lunedì 14 maggio 2012

Merkel di cartapesta



Oibò, si pensava che il panzer tedesco viaggiasse senza ostacoli, macinando chilometri, nel segno dell'austerità imposta al resto d'Europa. Si era detto che l'economia tedesca viaggiava a gonfie vele, e quindi il popolo germanico non avrebbe avuto nessuna sensibilità verso quei poveracci della periferia europea. Erano apparse inchieste televisive in cui si mostravano giovani tedeschi felici di trovare un impiego appena finito il liceo, anche se mal pagato. Ma comunque pieni di speranze di poter migliorare la loro posizione in futuro.

Si era parlato dei premi di produttività piuttosto ingenti assegnati ai dipendenti pubblici prima di un turno elettorale, e dei premi di produttività assegnati ai dipendenti delle case automobilistiche, mentre in Italia la Fiat metteva i suoi operai in cassa integrazione.
La Germania è stata descritta come un paradiso. Un paradiso un po' egoista, i cui cittadini rifiutano di essere solidali con il resto d'Europa, per paura di dover sostenere fiscalmente gli scansafatiche mediterranei. E per paura dell'inflazione rifiutano l'idea di far stampare euro alla Bce, di fargli comprare titoli dei stato di Piigs o emettere eurobond.

Ma allora perchè il partito della Merkel, la Cdu, ha avuto un risultato così basso dal dopoguerra? Forse la Germania è stata mitizzata troppo, o probabilmente i tedeschi si sono stufati anch'essi dell'indecisione cronica del loro governo in ambito europeo?

Evidentemente i tedeschi non sono quei rudi guerrieri indifferenti alla linea di austerità che ci si immaginava. Forse l'austerità comincia ad incidere anche sull'economia tedesca. La distruzione delle economie europee periferiche alla fine si ripercuote anche sulla macchina industriale tedesca. Qualche segnale era arrivato anche qui in periferia:

"La compagnia aerea tedesca Lufthansa, all'indomani della presentazione a Francoforte del nuovo gioiello del gruppo, il Boeing 747-8, ha annunciato un drastico ridimensionamento dell'organico. La casa madre di Swiss prevede di sopprimere 3.500 posti di lavoro (su un totale di 120 mila) entro la fine del 2014."

"580 dipendenti in esubero sui 1.100 che attualmente lavorano per la Nokia Siemens Networks Italia. ... Il piano rientra nel quadro dei 17mila esuberi previsti a livello mondiale: già a febbraio erano stati licenziati 2.900 lavoratori in Germania e 1.200 in Finlandia."

Piccole cifre, ma che stupiscono nel panorama idilliaco (apparentemente) della Germania. Forse questo, è il segnale migliore per l'Europa. Meglio di quelli sopraggiunti dalle elezioni greche, francesi e italiane, che sono segnali che presagivano uno scontro intereuropeo. Invece la sconfitta della Merkel, è un segnale costruttivo. Significa che si può tutti assieme andare verso un futuro diverso da quello tracciato dai tecnocrati delle banche centrali.

Hollande non poteva essere più fortunato. Il suo incontro con la Mekel programmato da tempo appariva molto complesso. Con il neo-presidente francese che alla fine sarebbe stato costretto a capitolare o contrattare al ribasso un compromesso con una Germania determinata sulla via dell'austerità a tutti i costi. Ed invece l'incontro sopraggiunge con la cancelliera tedesca ammaccata dalle elezioni regionali e preoccupata per la propria politica e tenuta del governo. Sarà quindi un incontro alla pari, dove nessuno dei due parte da una posizione di forza.

La faccenda più ridicola è che alla fine, il nostro Mago Monti, considerato un mediatore fra i due, probabilmente rimarrà l'unico isolato sulle posizioni dell'austerità. Ovviamente, se la Germania cederà su qualche punto dell'austerità, il governo Monti sarà immediatamente defenestrato dai partiti italiani che l'appoggiano, e che ormai lo mal sopportano.

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