mercoledì 30 maggio 2012

Terremoto: le fantasie del Corriere




Il sisma? Tutta colpa del «complotto»



"FRACKING - Ma sul web c'è anche chi va oltre. E su YouTube annuncia: «Il terremoto in Emilia è stato provocato dalle prospezioni geologiche condotte nel sottosuolo dove vengono fatte brillare delle cariche alla ricerca di idrocarburi. Il governo di M. M. ha stipulato un accordo con multinazionali texane per queste prospezioni». Qui siamo al complotto delle multinazionali come negli anni '70. Solo con una spruzzata di ecologismo. Sotto accusa la tecnica del fracking o fratturazione. La fratturazione consiste nell'immissione di un fluido in uno strato roccioso per creare un varco all'interno. Lo si utilizza per aumentare l'estrazione e il tasso di recupero del petrolio e del gas naturale contenuti nel giacimento. Nella pianura padana ci sono centinaia di milioni di barili di petrolio e non ce ne siamo mai accorti? E il petrolio come verrebbe trasportato a destinazione in maniera che nessuno se ne accorga? Con un oleodotto segreto? Nelle forme di parmigiano rottamate?"


La risposta migliore alle "fantasticherie" del corriere (secondo il loro punto di vista) sta nella mappa riportata sopra. Come si può notare, l'estrazione di oil e gas non è una fantasia. Se poi li nascondono nelle forme di parmigiano, questo lo possiamo chiedere ai giornalisti del corriere...


"Un gruppo di studio coordinato dal prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia all'Università di Napoli, ha pubblicato una ricerca per valutare eventuali correlazioni fra i recenti eventi sismici in Emilia Romagna e le attività petrolifere in corso da vari anni in quella zona.

...

A commento di questa immagine si legge: "Come si vede nella figura 5 nelle aree interessate da faglie attive nel sottosuolo esistono numerosi pozzi profondi finora eseguiti per ricerca di idrocarburi. Come è noto sono in corso alcuni interventi di riimmissione di metano nelle rocce serbatoio di giacimenti ormai esauriti. Tali interventi sono attuati in varie parti del mondo; talvolta sono vietati in quanto l’iniezione di fluidi in pressione nel sottosuolo, come testimonia una ricca bibliografia scientifica internazionale, a luoghi può innescare un’attività sismica di non elevata magnitudo."

Questa "iniezioni di fluidi in pressione" si chiama comunemente "fracking". E' una tecnica di estrazione del petrolio e del gas naturale entrata in uso una ventina di anni fa, che ultimamente viene adottata sempre più spesso dalle compagnie petrolifere in tutto il mondo.

Non sempre infatti petrolio e gas escono volentieri dal sottosuolo, una volta trovato il giacimento. 

Allora bisogna dargli un aiutino, pompando dei fluidi ad alta pressione al suo interno, che vengono introdotti nel giacimento con trivellazioni collaterali. Di solito si tratta di una miscela di acqua e sabbia, ma vengono anche usati gas ad alta pressione, miscelati con diversi composti gelatinosi. 

Vi sono poi i casi in cui il giacimento si trova in uno strato di roccia poco permeabile, per cui il gas fatica molto a muoversi al suo interno. In quel caso il fracking crea delle vere e proprie fratture all'interno della roccia, creando così delle sacche più ampie nelle quali il gas possa confluire prima di essere pompato in superficie." 

Nel sottosuolo si possono formare sacche di gas, che possono provocare movimenti indesiderati e improvvisi del sottosuolo. Ma al corriere preferiscono fare articoli di richiamo su folletti, lemmings e ufo, piuttosto che fare ricerche serie.

"Non a caso da noi, dopo la seconda scossa violenta di ieri, i media stanno già indirizzando l'opinione pubblica verso la ricerca del capro espiatorio sbagliato, e cioè "chi ha costruito quel capannone?" "Chi ha dato l'autorizzazione a riprendere il lavoro?" "Era davvero costruito a norma antisismica?"



Il terremoto viene dato come "un fatto naturale", inevitabile ed imprevedibile, e noi dobbiamo solo preoccuparci di costruire meglio le nostre abitazioni e stare attenti ai mattoni che cadono.

Per capire che magari non è sempre necessariamente così dobbiamo aspettare le ricerche dell'Università di Napoli, che naturalmente non verranno mai pubblicizzate nè prese seriamente in considerazione dai media mainstream."
( www.luogocomune.net )

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