domenica 13 maggio 2012

Napolitano è preoccupato



Il Presidente vede sempre più vicino il fallimento della sua creatura tecnica. Doveva essere, l'esecutivo attuale, una parentesi di governo di alto livello. Capace di ridare fiducia agli italiani e risolvere i problemi economici nazionali. Secondo il piano presidenziale i partiti avrebbero dovuto fare le grandi riforme istituzionali utili all'Italia, essendo alleggeriti dagli oneri di governo. Insomma una favola con liento fine: "e tutti vissero felici e contenti...".

Ma non è andata così. Napolitano ha quindi convocato il pupillo Monti.

"L’incontro a prima vista non si spiega, poiché fin dall’inizio il Prof aveva chiarito che lui si sarebbe concentrato sull’economia, lasciando da parte tutti quegli argomenti su cui Parlamento e partiti avrebbero potuto dire la loro: e senza dubbio, l’architettura dello Stato rappresenta un terreno nobile di confronto tra le forze politiche, verrebbe da definirla un’occasione di riscatto visto come sono ridotte. Lecito dunque domandarsi: che cosa c’entra il governo con la riforma costituzionale? Quale può essere il ruolo del premier? Non avrà per caso in mente di allargarsi anche lì?


Da quanto filtra, Monti non ci pensa proprio, il suo atteggiamento in materia è niente affatto interventista. Per dirla tutta, probabilmente il capo del governo si sarebbe tenuto in disparte se Napolitano non avesse preso l’iniziativa di renderlo più partecipe. Il Presidente a sua volta si è mosso poiché, perfino senza volere, il governo può agevolare l’azione riformatrice oppure (senza doppi fini) ostacolarla."

Insomma Napolitano vede che i partiti non fanno il loro dovere, e quindi sarebbe intenzionato di incaricare Monti, a meno di un anno dalle elezioni, di portare a termine alcune riforme, tipo legge elettorale e rimodulazione del rimborso elettorale. Per le riforme costituzionali, la partita è quasi persa.

Io non sono di certo difensore dei partiti, delle loro incapacità di governare, e delle loro ruberie. Meriterebbero tutti di essere schiacciati dall'antipolitica. Ma Napolitano, non si è chiesto di chi è la colpa della situazione attuale?

Innanzi tutto, il Presidente è complice di un attentato alla democrazia: il governo Monti è ampiamente illegittimo (Monti illegittimo), imposto da poteri esterni all'Italia, ai suoi cittadini ed ai partiti. I quali non ne hanno per niente giovato, come era prevedibile e come è stato dimostrato dalle elezioni comunali. Ora i partiti stessi se ne rendono conto, e quindi nascono all'interno correnti malpanciste sul sostegno al governo Monti soprattutto nel Pdl. Ma anche il Pd non dovrebbe gioire eccessivamente. I risultati elettorali, analizzati alla trasmissione "Piazza pulita", hanno evidenziato che a fronte di un crollo dell'area del centro-destra al 23%, corrisponde un crollo del centro-sinistra al 25%. Si va verso una situazione greca?

E poi, il Presidente, analizzi anche l'azione di governo. I tecnici di alto livello, hanno dimostrato capacità di governo comparabili con un Andreotti della prima repubblica. Un aumento spropositato di tasse, controriforme fatte per i poteri finanziari e contro la popolazione, nessuna capacità di far crescere l'economia, nessuna capacità di far valere l'Italia in ambito internazionale.
L'azione di governo non ha fatto altro che minare ulteriormente la fiducia degli italiani ed aggravare i nostri problemi. Non c'è ne uno che sia stato risolto: la spread è sempre alto, il debito non è stato nemmeno affrontato, il pareggio di bilancio, benchè inserito in Costituzione, difficilmente potrà essere raggiunto ecc. ecc.

"Il rapporto deficit/Pil continuerà a calare, ma nel 2012 sarà del 2%, al di sotto dei parametri del Fiscal Compact europeo, il nuovo sistema di controllo del budget a livello comunitario. Il prossimo anno, invece, il deficit sarà dell’1,1%, molto al di sopra degli accordi presi da Monti.

Ciò significa che il governo dovrà intervenire ancora per ricercare le risorse necessarie per riportare i conti pubblici sotto controllo. E non è facile farlo con un Pil in contrazione dell’1,4% per l’anno in corso e con un debito pubblico in aumento dal 120,1% del Pil nel 2011 al 123,5% nel 2012, come ha spiegato proprio oggi Bruxelles.
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Dal primo maggio a fine anno, l’Italia deve rifinanziarsi per 244 miliardi. Fra giugno e ottobre il periodo più tosto, con quasi 160 miliardi di euro di titoli di Stato da collocare. Come hanno spiegato diverse banche d’affari, da Citigroup a UBS, «il rifinanziamento italiano, sotto il profilo dei costi, è già insostenibile». Ciò significa che il tasso d’interesse con cui l’Italia si presenta sui mercati, sopra il 5% nel caso dei Btp decennali, è già fuori controllo. «Se non ci sono misure di consolidamento fiscale adeguate, unite alla crescita economica, per l’Italia potrebbe essere inevitabile una richiesta di aiuti internazionali»
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Se dopo luglio il costo del rifinanziamento italiano fosse ancora sopra il 5%, il rischio di un avvitamento è reale. Dalla Commissione europea stanno monitorando con attenzione la crisi italiana e nei meeting europei di giugno saranno discusse le eventuali correzioni da apportare al programma di finanza pubblica italiano. Come ci spiegano diversi funzionari della Commissione europea, «la soglia del pericolo per l’Italia, banalmente, è uno spread di 350 punti con la Germania». Oltre quella soglia, «occorre uno sforzo immane per Roma, sotto il profilo delle misure di consolidamento fiscale, per arginare l’elevato costo del rifinanziamento». O nuove manovre o richiesta di aiuti: per Roma potrebbero essere queste le alternative."
Se non è un fallimento questo! Il tanto decantato Mago Monti ha fatto più danni di 10 Berlusconi! E dire che aveva tutta la stampa e tutti i media che contano dalla sua parte!
Ora Napolitano chiede al governo di mitigare le direttive di Equitalia, si comincia a temere che il malumore si trasformi in rivolte. Credo che farebbe meglio a toglierci dai piedi questi tecnici e trovare qualcuno che sia veramente all'altezza. Per esempio seguendo l'esempio dell'Argentina (vedi "MMT: quello che vorrebbe Barnard"). O meglio ancora si programmino elezioni al più presto: meglio l'antipolitica di questa pseudo politica tecnica.


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