martedì 8 maggio 2012

Monti è finito: quindi resta




Il governo Monti ha terremotato il quadro politico italiano. I partiti che lo sostengono, come avevo previsto, stanno pagando duramente. Moltissimo il Pdl, abbastanza il terzo polo, un po’ il Pd. Quest’ultimo è l’unico partito che resiste, pur perdendo voti, e rimane l’unico partito di una certa consistenza.

Il Movimento 5 Stelle, rischia di diventare il vero terzo polo, ma se la situazione italiana continuerà a deteriorarsi in questo modo, rischia di diventare la seconda forza politica del paese. Il Pd non deve sbagliare alleanze alle prossime elezioni, e sperare che l’erosione di voti sia terminata. Alla primavera 2013 mancano ancora molti mesi.

Inoltre il Pd sta dimostrando di essere un partito solo in apparenza monolitico. In realtà è minato da profondi litigi interni, come si è constatato a Genova e a Palermo. In queste spaccature si inseriscono facilmente i leader di partiti più estremi, e come è accaduto nelle primarie delle città suddette e già prima a Milano, si impossessano dei voti e modificano la linea politica del partito.
In Piemonte, in una cittadina del torinese, il Pd è riuscito persino a dividersi fra sostenitori NoTav e SiTav. Con il risultato che i sostenitori SiTav si sono alleati con il Pdl, e la frangia NoTav ha vinto le elezioni. Il Pd non può corteggiare molto i moderati del terzo polo, poiché il suo elettorato non gradisce e premia sempre sindaci posizionati più a sinistra.

Il Pdl, con l’addio a metà di Berlusconi, è praticamente evaporato, riducendosi in alcuni casi ad un quarto della forza elettorale precedente. In Sicilia da partito con una maggioranza bulgara, è praticamente diventato un partito residuale che fra poco sarà ricordato con simpatica nostalgia, come il partito monarchico…
Credo che per il Pdl, anche cambiando nome, non ci siano più speranze. E’ (era?) un partito personale, legato strettamente al suo fondatore. Quando si sarà ritirato definitivamente (anche per motivi biologici) il Pdl non esisterà più. E’ probabile che Berlusconi, vedendo in che crisi si dibatte la sua creatura, possa essere tentato da una terza discesa in campo. Ma io gli consiglierei di tornare ad occuparsi di calcio, oppure di dedicarsi al giardinaggio nelle sue ville, perché il suo progetto politico è fallito. E’ stato un progetto politico troppo confuso, fin dall’inizio: teoricamente il movimento doveva fondarsi su idee liberiste, in pratica è stato un partito statalista. Con una immagine un po’ più colorata e spumeggiante della vecchia Dc, ma nel solco politico di questa.

La Lega ha pagato duramente la disillusione lunga trent’anni del suo elettorato, ed è stata punita per aver tradito la presunta purezza politica del movimento. E’ un partito che è destinato a svanire a poco a poco come la vitalità del suo mitico fondatore ormai acciaccato. Non solo il partito arretra e perde il primato in molti comuni del nord, ma deve anche vedersi il ribelle Tosi diventare primo cittadino al primo turno elettorale. Questa vittoria potrebbe essere interpretata come il desiderio di nuova leadership del movimento, ma come nel caso di Forza Italia-Pdl, anche il tempo per la Lega è passato. Un altro Bossi carismatico non lo si vede all’orizzonte.

Grillo gongola e si permette persino di sbeffeggiare il Presidente della Repubblica. Ma anche il M5s dovrà strutturarsi in futuro per non rimanere un movimento personale come la Lega e Forza Italia.
Ma per il momento è un’entità che in qualsiasi modo si presenti, e qualsiasi idea ambientalista proponga continuerà a crescere. Credo che ciò che rende appetibile il Movimento 5 stelle più di ogni altra cosa, è la sensazione di pulizia ed onestà dei suoi candidati non professionisti politici. E su questa base, nessun altro partito è in grado di batterli.

Detto questo, la situazione è piuttosto fluida. Il Pdl da la colpa del proprio disastro all’appoggio al governo Monti: può anche essere vero, ma non bisogna dimenticare i precedenti 20 anni di Berlusconismo che ha illuso mezza Italia, e ha ormai stancato.

Ma la rabbia e i ripensamenti per aver permesso a Napolitano di nominare il governo Monti, potrebbe esplodere nei prossimi giorni. Già ora il segretario Alfano ha confermato che non parteciperà più a nessun summit di maggioranza. Inoltre è probabile che il Pdl non sia più disponibile a votare le fiducie a scatola chiusa dei provvedimenti di Monti, ma voglia negoziarli di volta in volta.
Dall’altra parte Bersani e Casini non possono fare altro che stare a guardare e sperare che non si apra una crisi di governo. Vincerebbero sulle macerie come ha già preannunciato Bersani.

Inoltre in caso di crisi, non è nemmeno detto che si voti. Potrebbe riformarsi la vecchia maggioranza Pdl – Lega: i due partiti più scontenti da queste elezioni. Ma è molto rischioso, perché una crisi di governo potrebbe portare alle elezioni in una situazione in cui per il Pdl raggiungere il 20% sarebbe già una vittoria. Quindi il Pdl per ora prenderà tempo cercando di capire cosa fare, come si evolve la situazione europea, ma cercherà di smarcarsi dalle scelte di Monti.

In ogni caso il governo Monti è stra-finito (Monti è finito(2)(3) ), ma probabilmente, a meno di qualche colpo di testa, rimarrà fino al 2013, in uno stato di “coma farmacologico”. Poiché sarà stritolato in Italia tra faide e beghe di partito, ed all’estero verrà coinvolto nel braccio di ferro tra Merkel e Hollande. Entrambi i capi di stato tenteranno di tirarlo dalla loro parte, ma Monti non avrà più sufficiente appoggio politico interno, per garantirsi una adeguata forza di contrattazione.

Il Pd cercherà di portarlo verso la politica sociale di Hollande, il Pdl farà le pulci a qualsiasi provvedimento, cercando di evidenziare tutti gli “errori” dei tecnici. Il Capo dello Stato tenterà l’estrema difesa del “suo” esecutivo lanciando moniti a vuoto. Monti per sua natura tenterà di mantenersi dalla parte della Germania, ma nello stesso tempo farà qualche timida richiesta di “crescita”, che apparirà sempre insufficiente per il ribollente Parlamento italiano.
E’ veramente difficile stimare la sorte dell’attuale esecutivo e dell’Italia nei prossimi mesi.

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