martedì 15 maggio 2012

Perchè la Merkel ha perso



Sui motivi che hanno provocato la frana elettorale del partito Cdu della cancelliera Merkel, questo articolo è quello che li chiarisce meglio:

Germania, costo del successo: boom di precari, si allarga divario ricchi-poveri

In questi mesi abbiamo pensato alla Germania come a una società perfetta che consente a tutti di trovare il proprio posto e la propria realizzazione ma a "uno sguardo più attento rivela un quadro molto desolante: sempre più lavoratori precari, paghe misere e un divario ricchi-poveri che va aumentando.
...
Come sottolinea lo Spiegel c’è bisogno di riforme, riforme che non arrivano. E la Merkel stal soffrendo evidentemente proprio questa mancanza di politiche sociali e per il lavoro da parte del suo governo: non è un caso che il suo partito, la Cdu, sia in caduta libera dopo le elezioni del Nord Reno Wesfalia, il land più grande del Paese, dove ha sfiorato il tracollo."

Non si tratta soltanto del più popolato, ma anche del più operaio. Risulterebbe quindi scontata una sconfitta della politica liberista della Merkel. Ma i motivi della sua disfatta non sono solo questi:

"l’economia tedesca è più in forma che mai: le imprese segnalano profitti record, e le fila dei disoccupati si sono ridotti a soli 3 milioni. Nel mese di marzo, il paese ha avuto un tasso di disoccupazione di appena 7,2%. Il punto però è che solo in pochi traggono vantaggio da questo boom economico , mentre salari stagnanti e condizioni di lavoro precarie stanno rendendo difficile a milioni di persone di arrivare a fine mese. Così, il mondo del lavoro si sta disintegrando. Da un lato manager, specialisti e membri del personale hanno salati alti. D’altra parte ci sono i lavoratori “di riserva”, quelli che non hanno un contratto stabile, sono precari, vengono utilizzati secondo le necessità e poi lasciati andare via grazie a contratti speciali, part-time, temporanei."

Ecco qual'è stato il motore del boom tedesco: la precarizzazione del lavoro. La "cinesizzazione" della società. Ecco perchè la Germania non ha mai potuto seguire i consigli e le richieste d'aiuto provenienti dagli Usa. L'America chiedeva alla Germania di aumentare i consumi interni, per riequilibrare la sua bilancia commerciale molto favorevole rispetto al resto dell'Occidente: in effetti la Germania non ha potuto e non può farlo, perchè come l'Italia, ha praticamente distrutto il mercato interno riducendo il potere d'acquisto dei lavoratori.


"Di fatti, sottolinea lo Spiegel, è proprio questo che allarga il divario tra ricchi e poveri in Germania: il dilagare del precariato nel mondo del lavoro. Una situazione nata nel 2003, con la nuova riforma di flessibilizzazione del lavoro, e che a portato oggi ad avere, in Germania, circa 1 milione di lavoratori temporanei. Lavoratori che spesso svolgono le stesse masioni dei propri colleghi a tempo pieno… ma per una paga di molto inferiore. In molti casi, come d’altronde accade in Italia, questi lavoratori non sanno dove lavoreranno la prossima settimana o se saranno in grado di mantenere il proprio posto di lavoro.
...
Secondo i sondaggi circa 8 milioni di persone in Germania lavorano per uno stipendio inferiore ai 9.15 euro l’ora, e 1,4 milioni ricevono meno di 5 euro per ora. 
...
Per spiegare il fenomeno del divario che si sta creando nella società tedesca, lo Spiegel riporta gli esempi di tre lavoratori della Audi: tre storie, tre salari diversi che mettono in evidenza quanto spiegato sopra.

Nadja Klöden, 28 anni, ha studiato gestione aziendale, lavora come assistente di progetto in amministrazione. Ma il suo datore di lavoro è BFFT, un fornitore di servizi che organizza la distribuzione dei ricambi tra le controllate del Gruppo Volkwagen, che includono Audi. Ecco perché Nadja lavora 40 ore a settimana come i suoi parigrado assunti in Audi ma rispetto a loro guadagna 800 euro in meno al mese. In altre parole, anche se contribuisce al successo dell’azienda, non trae da esso un diretto beneficio.

Helen Kozilek si trova in una situazione simile. Ha 26 anni e lavora a tempo pieno sulla linea di montaggio di Audi, ma il suo stipendio non viene pagato dalla casa automobilistica, bensì da Tuja, un’agenzia interinale e filiale del gigante svizzero Adecco. Rispetto a Nadja, tuttavia, Helen può considerarsi una sua superiore. Per ora lei e i suoi colleghi vengono pagati 10 euro all’ora, ma IG Metall, il sindacato tedesco più potente, ha firmato un accordo salariale con Adecco in modo che il salario orario passi a 16 euro l’ora.

Franz Wolff, invece, ha 57 anni e negli ultimi 32 ha lavorato presso la divisione di manutenzione pittura di Audi a Ingolstadt. Wolff lavora 35 ore a settimana e guadagna uno stipendio lordo di 3300 € al mese. Attraverso un accordo aziendale un meccanico qualificato come lui riceve uno stipendio e anche gli utili della società. In questo modo l’Audi gli pagherà quest’anno un bonus di 10mila euro.

Il sindacato si sa muovendo per tentare di risolvere questi dislivelli nel mondo del lavoro ... Ma ciò che è necessario, come sottolinea anche lo Spiegel, non è niente di meno che un cambiamento radicale delle politiche del lavoro."


Queste differenze sociali sono state probabilmente il detonatore dello scontento fra i cittadini tedeschi del  Nord Reno Wesfalia che si è palesato nella sconfitta della Merkel. Un altro discorso è quello inerente il "salvataggio" dell'euro e dell'Europa. Non è detto che gli stessi elettori che bocciano la Merkel siano d'accordo con una Bce "a briglia sciolta", gli eurobond e la remissione del debito greco.

Come afferma il blog Phastidio.net:

"Tra le altre menzioni d’onore della giornata, una cumulativa a quanti scrivono e pensano che le reiterate sconfitte elettorali di Angela Merkel nelle elezioni regionali siano il segno che il popolo tedesco è ansioso di pagare i conti dell’eurocrack. "


Nessun commento:

Posta un commento