queste passioni, allora è meglio arrendersi subito piuttosto che trascinarsi ancora in questa stanca depressione umana ed economica.

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